Un nuovo treno veloce da Trieste a Milano

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Andare a Milano in treno sarà finalmente più veloce.

Dal 15 dicembre 2013 sarà attivo un nuovo collegamento ferroviario di Trenitalia che permetterà a chi lavora e vive a Trieste di raggiungere il capoluogo lombardo in 3 ore e 44 minuti, riducendo il tempo di percorrenza attuale di 40 minuti.

Partenza, quindi, dalla stazione centrale alle ore 6.16 e arrivo a Milano alle 10 mentre il ritorno è previsto alle ore 19.35 con arrivo a Trieste alle 23.19, effettuando due sole fermate intermedie nelle stazioni di Venezia-Mestre e Verona.

Questa novità, attesa da molto tempo, è il risultato degli incontri che promossi da Roberto Cosolini, con l’amministratore delegato del gruppo delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, la Presidente della Regione Debora Serracchiani e i vertici delle più importati imprese che operano sul territorio triestino Generali, Allianz, Fincantieri e Wärtsilä Italia, le quali avevano, già in passato, chiesto l’impegno delle Istituzioni per migliorare i collegamenti da e per la città.

Il nuovo treno verso Milano si aggiunge all’offerta esistente, che prevede tre coppie di collegamenti giornalieri e potrà avere ottimi riflessi anche sul piano turistico, sfruttando, in futuro, il grande flusso di persone previsto per MilanoExpo 2015.

Park Audace, Eataly e Piano del Traffico: la Trieste che cambia

Non è il caso di esaltarsi e quindi di sottovalutare la crisi profonda che stiamo attraversando ma, poiché è bene anche evitare vittimismi e frustrazione che certo non favoriscono capacità di reazione, alcuni segnali per questa città vanno a mio avviso considerati, vuoi perché in qualche misura premiano la fatica di un lavoro quotidiano vuoi perché testimoniano di un’attenzione che viene rivolta a Trieste e alle sue potenzialità e di cui talora non ci rendiamo conto.

eataly-frontVediamoli: un imprenditore come Oscar Farinetti, con un marchio di grande successo internazionale come Eataly, investe su Trieste a aprirà un suo centro al Magazzino Vini. Lavoro, attrattività turistica, un elemento in più per la progressiva valorizzazione del lungomare: questo è l’apporto che Farinetti, che fin dalla sua prima visita più di un anno fa era convinto di questa piazza , darà alla città di Trieste.

È giusto poi essere prudenti ma dopo anni di chiacchiere, di annunci elettorali nel 2001, nel 2006, nel 2008 oggi, forse proprio nel momento in cui tutto era più difficile, l’impegno delle Istituzioni e il progetto di un industriale vero e serio come Arvedi possono rappresentare la svolta per Servola: lo dico ben conoscendo l’esasperazione fra molti cittadini per la situazione ambientale per cui fin dal primo contatto ho rappresentato ad Arvedi la necessità di una proposta industriale che però mettesse al primo punto il progressivo, misurabile miglioramento dell’impatto ambientale e mi pare che su questo Arvedi sia stato poi chiaro: certo vedremo i fatti, e li misureremo con attenzione e rigore, non dando nulla per scontato, però ho la sensazione che potrebbe essere la svolta.

Certo non è la riconversione totale che sarebbe piaciuta a tutti per la quale però oggi non ci sono i soldi pubblici né gli strumenti per garantire lavoro e reddito a centinaia di lavoratori.

E allora ben venga oggi una siderurgia se rispettosa dell’ambiente e della salute e se un domani può puntare soprattutto sullo sviluppo logistico di parte di quell’area e quindi su una progressiva riconversione. Arvedi non è apparso per caso, bensì nell’ambito delle manifestazioni di interesse raccolte nei mesi scorsi dall’incaricato del Comune, e ha trovato istituzioni pronte al confronto.

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Veniamo al Park Audace e al via libera del Consiglio Comunale: un’infrastruttura moderna di Park sotterraneo al servizio dell’asse di viabilità fondamentale delle Rive, al servizio in particolare di visitatori e turisti, consentirà di rendere su quell’asse più fluida la ricerca di parcheggio, di liberare lungomare dalle auto in sosta, porta 40 milioni di investimento privato (per qualcuno questo è un problema, per chi pensa che la città ha bisogno di attrarli e non di cacciarli più via gli investimenti invece non lo è….) e non è assolutamente in contraddizione, come qualcuno si ostina a dire, con un  PGTU che privilegia trasporto pubblico, pedonalizzazione, ciclabilità: basta guardare città europee dove su queste scelte di mobilita sono arrivati prima, a Lubiana, in Austria o in Germania, ma dove i parcheggi li hanno fatti (nella capitale slovena sotto la piazza più importante…) soprattutto per favorire i flussi dall’esterno.

trenoInfine abbiamo annunciato, insieme con Debora Serracchiani, i primi frutti di un lavoro di squadra per superare l’isolamento di Trieste: il 2 maggio avevo promosso un incontro con Mauro Moretti per FS, Gabriele Galateri per Generali, Bettina Corves  Wunderer per Allianz e Sergio Razeto per Confindustria: all’odg il miglioramento della tratta ferroviaria Trieste Milano. Avevamo incontrato anche Serracchiani, nel frattempo appena insediatasi. Con Serracchiani e Moretti abbiamo lavorato e oggi c’è un primo risultato (poi cercheremo di raggiungere altri obiettivi in questo ambito…): un treno in più, più veloce di 40 minuti rispetto al più rapido degli esistenti, che consentirà  di risparmiare quasi un’ora e mezza di viaggio complessivamente ma anche di avere a Milano una giornata piena di quasi 10 ore e non le striminzite 7 che un arrivo alle 11 e una partenza per il ritorno alle 18 consentono attualmente.

