UN PROGRAMMA PARTECIPATO

Nelle scorse settimane abbiamo organizzato una serie di tavoli di lavoro nella sede del Comitato Elettorale per discutere diversi temi e contribuire attivamente alla stesura del programma di mandato dei prossimi 5 anni.

Agli incontri sono stati invitati a partecipare operatori ed esperti dei vari settori, ma soprattutto tutti i cittadini desiderosi di portare il proprio contributo e le proprie idee.
Ci siamo confrontati sui temi più diversi: scuola, università, ricerca, sviluppo urbano, portualità, cultura e welfare… sono solo alcuni degli argomenti trattati durante questi primi incontri.

Sabato 30 aprile, al teatro Miela, abbiamo voluto presentare i risultati degli incontri, in una logica di condivisione degli esiti e di partecipazione attiva della cittadinanza alla stesura del programma.
In un’ora e mezza sul palco si sono alternati tutti i relatori che si sono impegnati a riassumere i risultati dei tavoli di lavoro. Vi allego qui le slide delle presentazioni e il video del mio discorso conclusivo.

In questi cinque anni avremmo dovuto comunicare di più con i cittadini il lavoro che abbiamo fatto, è una promessa che avanziamo per il prossimo mandato.
Sabato abbiamo voluto incontrarci anche per questo, per capire tutti insieme come i Triestini immaginano Trieste nei prossimi anni e come accelerare il cambiamento che la città sta già vivendo.

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SCRIVIAMO ASSIEME IL PROGRAMMA

A me piacerebbe che i cittadini partecipassero alla stesura del mio programma per i prossimi anni di amministrazione di Trieste.
Per questo abbiamo organizzato dei tavoli tematici, per discutere su alcuni argomenti e tirar fuori idee e proposte per il nostro programma.

Se vuoi partecipare, guarda sul programma qui sotto quali sono gli argomenti che ti interessano e scrivimi una mail per iscriverti.

Scarica il programma!
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#Partecipazione #AvantiTutta

 

VUOI PARTECIPARE?

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Cara amica, caro amico,

dopo la vittoria delle primarie, è ora di ricominciare: il 5 giugno ci aspetta la prossima grande sfida!

Se desideri partecipare a questa avventura e diventare parte attiva nella campagna elettorale… beh abbiamo bisogno di te, delle tue idee e di un po’ del tuo tempo!

Se sei interessato scrivi a [email protected]

#AvantiTutta!

Roberto

CONTINUIAMO INSIEME

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Care concittadine e cari concittadini,

desidero ringraziarvi con tutto il cuore per la vostra grande presenza alle Primarie e l’entusiasmante conferma che mi avete dato con il vostro voto.

Quello che è successo domenica mi ha profondamente emozionato e mi ha dato una grande gioia. Se settemila partecipanti rappresentano una vittoria molto chiara della democrazia, la maggioranza del 65 % sancisce che, come elettori di centrosinistra, condividete quanto ho fatto con la mia squadra in questi anni e guardate ai prossimi cinque con fiducia e convinzione nei progetti e nelle tante iniziative che li caratterizzeranno.

Continueremo insieme: siamo usciti dall’immobilismo di tanti anni oscuri, abbiamo messo in moto la nostra meravigliosa città e adesso la faremo correre verso i tanti obiettivi che ci stanno a cuore.
Una Trieste che amo definire solida, solidale, viva e dinamica. Una Trieste dal respiro internazionale, grazie alla ritrovata centralità del nostro porto, alle prospettive del Porto Vecchio e allo sviluppo sempre più evidente del turismo. Creatrice di opportunità per i giovani. Attenta e sensibile alle esigenze di lavoro e qualità di vita di tutti.

In queste settimane ho vissuto, inoltre, grazie a voi, tanti momenti di incontro con nuove opportunità di raccontare quello che facciamo. Rafforzeremo senz’altro questa strada di condivisione e confronto.

Ora non dobbiamo, però, dimenticare la sfida più grande che ci aspetta: il 5 giugno dobbiamo sconfiggere in modo chiaro e netto il centrodestra se vogliamo che tutto quello che per cui ci siamo battuti nelle ultime settimane diventi realtà anche per i prossimi cinque anni.