Dico queste cose, e ritorno alla premessa, non perché ignori e sottovaluti i problemi e le tante cose da fare ma perché è giusto evidenziare come valga la pena di lavorare per questa città, per le sue potenzialità , con pazienza e concretezza ma anche con la convinzione che ce la possiamo fare: del resto se ancora un segno positivo vogliamo cogliere basta che guardiamo, girando per città, anche a come anche in questa stagione da parte di tanti turisti, soprattutto europei, a Trieste venga confermata un’attenzione e un gradimento che rappresentano un altro capitale su cui investire.

“Movida” e nuovo regolamento

Foto di: https://www.flickr.com/photos/elisabetta2005/
Foto di: https://www.flickr.com/photos/elisabetta2005/

Sul tema “movidaaccetto critiche e suggerimenti dei cittadini certo non quelle strumentali di chi oggi è opposizione e quando governava la città non ha fatto nulla per affrontare il problema della convivenza fra divertimento notturno, legittimo, e riposo dei residenti, altrettanto legittimo.

Chi ha detto a tutti “avete ragione” salvo poi non toccare il tema perché inevitabilmente oggetto di scelte difficili e magari impopolari.

Chi si è limitato a stabilire che paga 500 euro chi viene beccato a fare pipì, indifferentemente se è un adulto responsabile o un ragazzino di 16 anni la cui multa comporta per il genitore il 40% dello stipendio mensile

Noi del problema abbiamo deciso di occuparci con una prima misura urgente, l ‘ordinanza provvisoria, e avviando il lavoro per un regolamento serio.
C’è stato qualche eccesso? Qualche interpretazione restrittiva di ciò che abbiamo scritto che ha determinato qualche sanzione eccessiva?

Me ne faccio carico, solo chi non fa non sbaglia nulla, anche se 3 sono stati i casi oggetto di contestazione in un mese di applicazione……..

Oggi diamo conto di alcune novità :
1) l’ordinanza, che decadrà con il regolamento, da oggi è modificata per ridurre la discrezionalità nell’applicazione: i limiti decorrono dalle 24 e non dalle 23, riguardano il vetro e non più il metallo, le sanzioni per le persone sono sensibilmente ridotte. Rimangono più elevate per gli esercizi, la maggioranza dei quali è d’accordo sulle misure, e ringrazio la FIPE per la collaborazione, pochi, come leggiamo oggi su Il Piccolo, non hanno voluto capire e sottovalutano anche le proprie responsabilità .

2) la Giunta ha definito il regolamento che lunedì passerà all’esame del Consiglio per la sua approvazione. Il regolamento prevede la responsabilizzazione e il ruolo attivo dei locali nell’informare e indicare ai propri clienti le misure e i comportamenti per divertirsi senza disturbare, nel mantenere decorosi gli spazi esterni utilizzati, e fissa termini per la musica orari all’aperto cui si può derogare dove non c’ è prossimità con i residenti.
Il regolamento fornisce strumenti e regole per una responsabilizzazione collettiva, giovani, residenti, ed esercizi, in modo da garantire tutte le diverse esigenze, venendosi ovviamente un po’ incontro. Non risolverà tutti i problemi ma può mettere in moto un percorso in quella direzione.

3) Da questo fine settimana e per tutta la stagione abbiamo potenziato la collocazione di bottini per la raccolta differenziata nelle zone “sensibili” della movida (e se ne manca qualcuna riceviamo volentieri segnalazioni) in modo da consentire di divertirsi in una città pulita e offrire più alternative all’abbandono di rifiuti in strada che non è un danno al Comune, bensì alla Comunità.

Avendo ottenuto l’autorizzazione, sempre per i fine settimana, abbiamo posizionato dei bagni chimici vicino a Piazza Unità, per la precisione in via del Teatro Romano, alla base della scalinata che porta a Santa Maria Maggiore, che danno perciò quel servizio in più e che toglie qualsiasi alibi a chi rischia la nota sanzione. Su questa sanzione ho già detto in apertura quello che penso: cinquecento euro sono giusti per un adulto maturo e autonomo economicamente, sono troppi per la famiglia di un ragazzino che fa una bravata che costa sopra il 30 -40% dello stipendio del genitore. La sanzione minima verrà perciò ridotta con possibilità evidentemente di una applicazione più aspra sulla base del criterio sopra accennato o in una situazione recidiva.
Con l’insieme di queste misure offriamo servizi, strumenti e regole equilibrate nell’interesse di tutti. Ringrazio fin d’ora tutti coloro che collaboreranno e ringrazio anche la polizia per l’indispensabile lavoro che dovrà fare per fare rispettare le regole, per intervenire nelle situazioni di criticità, con quella professionalità e quell’umanità di cui è certamente capace

Assessore Seganti: su Trieste Next prende un granchio, su Springsteen dice il falso

Capisco l’affanno di Federica Seganti alle prese con una campagna elettorale così incerta, ma le suggerirei di trovare argomenti migliori per difendere le scelte “mirate” dei fondi del turismo. Perché, se sostiene che Trieste Next è una manifestazione di nicchia prende un granchio e fa fatica a giustificare altri eventi che ha premiato con contributi a pioggia e che, probabilmente, non riempiono nemmeno un albergo di paese.

Trieste Next, sin dalla prima edizione, ha coinvolto un pubblico di 30.000 persone con qualche migliaio proveniente da fuori Trieste e ha raggiunto media nazionali (anche questa è promozione turistica), inoltre ha rafforzato l’immagine di Trieste città della scienza a livello europeo, anche questo rappresenta un fattore di attrattività. Tutto questo a Seganti non basta, soprattutto se confrontato con alcuni appuntamenti di Strapaese dei suoi “Progetti Mirati”.

Almeno ha avuto il buon gusto di tacere su ITS, visto che il rimbalzo su media internazionali dell’immagine di Trieste avrebbe meritato maggiore attenzione; le dò atto, però, di avere altre qualità che le consentono di leggere il futuro. Mi spiego: è la terza volta che nel suo tentativo di sminuire il ruolo del Comune nell’organizzazione del concerto di Bruce Springsteen dice di averlo organizzato prima della mia elezione e dell’arrivo di questa amministrazione. Finora non le avevo risposto, ma ora devo precisare che deve aver organizzato il concerto all’insaputa del promoter italiano, Barley Arts, all’insaputa della Sony, all’insaputa dello stesso Bruce Springsteen. Infatti, appena nell’agosto 2011 cominciano a uscire le indiscrezioni sul nuovo disco che Springsteen sta preparando (ma Seganti in quel momento lo sta ascoltando da tempo e conosce a memoria già tutti testi…) e sul relativo tour (di cui Seganti, allora, conosce sicuramente tutte le date avendo contrattualizzato quella di Trieste). Deve essere riuscita a farlo senza che Claudio Trotta, il manager della Barley Arts, ne sappia nulla visto che, legati da una vecchia amicizia, Trotta mi chiama il 18 agosto (data che ovviamente per un springteeniano come me è difficile dimenticare) per dirmi che sta prendendo corpo un tour europeo e che gli piacerebbe, fra le date italiane, portare Springsteen a Trieste.

Trotta mi chiama anche perché il giorno della mia elezione mi aveva scritto un messaggio di congratulazioni a cui gli ho subito risposto “adesso dovremo portare Springsteen a Trieste”. Nelle settimane successive grazie al lavoro di Barley Arts, a quello di Tramontin di Azalea e al contributo della Regione, che nessuno nega e che anzi ringraziamo, la data sarà definitivamente confermata. Non c’è bisogno perciò che Seganti sostenga di aver organizzato il concerto quando, sull’altra sponda dell’oceano, nemmeno Springsteen aveva deciso di partire per il tour per vedersi dare atto del contributo o di quello, altrettanto importante, per i Green Day.

Non vorrei infine che, accantonate le sue doti di veggente e nel considerare determinanti i suoi stanziamenti, ignorasse il lavoro fatto dell’Amministrazione comunale, che con riunioni preparatorie fatte per curare ogni dettaglio, per fornire servizi e personale, ha gestito un evento che dal punto di vista dell’organizzazione complessiva è risultato eccellente come il concerto, e sicuramente, anche sul piano delle risorse, ha contribuito con una cifra equivalente se non maggiore.

+Km +Idee continua il 26 marzo

I due incontri organizzati al Savoia hanno visto una grande partecipazione e sono state tante le idee interessanti espresse dalle numerose persone che sono intervenute.

Ora trovo sia giusto proporre uno spazio per continuare i confronti per essere propositivi sia nei confronti delle elezioni regionali sia per quanto riguarda il governo della città.

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Solo così, ripensando anche all’esperienza del 2011, si ridà, attraverso la partecipazione, senso e valore alla Politica.
Per questo, mantenendo l’impegno preso al Savoia, proponiamo uno spazio aperto una vera e propria “piazza” di discussione, di proposte a, di verifica, per dare un contributo a questa campagna elettorale ma anche per farla durare ben dopo le elezioni arricchendo così la nostra capacità di governo della città e speriamo della Regione.

Per un mese la “piazza” sarà la Stazione Rogers, luogo dove intendiamo organizzare una serie di incontri sui temi più importanti. Ogni settimana sarà dedicata ad un tema, che verrà suddiviso in 3-4 giornate sulla base di un programma che costruiremo assieme.
Il primo tema scelto è quello dell’economia, ovvero di come si inverte il declino di questa città, declino che viene da lontano ma che la crisi sta accelerando, e come si ricreano le condizioni per lo sviluppo economico.

Perciò per decidere come organizzare i lavori su questo tema che caratterizzeranno la prima settimana, invito tutti gli interessati a partecipare al primo incontro martedì 26 marzo alle 18.30 alla Stazione Rogers.

Decideremo contenuti date, testimonianze, per gli appuntamenti sull’economia che si svolgeranno, idealmente tra il 28 marzo e il 4 aprile.

Porto Vecchio: l’uscita di Portocittà

Si sono dette e scritte molte cose sul Porto Vecchio.

L’uscita di Portocittà in realtà ha due motivi maturati di recente e uno che viene da molto più lontano.

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Il Porto Vecchio – La foto è di Antonio Marano www.antoniomarano.com

I motivi maturati di recente sono l’atteggiamento certo non disponibile dell’Autorità Portuale a favore dei passi necessari per rendere più fattibile il progetto, quali ad esempio, lo spostamento del punto franco e la presa d’atto, da parte della cordata, di una dimensione e una complessità dell’investimento anche alla luce del sopraggiungere della grave crisi, oltre alle “difficoltà ambientali”.