Vi chiedo, dunque, di proseguire con lo stesso impegno, per fare sì che la città che amiamo continui il percorso che ha iniziato e non rischi di tornare in quell’immobilismo che potrebbe spegnerla per tanto tempo a venire.

Ancora grazie.
Incontriamoci presto per continuare insieme.

Roberto

SULLA GIUSTA ROTTA

Venerdì al Molo IV ci siamo incontrati per parlare del presente e del futuro di Trieste, per ribadire alcune delle cose fatte, ma soprattutto per illustrare la nostra visione della città che stiamo, insieme, costruendo.

È bello trovarsi in così tanti

Nonostante sia un’abitudine per un Sindaco, è stata per me un’emozione parlare davanti a così tante persone. Ed è stato in particolare un piacere vedere fra amici, sostenitori, rappresentati di partiti, liste civiche e amministrazioni locali anche molte persone che per la prima volta partecipavano, per ascoltare cosa avevamo da dire.
Per dare continuità al nostro operato e completare un così importante cambiamento per la città c’è bisogno di tutti. Di tutti coloro che hanno a cuore il bene della città e dei cittadini.

Continuiamo sulla giusta rotta

Il titolo scelto per aprire la serata sta a significare che quanto fatto in questi primi 5 anni è stato una lavoro difficile e spesso oscuro, necessario però per sbloccare Trieste, come una nave dalle secche, e che ora è iniziata una seconda fase, quella in cui raccogliamo i frutti, quella in cui navighiamo a vele spiegate. Perché il futuro di Trieste è lì, a portata di mano, è un futuro prossimo e pieno di opportunità, ma per farlo nostro dobbiamo continuare a navigare, tutti insieme, sulla giusta rotta.

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Siamo al giro di boa, ma la svolta c’è già stata

Dopo anni in cui le opportunità venivano perse malamente e le grandi questioni non venivano affrontate oggi possiamo affermare che il vento è cambiato. Oggi sappiamo cogliere le opportunità, come il Porto, grazie al fatto che a capo dell’Autority c’è la persona giusta, e il Porto Vecchio, restituito alla città dopo decenni lasciato a marcire.
Ma sappiamo anche prenderci la responsabilità delle questioni importanti, che per tanti anni non sono state affrontate: come la Ferriera, la nostra sfida più difficile, che affrontiamo con serietà e convinzione, ma anche il Piano Regolatore, strumento fondamentale che a Trieste mancava da ben 18 anni.
La svolta c’è stata, ce ne accorgiamo ogni volta che vediamo i media nazionali e internazionali parlare di noi, sempre più spesso, con attenzione e ammirazione. Un grande orgoglio per tutti i Triestini.

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Trieste diventa città di mare

Era nel programma del 2011 e questa trasformazione è già avanzata, perché ha coinvolto il Porto, il Porto Vecchio (che prolunga il lungomare della città) e ora, nella prossima fase, vogliamo raggiungere tre nuovi importanti obiettivi: un grande museo del mare, il più grande d’Europa, che diventi un grande attrattore per la città, prolungare il Canal Grande, riportando il mare fin dentro la città, nel suo splendore originale, e liberare le rive dalle auto parcheggiate, fornendo ai cittadini spazi alternativi per permettere alle Rive di Trieste di tornare ad essere uno dei più bei lungomare d’Europa e di farlo vivere alla gente.

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Capitale europea della Scienza

Trieste deve molto alla ricerca e alla formazione: non è un caso che sia la città con la più alta concentrazione di scienziati in Europa. L’alta qualità delle nostre scuole e università, la particolarità del Nautico, la presenza delle innumerevoli realtà scientifiche di rilevanza mondiale sono un’opportunità da salvaguardare attraverso investimenti mirati e una crescita costante, con una visione ampia, internazionale. Per questo abbiamo scelto di non disperdere i fondi ma di concentrarli, ad esempio nel finanziamento di 4,4 Milioni per la piattaforma del Bio High Tech e del Digitale.

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Per i giovani, partire deve essere una scelta, non una necessità

Nella Trieste che abbiamo in mente i giovani devono non solo avere il loro spazio, ma essere il traino di tutta la società. Noi abbiamo il dovere di dar loro le opportunità necessarie.
In questi giorni li stiamo coinvolgendo nella progettazione di 3 proposte concrete per l’amministrazione, destineremo poi alla valorizzazione dell’attività giovanile 60 appartamenti in Zona Urban e un bando per finanziamenti a fondo perduto dedicato alle imprese promosse o partecipate dai giovani.