Come dicevo però, c’è un motivo che viene da più lontano: non è stata fatta una scelta chiara, con tutte le decisioni conseguenti, sul fatto che quell’area dovesse rimanere portuale o progressivamente essere protagonista di una rigenerazione urbana a tutti gli effetti.
Questa scelta sta nella testa della stragrande maggioranza dei cittadini e di quelli che, venendo a visitare Trieste, confrontano quell’abbandono con le importanti operazioni di recupero delle grandi aree portuali dismesse in tante città marittime d’Europa e del mondo.
A monte ci deve essere l’attribuzione della competenza a guidare il progetto, se deve essere porto, che sia l’Autorità Portuale, se deve diventare città, che sia il Comune, quindi una visione strategica, urbanistica con le infrastrutture adeguate e necessarie.

Per non perdere definitivamente questa opportunità e assistere passivi all’abbandono, bisogna sciogliere questo nodo. Nel farlo sorge innanzitutto un dubbio: se il regime di punto franco e quel sito fossero così appetibili, negli ultimi 20anni ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe scelto di sfruttarlo, no? A ciò si aggiungono le chiare criticità di mantenere in quell’area una funzione portuale, come fondali inadeguati, caratteristiche degli spazi dei magazzini e collegamenti, basta pensare che il traffico stradale di quella parte del porto dovrebbe impegnare le rive di una città turistica, funzione portuale che è naturalmente realizzabile nel porto nuovo; lo dice il piano Regolatore del Porto e non Roberto Cosolini.

Inoltre vi è il persistente chiacchiericcio su presunti benefici del punto franco, che non trovano alcun fondamento normativo, quale il minor costo del lavoro o le agevolazioni fiscali per l’industria.

Ad esempio, un’azienda come la Illy, decisamente globale, non avrebbe sfruttato la situazione se ci fossero dei vantaggi, visto che usa il porto di Trieste per l’arrivo della materia prima e per il trasferimento del prodotto? Quindi la distinzione non è, come qualcuno vuol far credere, tra un uso portuale-produttivo agevolato da benefici che in realtà si limitano all’extradoganailtà delle merci in transito che interessa una parte sempre minore della movimentazione portuale, e una presunta speculazione immobiliare, ma tra il mantenimento dell’esistente, che è sotto gli occhi di tutti, con qualche marginale utilizzo di piccole porzioni e una grande, per quanto difficilissima, azione di trasformazione e di valorizzazione nell’interesse della città. E’ su questo che la città si deve esprimere, sulla base di informazioni reali e oggettive, su ciò che si può fare o non si può fare, su cos’è in realtà il Punto Franco di cui parliamo, su come si sviluppano i porti moderni d’Europa e del mondo, sul modello di città verso il quale guardiamo.

Come Amministrazione, per evitare che cali il sipario, con l’unica amara curiosità di scoprire se 51% della colpa era di Autorità Portuale o di Portocittà, daremo il nostro contributo con un prossimo appuntamento, affinché la città, nelle sue componenti politiche, istituzionali, economiche, professionali e culturali possa esprimersi.

Nuovo asilo nido a settembre 2013

Mentre la giunta regionale guidata da Renzo Tondo azzera i contributi a sostegno dei gestori degli asili nido, la nostra amministrazione, nonostante i gravi tagli che investono i comuni, a settembre 2013 aprirà un nuovo asilo nido in Largo Niccolini: 21 posti in più per i nostri piccoli concittadini.

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Sostenere i genitori della nostra città nella conciliazione dei tempi di vita e sostenere l’educazione è per noi una priorità, un investimento sul futuro.

CUD Telematico: aperti 4 sportelli per aiutare i nostri anziani

Il CUD telematico ha creato diversi disagi agli anziani della nostra città.
Ci siamo attivati immediatamente per aiutarli e da martedì 19 marzo abbiamo aperto quattro sportelli dedicati esclusivamente alla gestione del CUD telematico.

Gli sportelli sono stati allestiti in via Malcanton 3 e saranno aperti fino a venerdì 29 marzo con orario dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16:30. Il servizio non sarà attivo sabato 23 marzo.

Riprendo le informazioni dal sito di Rete Civica:

È necessario presentare: il codice fiscale e un documento (carta identità, passaporto, patente o altro) che permetta il riconoscimento del richiedente (pensionati o cassaintegrati e disoccupati). La procedura che consente la visualizzazione e la stampa del CUD può essere attivata soltanto inserendo il codice fiscale che è indispensabile.
In caso di richiesta di rilascio del CUD per un’altra persona occorre avere la delega e presentare copia dei documenti di identità sia del delegante che del delegato.

Per tutte le altre informazioni cliccate sul link di Retecivica Trieste:

https://bit.ly/CUD_Anziani_e_Disoccupati

Un appello ai candidati presidenti alla Regione: reintrodurre i contributi per gli asili nido

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Con l’ultima finanziaria la giunta regionale guidata da Renzo Tondo ha azzerato i contributi annuali a favore dei soggetti che gestiscono asili nido, come ad esempio i Comuni. Questi contributi permettevano il contenimento delle rette a carico delle famiglie: la loro eliminazione comporta un aumento dei costi per le coppie e rappresenta un duro colpo al sostegno alla genitorialità.

Nello specifico il Comune di Trieste gestisce 17 strutture per l’infanzia fascia 0-3 anni e garantisce 884 posti, a questi si aggiungono 436 posti degli asili nido privati e pubblici: nell’insieme questa decisione dell’Amministrazione Tondo penalizza 1320 famiglie solo nella nostra città.

Per questo motivo chiedo ai candidati alla presidenza della Regione che si impegnino a reinserire il capitolo di spesa a favore dei soggetti gestori di nidi d’infanzia per il contenimento delle rette.

I contributi andrebbero definiti in base ai bisogni della cittadinanza e non in base alle simpatie elettorali: dalla finanziaria 2013 sono scomparsi totalmente i contributi per le rette degli asili mentre sono ancora presenti i contributi a pioggia a favore delle varie associazioni che si occupano di eventi, sport, tempo libero in Friuli.

«Il punto franco lo sposto io»

intervista al Sindaco di Gabriella Ziani

Nel gioco dei tanti cantoni la soddisfazione di avere a Trieste qualche cosa di nuovo, e un importante sussulto di economia, e cioé Porto vecchio, rischia di implodere mentre ciascuno aspetta che qualcun altro faccia la sua mossa. Nel frattempo è evidente che sono già in moto forze centrifughe. E quella sintesi operativa da molti attesa rischia di prendere il largo con buon vento. Il sindaco Roberto Cosolini a questo punto non solo lo denuncia. Dice che uscirà dal coro e farà la prima mossa. Sindaco, l’ex presidente dell’Authority Claudio Boniciolli chiede soprattutto a lei perché della questione non si parla in Comitato portuale. Come mai questo silenzio? Nella misura in cui in Comitato portuale si parlerà di Porto vecchio, io ribadirò le cose che ho sempre detto… Se il tema non venisse messo mai all’ordine del giorno, lei, che molto sollecita sullo spostamento del Punto franco, aspetterebbe per sempre? Credo sia arrivato il momento, da qui a settembre si dovrà fare il punto. Ma c’è un nodo di fondo da sciogliere, dal quale derivano tutte le subordinate, e su cui si continua a girare attorno. Porto vecchio deve essere città, oppure porto? Non ci dica che siamo ancora, o siamo tornati, a queste domande di fondo. Certo che sì. Quel Punto franco è di natura portuale. Se l’area deve diventare città (cosa su cui a parole tutti sono d’accordo) da lì si deve spostare. Sarebbe come avere un Punto franco in piazza della Borsa. Allora il sindaco intende promuovere un’azione concreta, o aspetta che altri si muovano? Per me Porto vecchio deve, inesorabilmente, diventare città. E punto. Mi pare che la concessione e in misura parziale anche il Piano regolatore del porto avveri questa destinazione. Ora siamo in una zona di transizione da un passato portuale a un futuro urbano, tra una competenza uscente e una entrante. Gli atti devono essere conseguenti, e lo sono anch’io: prima cosa, togliere il Punto franco, salvo non mi si dica che per esempio sia utile per un certo periodo all’Adriaterminal, da perimetrare. Solo come zona residuale. Ma chi deve fare questi atti? Mi sembra che tutti abbiano bisogno di chiarezza, affinché non si finisca a rimpallarsi le responsabilità. Sì, scriverò al prefetto e per conoscenza all’Autorità portuale chiedendo lo spostamento del Punto franco almeno da un’area di Porto vecchio. Dove quel Punto franco vada spostato ha tutto il diritto di dirlo l’Autorità portuale. Lì dove all’Autorità portuale non serve, invece lo togliamo. L’intensa attività dell’Authority per rivitalizzare Punti e zone franche è in dunque in evidente contrasto con la politica del Comune? Sulle scelte fondamentali di sviluppo del porto (infrastrutture, servizi ferroviari) con l’Authority possiamo essere sufficientemente d’accordo. Su Porto vecchio, e mi dispiace, la pensiamo in modo radicalmente diverso. E qui sta il nodo. Per me l’area dev’essere città, e anche uscire dalla sovranità del Demanio portuale: non mi risulta che il Demanio portuale amministri pezzi di città. Forse non è così scontato per tutti. Ma a Trieste si sono chiusi molti cicli, e questa è l’ultima possibilità di agganciare un tram. Dobbiamo remare però tutti nella stessa direzione nell’attirare investimenti, sulla base di cose reali. Anche i concessionari hanno detto che non vogliono barriere, e il Punto franco è una barriera, altrettanto lo è il Demanio, terza condizione per andare avanti è che Portocittà acceleri la presentazione di un progetto complessivo, e attrattivo di investimenti. I concessionari lamentano crisi dei mercati. E dunque? Fare l’imprenditore oggi è difficile, e io ho il massimo rispetto per chi lo fa. Ma mi sento e mi vedo spesso con l’amministratore delegato di Portocittà, Enrico Maltauro, gli ho detto che mi aspetto che se ci sono persone disposte a entrare in Portocittà con “know how” e quattrini, a loro si spalanchino le porte. Se occorre suggerire, significa che non è stato fatto? Si è presentato un imprenditore solido, Francesco Fracasso, disposto a entrare in Portocittà. Se le premesse sono quelle che mi si dice, posso solo dire che mi auguro che gli venga data la possibilità. Questo imprenditore è venuto anche da me, a sentire che cosa ne pensassi. Al momento non c’è un esito formalmente acquisito. Ma se si afferma che le difficoltà finanziarie portano a prudenza e a ricerca di partner, si accolga chi vuole investire. Il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti lavora per World trade center e Borsa merci. Utili, o cortina fumogena per frenare il resto? È solo riportare la pedina del Monopoli alla casella di partenza. In tempi migliori queste cose non ci è stato consentito di farle, oggi è particolarmente irrealistico. Qui non bisogna dividersi tra scettici e visionari, e aspettare per altri 30 anni cose che non arrivano. La partita si gioca oggi. È finita la possibilità di usare strategie frenanti. Boniciolli uscendo dal porto aveva accusato una “cupola” di potere. Lei la vede, la conosce? Certo, c’è stata, per certi versi c’è tuttora. Ha tante facce, al di là di quella che viene sempre messa al vertice, e intendo Giulio Camber. Di questo reticolo, che ha alla base fortissimi legami tra politica ed economia, logiche protezionistiche e limitazioni del mercato, a Trieste hanno partecipato e beneficiato tanti. Anche alcuni fra quelli che oggi gridano allo scandalo. È un modo di essere della città. Ma oggi non può più alimentarsi. Non ci sono più risorse. Sottolineo: il mio compito non è di dividere, bensì di unire. Per questo, cupola o non cupola, vorrei che remassimo tutti nella stessa direzione. Che giudizio dà dell’anno e mezzo di presidenza di Marina Monassi in porto? Su Porto vecchio son venuti fuori aspetti sui quali decisamente non siamo d’accordo. Sullo sviluppo del porto ci si aspetta che vengano realizzate le cose annunciate. A partire dalla bandizione delle gare per la piattaforma logistica e il terminal ro-ro alle Noghere. Quest’ultima era una promessa, mi attendo che si realizzi.