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Un’amministrazione in salute a beneficio dei cittadini

Una capace gestione delle finanze è un dovere, soprattutto in questo periodo di crisi internazionale.
Dal nostro insediamento abbiamo ad esempio tagliato le spese del Comune per gli stipendi dei CDA delle partecipate, che sono scesi dagli oltre 900.000 € ogni anno ai 380.000 € odierni. Un risparmio di 523.000 € ogni anno che, insieme alle tante altre scelte operate, ci permette in questi anni di crisi non solo di salvaguardare i servizi ai cittadini senza alcun taglio (il trasporto pubblico, le scuole, musei e teatri) ma anche di aumentare l’investimento per il sociale (sostegno per anziani, disabili, povertà, abitazione).
Trieste infatti oggi è la prima città in Italia per investimento per il sociale, con una spesa pro capite che è più del doppio della media nazionale.

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La città assolve con orgoglio il ruolo di capoluogo regionale

Non c’è contrasto tra città e regione. Perché oltre all’immobilismo dobbiamo superare il campanilismo e capire che Trieste può essere il motore dell’intera regione grazie al suo ritrovato dinamismo, alle opportunità che si stanno creando e alla sua posizione geografica, non più alla periferia d’Italia ma al centro della nuova Europa.

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Ora tutti insieme, avanti tutta!

Per completare il nostro lavoro e iniziare subito a raccoglierne i frutti, c’è bisogno di tutti. Di una squadra coesa con una visione unitaria, idee comuni e un programma che, come vedete, si sta già delineando. Questa squadra c’è ed era venerdì al Molo IV, nel pubblico che ascoltava e che ha, spesso, spontaneamente applaudito.
Vorrei ringraziare tutti loro, anche coloro che avrebbero voluto esserci ma non hanno potuto e infine ringraziare i quattro amici che sono saliti con me sul palco a dare la loro visione di Trieste per Trieste: la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, il Senatore Francesco Russo, il Presidente del Teatro Rossetti Milos Budin e l’amico ed ex Consigliere Comunale Pietro Faraguna.

A SAN GIACOMO PER VERIFICARE CON I CITTADINI LE CRITICITÀ DEL RIONE

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Il Sindaco Cosolini, invitato questa mattina da alcuni consiglieri circoscrizionali tra cui la presidente della V circoscrizione (San Giacomo-Barriera) Claudia Ponti, ha effettuato un giro nel rione di San Giacomo incontrando i cittadini, i commercianti e le associazioni.

Il primo argomento affrontato è stato quello dello spazzamento delle strade, per il quale è stato chiesto anche ai cittadini di monitorare l’esecuzione del servizio per poter individuare eventuali disservizi e, laddove necessario, intervenire per migliorarlo.

Parallelamente è stata sollevata la necessità di intervenire sull’area verde di Campo San Giacomo.

Successivamente il Sindaco ha incontrato gli operatori e gli utenti della Microarea sita nel complesso ATER conosciuto come “Vaticano”. Tra le varie criticità segnalate dai residenti vi è la consuetudine, incivile, di parcheggiare le autovettura all’interno del comprensorio, impedendo l’accesso ai mezzi di soccorso e creando non poche difficoltà ai disabili. Essendo un’area privata, attualmente la Polizia Locale non può multare le automobili in divieto, ma per ovviare a questo problema il Sindaco si impegnerà con i vertici dell’Ater per trovare una soluzione che possa valere anche per altri comprensori abitativi che lamentano la stessa problematica.

E’ previsto, infine, un nuovo appuntamento fra qualche settimana per condividere le soluzioni trovate e ricevere eventuali nuove osservazioni.