«Via il Demanio e area al Comune»

«Per un sindaco la ricerca di accordo fra istituzioni è doverosa, e poi sappiamo che discordia genera solo nuova discordia. Dunque – afferma Cosolini prima di annunciare un’altra idea da rendere operativa – io domando: qual è la base dell’accordo? Se Porto vecchio è città e porto, ci mettiamo d’accordo, altrimenti andiamo in direzioni opposte». Ed ecco il piano di lavoro su cui far camminare il processo di sdemanializzazione, affinché sia chiaro che il Comune non vuole impossessarsi di terreni soltanto con un “grazie”. «Secondo la normativa – spiega il sindaco – un processo di sdemanializzazione porta i terreni al Comune, però se il tema che sta a cuore all’Autorità portuale è il valore dell’area, si può fare un accordo fra istituzioni: una parte significativa della valorizzazione delle aree sdemanializzate può essere usata per pagare le infrastrutture del porto nuovo. Il Comune dice allo Stato: sdemanializzi l’area? Io produco in cambio un circuito che produce risorse da indirizzare alle infrastrutture portuali che Stato, ministeri, Cipe e quant’altri non riescono più a finanziare. Non userei i soldi per pagare concerti, voglio dire». Perché tutto questo possa essere almeno preso in considerazione, vanno risolti comunque i problemi obiettivi, tra cui il Piano regolatore del porto: «Questo governo, per il tipo di mandato che ha, e per il tipo di marcia che si è dato, deve garantire – prosegue il sindaco – l’approvazione del Prg, e non rinviarlo al dopo elezioni». Cosolini anche concorda sul fatto che i concessionari dovrebbero rivolgersi al governo per lanciare un appello a investitori stranieri, anche a fondi sovrani (com’era stato suggerito dal Pd Ettore Rosato). Pollice verso, al contrario, sulle ipotesi di ottenere leggi per la defiscalizzazione: «Rimaniamo coi piedi per terra – conclude il sindaco -, non stiamo ad aspettare miracoli secondo me impossibili (se poi arriveranno, li saluteremo con soddisfazione). Ma ottenere regimi fiscali particolari da questo governo, in questo momento, e su questo territorio che fra tutti, per le sue caratteristiche, non è nemmeno fra i più colpiti dalla crisi economica, mi sembra irrealistico, e mi permetto di essere scettico. Se poi qualcuno porterà a casa il risultato, ne avrà tutti i meriti, ma sarà una cosa diversa, una cosa in più. Noi oggi parliamo invece di un regime giuridico che serve a fare porto. E se per decidere sul regime del porto aspettiamo gli altri improbabili regimi agevolati, allora davvero non ci muoviamo più. Nel frattempo sulle piazze internazionali questo viene considerato il più importante intervento d’Europa che riguardi un fronte mare». (g. z.)

Per gentile concessione de Il Piccolo, intervista pubblicato il 3 agosto 2012

“No alla violenza. Sì alla vita”: il messaggio congiunto rivolto a tutti i giovani dal Sindaco Cosolini insieme al Vescovo Mons. Crepaldi

“No violenza.Sì alla vita”, è il messaggio congiunto rivolto oggi a tutti i giovani di Trieste dal Sindaco Roberto Cosolini insieme al Vescovo Mons. Giampaolo Crepaldi, spiegato nel testo di una lettera firmata a due mani che è stata presentata in una Sala Consiliare gremita di numerosi ragazzi e rappresentanti delle varie realtà diocesane e della Consulta Giovani del Comune, tra cui la presidente Caterina Conti, e consiglieri comunali, in occasione dell’anniversario della tragica morte di Giovanni Novacco (26 agosto 2011).
La lettera è stata consegnata personalmente a tutti i giovani presenti dal Sindaco Cosolini e dal Vescovo Crepaldi, nella convinzione che ‘lavorare uniti tutti assieme in un percorso univoco di civile convivenza, solidarietà e rispetto, e di affermazione di principi e valori di base quali l’onestà e l’amicizia per il bene comune, si può costruire un futuro migliore per i giovani e per l’intera comunità cittadina’.
Il Sindaco Cosolini, ringraziando Mons.Crepaldi per la fattiva collaborazione e per l’importante contributo e presenza, accogliendo i giovani con un caloroso benvenuto ha quindi rimarcato la valenza del messaggio nel ricordare la tragica morte di Giovanni Novacco: “Un anno fa la coscienza di tutta la nostra comunità veniva scossa in modo drammatico da un delitto inimmaginabile, una giornata tremenda e funesta per tutti noi, per i famigliari, per le persone vicine alla vittima. Un fatto tragico, drammatico, che ha aperto uno squarcio che forse non ci aspettavamo in una città sempre molto tranquilla e sicura, che ha creato un vuoto incolmabile e messo in evidenza i giovani che si sono macchiati di questo delitto.Giovani senza riferimenti positivi che hanno buttato via la loro vita per scelte sbagliate e criminose. Nell’interrogarci, a un anno di distanza, in una città dove la pacifica e civile convivenza sono tangibili, il ricordo di quel delitto ci dice che non bisogna abbassare la guardia, per evitare che taluni segnali e manifestazioni possano sfociare in tragedie senza fine. Ma c’è anche un altro modo per tenere alta la guardia, che riguarda la diffusione della pratica di valori positivi, quali la convivenza, la solidarietà, la fatica quotidiana di costruire un futuro che oggi appare incerto per i giovani. Occorre alimentare la capacità di credere nei principi positivi: il rispetto delle persone, l’amore per la vita e per lo studio, e per ciò che si intraprende, così si cementa la coesione, la convivenza nella comunità, soprattutto in periodi di crisi come questo. I buoni sentimenti vanno diffusi prevenendo in tutte le forme possibili l’emergere di valori negativi, sbagliati, che è più facile trovare in momenti difficili. Proporre questo messaggio positivo a voi giovani – ha concluso il Sindaco Cosolini – , assieme al Vescovo Mons. Crepaldi, ci pareva fosse il modo migliore per costruire le buone motivazioni nell’affrontare quel tipo di fenomeno e cercare di gettare le basi per costruire assieme, un futuro positivo per voi e per tutta la comunità”.
“Ringrazio il Sindaco Cosolini per questa opportunità che ci vede uniti per il messaggio indirizzato a tutti i giovani di Trieste – ha voluto sottolineare il Vescovo Mons. Crepaldi salutando tutti gli intervenuti – . Oggi si ricorda un delitto che ha costretto la città a interrogarsi sul perché e su come sia stato possibile accadere in una città così sana e sicura. Sinceramente mi ha colpito l’immediato segnale di solidarietà che ha visto l’ampia partecipazione dei giovani alla fiaccolata organizzata in città, da cui è partito un messaggio di speranza per il futuro, di rispetto e vicinanza. Fare memoria di un delitto perché c’è un male da condannare è un impegno da assumersi verso il bene, una responsabilità che coinvolge e dipende da tutti noi, ma anche da voi giovani. Riaffermare alcuni principi e valori come l’amicizia, l’onestà, incentivando la dialettica positiva e il dialogo di confronto tra persone, riveste grande importanza. Occorre collaborare tutti uniti per giocare bene la partita per il futuro di questa città, con lealtà e progettualità, con impegno attraverso azioni e percorsi comuni. Sappiate che ‘Trieste conta su di voi per andare avanti!’”

Scarica il .pdf: Messaggio congiunto Sindaco Cosolini – Vescovo Mons. Crepaldi

NORDEST SPRECO ZERO: 100 sindaci del Nordest e dell’Euroregione firmeranno la carta contro lo spreco alimentare, Capofila il Comune di Trieste