 

SULL’UNIONE DEI COMUNI E SULLA CITTÀ METROPOLITANA

L’Unione dei Comuni dell’area Giuliana in corso di costituzione in
attuazione della riforma regionale porterà sicuramente benefici ai
comuni minori, che attraverso integrazioni ed economie di scala potranno
superare il limite che la piccola o piccolissima dimensione determina
nel poter erogare  buoni servizi ai cittadini, magari attivandone di
nuovi. Beneficeranno anche su molti temi del know how che il  Comune  di
Trieste potrà dare loro grazie a esperienza e competenze solide,
strutture adeguate, abituate a governare la complessità di una città di
più di 200.000 abitanti che quindi affronta con continuità temi che in
altre situazioni magari si presentano più raramente, ma chiedono
risposte.
Qualcuno si chiede: ma serve al Comune di Trieste, tenuto conto che,
come ho avuto modo di dire, noi continueremo a gestire separatamente
dall’UTI, e quindi in totale continuità ed autonomia, servizi sociali,
scuole ed educazione, lavori pubblici e tributi, PRGC e traffico,
edilizia privata, oltre a cultura e sport, tutte materie che rimangono
esclusive del Comune di Trieste ( insomma l’80% almeno  dei servizi ai
nostri cittadini)?
Io rispondo che serve perché molte scelte vanno prese in modo coordinato
e unitario fra i Comuni di un territorio che voglia fare sistema: il
Porto di Trieste interessa due Comuni, la Zona Industriale ne interessa
3, lo sviluppo di un’offerta turistica integrata unisce mare e Carso,
città e territorio, musei e piazze con le grotte, il castello di San
Giusto con quello di Duino. La stessa collaborazione transfrontaliera
con la fascia carsica e quella del litorale istriano vuol dire per la
città ricuperare un sistema di relazioni più forte con territori che ne
hanno bisogno e di cui ha bisogno per svolgere la sua funzione di
capitale di area.
Il percorso dell’UTI serve anche perciò a collaborare, a costruire
insieme, superando anche diffidenze che ci sono e quindi è un
laboratorio per un’integrazione ancora più forte, in cui Trieste sia
punto di riferimento per il valore che genera sul territorio: ci si
avvicina e ci si unisce non perché uno si impone ma perché fa vivere
meglio.
I diversi pesi, in base ad un principio democratico, sono garantiti e
non ci sarà nessuna maggioranza possibile senza o contro il Comune di
Trieste sui temi comuni: il Sindaco di Trieste ha 15 voti su 25nell’UTI,
mentre tanto per capirci nel Consiglio della Provincia che si va a
superare Trieste ne ha 12 su 24. Quindi Trieste nell’Unione sarà sempre
maggioranza dovendo semmai sui temi fondamentali ovviamente cercare di
costruire un consenso più ampio: semplicemente  ci sarà la ricerca di
scelte e soluzioni che migliorino la vita dei cittadini di tutti i
Comuni, perché a questo serve unirsi, certo non a contrapporre il
maggior benessere di alcuni al peggioramento di altri.
L’UTI serve anche a mantenere aperta anche la possibilità di una Città,
o di un’Area Metropolitana per la semplice ragione che per farla un
giorno servirà il consenso delle comunità, la loro adesione, e allora
dimostrare che si può lavorare insieme senza essere espropriati delle
proprie peculiarità ma riuscendo a fare meglio o di più , vuol dire il
passaporto per poter poi decidere insieme sulla Città o sull’Area
Metropolitana.
È un’idea della cui positività come è noto sono e resto convinto ma che
va sottratta al rischio dell’astrattezza delle formule o delle
denominazioni per darle lineamenti concreti.
Allora, ricordo che  nel 2009, quando non si parlava di superare le
province, avevo sostenuto la necessità di unire le Province di Trieste e
Gorizia per fare sistema di tutti i fattori ( portualita ,
navalmeccanica e nautica, logistica, rapporti di confine  ecc..)che i
due territori presentavano. Per questo oggi dico che la Città o l’Area
di cui parliamo poco aggiungerà se il suo perimetro dovesse essere
quello della ex Provincia e dell’attuale UTI Giuliana mentre potrebbe
essere una grande innovazione istituzionale con ricadute effettive in
termini di governo del territorio, di messa a sistema dei punti di
forza, di economie….se altri troveranno a partire dal Basso Isontino
positiva questa prospettiva e saranno magari disposti a lavorarci
insieme. Sappiamo di diffidenze, ostacoli, paura di essere fagocitati,
diretti da altri, espropriati: e allora capiamo quanto lavorare insieme,
riconoscendo diverso peso ma pari dignità può aiutarci.

TAMBURI DI PACE: UN MESSAGGIO DI PACE IN PAROLE E IN MUSICA SUI PERCORSI DELLA GRANDE GUERRA

Nel dare inizio a questa serata di musica, amicizia e interculturalità vi invito a unirci, tutti assieme, in un affettuoso augurio di buon compleanno per i 102 anni di Borsi Pahor.