L’INIZIATIVA E’ STATA PRESENTATA AL MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI TRIESTE

Nordest spreco zero: parte da Trieste Next, con la prima Giornata contro lo spreco 2012 di Last Minute Market in programma sabato 29 settembre, la campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà i cittadini del Nordest. Nordest spreco zero è molto più di uno slogan o di un auspicio: è un percorso concreto che punta a coinvolgere 100 sindaci del territorio – capofila il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, affiancato dai Governatori della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo e del Veneto Luca Zaia – per la sottoscrizione della Carta Nordest Spreco Zero. Dieci buone pratiche, dunque, che grazie a Last Minute Market, raccolgono in modo tangibile l’impegno assunto dal Parlamento europeo lo scorso 19 gennaio, con la Risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE proposta dalla Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale sulla base della Dichiarazione congiunta contro lo spreco elaborata da Last Minute Market nel quadro della campagna europea Un anno contro lo spreco, sottoscritta nei mesi scorsi da molte personalità della cultura, della scienza, delle istituzioni (www.unannocontrolospreco.org). I 100 sindaci che aderiranno alla Carta saranno protagonisti della cerimonia pubblica della firma, prevista sabato 29 settembre, alle ore 12, nel ridotto del Teatro Verdi di Trieste, nell’ambito della prima edizione di Trieste Next – Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica (28-30 settembre 2012).
L’iniziativa è stata presentata oggi (giovedì 9 agosto), nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel Mercato Ortorfrutticolo di Trieste, alla quale sono intervenuti tra gli altri il sindaco Roberto Cosolini, con gli assessori comunali Laura Famulari, Antonella Grim ed Elena Pellaschiar, l’agroeconomista Andrea Segrè, ideatore e presidente di Last Minute Market, Filiberto Zovico, direttore di Trieste Next e Massimo Vitale, presidente dei grossisti del Mercato.
Lo spreco alimentare è uno scandaloso paradosso del nostro tempo. Mentre vi è la necessità di aumentare la produzione di alimenti almeno del 70% nei prossimi anni per nutrire una popolazione che conterà 9 miliardi nel 2050, nel mondo si spreca più di un terzo del cibo che viene prodotto. Se si potessero recuperare tutte le perdite e gli scarti, si potrebbe dare da mangiare, per un anno intero, a metà dell’attuale popolazione mondiale: 3,5 miliardi di persone.
«Proprio a partire da queste considerazioni e da questi dati – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria a Bologna, ideatore e presidente di Last Minute Market – nel 2010 abbiamo avviato la campagna europea di sensibilizzazione Un anno contro lo spreco, in stretta partnership col Parlamento europeo – Commissione Agricoltura. La crisi globale, paradossalmente, può offrire un’occasione di cambiamento, e in questo senso la società civile può dare un indirizzo importante alle forze politiche ed economiche. La Carta Nordest Spreco Zero è un esempio importante: formulata sulla base di una Dichiarazione congiunta di cittadini, esperti e operatori, verrà adottata dai pubblici amministratori e diventerà buona prassi quotidiana per i cittadini amministrati. Le nostre azioni, anche se piccole, possono veramente portare a un mondo nuovo. Dobbiamo tornare a credere nel nostro ruolo di individui-cittadini attivi nella società».
«Trieste Next ospita e sostiene con grande entusiasmo e convinzione questa iniziativa – afferma il direttore di Trieste Next Filiberto Zovico – perché compito del Salone è coinvolgere l’intero territorio su alcune questioni cruciali per lo sviluppo. Scienza e ricerca possono contribuire a costruire nuovi modelli più sostenibili e decisivo sarà in questo senso un rapporto sempre più diretto e costruttivo tra territorio e amministrazioni, imprese e ricerca. L’obiettivo che ci diamo, quello di coinvolgere a Trieste 100 sindaci del Nordest e dell’Euroregione, è esemplificativo di come, dal basso, si possono praticare politiche basate sulla sostenibilità e responsabilità».
Ringraziando Andrea Segrè per l’opportunità offerta, che ha messo in moto “una valanga positiva” a favore di un consumo più responsabile e intelligente, il sindaco Roberto Cosolini ha evidenziato come “nella Carta contro lo Spreco, non ci sono solo belle e generiche parole, ma contiene impegni amministrativi seri, ad esempio legati ai bandi pubblici per i servizi di ristorazione, dove viene chiesto alle aziende partecipanti, attribuendo adeguati punteggi, di ridurre gli sprechi delle derrate alimentari e di favorire l’utilizzo di prodotti a Km zero”. “E’ un impegno serio –ha concluso il primo cittadino- per un salto di qualità nel rapporto tra gli enti locali e le comunità di appartenenza, a favore di un consumo responsabile e senza sprechi”.
Con la sottoscrizione della Carta Nordest Spreco Zero verranno subito rese operative alcune delle indicazioni contenute nella Risoluzione europea contro lo spreco alimentare per contribuire concretamente all’obiettivo di dimezzare entro il 2025 gli sprechi alimentari, e in particolare: gli amministratori si impegnano a sostenere tutte le organizzazioni pubbliche e private che recuperano, a livello locale, i prodotti rimasti invenduti e scartati lungo l’intera catena agroalimentare per redistribuirli gratuitamente alle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo; queste iniziative, promosse da realtà come Last Minute Market, innescano circoli virtuosi perché permettono non solo di donare cibo agli indigenti, ma anche di ridurre a monte i rifiuti alimentari. La Carta prevede poi, specificamente, la modifica delle regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera, in modo da privilegiare in sede di aggiudicazione e a parità di altre condizioni le imprese che garantiscano la ridistribuzione gratuita a favore dei cittadini meno abbienti e che promuovano azioni concrete per la riduzione a monte degli sprechi accordando la preferenza ad alimenti prodotti il più vicino possibile al luogo di consumo. Inoltre la Carta richiede l’istituzione di programmi e corsi di educazione alimentare, di economia ed ecologia domestica per rendere il consumatore consapevole degli sprechi di cibo, acqua ed energia e dei loro impatti ambientali, economici, sociali.
Inoltre le Regioni, le Province e i Comuni firmatari s’impegnano a promuovere a livello normativo nazionale – sensibilizzando le rappresentanze politiche del territorio – la regolamentazione delle vendite scontate quando un prodotto è vicino alla scadenza oppure presenta un difetto; la semplificazione delle diciture nelle etichette degli alimenti per la scadenza: unica ma con due date, una che si riferisce alla scadenza commerciale (si può vendere entro una certa data), l’altra che riguarda il consumo; l’istituzione di un Osservatorio/Agenzia nazionale per la riduzione degli sprechi con l’obiettivo di minimizzare tutte le perdite e le inefficienze della filiera agroalimentare; e soprattutto, l’adozione dello Spreco Zero come orizzonte di lungo periodo, in una strategia di Rete: ovvero la riduzione progressiva degli sprechi attraverso il controllo e la prevenzione di tutte le attività pubbliche e private che implichino la gestione di cibo, acqua, energia, rifiuti, mobilità, comunicazione.
Trieste Next, il Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica si svolgerà a Trieste dal 28 al 30 settembre 2012. E’ promosso da Comune di Trieste, Università di Trieste e Nordesteuropa Editore, con il contributo di Fondazione CRTrieste. Main Partner Telecom Italia. Copromotori: Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Camera di Commercio di Trieste, Comitato di candidatura “Venezia/Nordest Capitale Europea della Cultura 2019”. Media partner: Il Piccolo, La Repubblica Affari & Finanza, Le Scienze, Radio 24, Ansa, ICMoving Channel.