In secondo luogo voglio ringraziare tutti i partner e gli sponsor, sono veramente tanti e perciò vi rimando all’elenco integralmente trascritto sul programma, citando per tutti la Medaglia D’Oro del Presidente della Repubblica che corona al meglio la corale adesione istituzionale a questa serata.
Ringrazio, inoltre, Igor Coretti Kuret e Paolo Rumiz. Abbiamo condiviso l’idea di questa serata, l’abbiamo voluta con determinazione e voi che avete riempito questo teatro fino all’ultimo posto ci state dando ragione.

Tamburi di Pace è una serata di musica e di narrazione che parte dal ricordo di una guerra tremenda e lacerante per queste terre e per queste comunità, che ha dissolto quella che era Europa prima che diventasse l’Europa moderna, quella che conosciamo oggi; un serata che vuole trasmettere un messaggio di pace, così importante e attuale, proprio quando i segni di una nuova guerra tremenda ci toccano e ci chiedono di affrontare una gigantesca e tragica migrazione da luoghi di terrore alla ricerca di luoghi di pace e
di tolleranza.

Ma c’è qualcosa di più questa sera su questo palco con lo European Spirit
of Youth Orchestra.

Prendiamolo come simbolo positivo per ispirare la nostra città a ritrovare quel “European Spirit”, pilastro ineludibile della sua grandezza storica ma soprattutto del suo futuro, sia di commerci e di traffici, sia di circolazione di idee e di persone, di giovani e di culture. Perché questa città è una porta ed è un luogo di scambio e di incontro: lo è stata, ha dovuto rinunciare ad esserlo e oggi deve ritornare a ricoprire quel ruolo!

Questi giovani musicisti parlano molte lingue. Noi dobbiamo scegliere se vogliamo la Trieste che si riempia di giovani che parlano tante lingue, oppure che prevalga, nuovamente, il provincialismo cui l’hanno condannata muri e confini. Dobbiamo scegliere se vogliamo la Trieste dove tante famiglie italiane desiderano iscrivere i loro figli alle scuole slovene per dare loro un valore e un’opportunità in più o, invece, se subiremo ancora il riproporsi di un’intolleranza, di un ostracismo verso una lingua che da tanto tempo decine di migliaia di persone parlano su queste terre.
Vogliamo la Trieste capace, che ha saputo organizzarsi al meglio – come
nessuno in Italia – per gestire con civiltà e ordine un flusso verso cui
muri e reticolati nulla possono e nulla potranno se non perpetuare
drammi, perché nulla può fermare chi cerca per sé e per i propri figli
riparo da luoghi di morte e terrore indicibile e cerca solidarietà, oppure
vogliamo cadere nella deriva di una demagogia che cerca di costruire una
rendita di consenso drammatizzando episodi e soprattutto imponendo l’equazione immigrato=insicurezza al punto da scatenarsi se un episodio ha uno straniero per protagonista tacendo, magari imbarazzati, se gli autori sono di casa nostra?
Si parla di ordine ma c’è l’ordine che nasce da coesione, rispetto, regole e solidarietà e c’è l’ordine dell’intolleranza e dei muscoli, che ha sempre generato disordine. Dobbiamo decidere se crediamo che questa città, che certo non può isolarsi sotto una campana di vetro da una crisi difficile e da tante complessità e contraddizioni dell’epoca in cui viviamo, sia oggi una Beirut o la Los Angeles di Blade Runner, come viene dipinta da qualche recente affresco che più che tra i commenti politici, a mio avviso, starebbe bene in una galleria del surrealismo dove però troverebbe ben altre vette di espressione, o se invece crediamo in una città che sta cercando in tante sue componenti di rianimarsi proprio grazie al suo innato spirito europeo aprendo il Porto a quella crescita che decenni di rendite e di compromessi hanno bloccato, facendo del Porto Vecchio la Porta sul mare proprio di quell’Europa il cui funerale arrivava qui il 2 luglio del 1914, ritessendo rapporti con Vienna e Lubiana, ma anche con l’Istria e il Carso e riempiendosi di turisti che si mescolano con noi in un’estate viva (come non si vedeva da tanto tempo) e lavorando affinché i giovani, magari di tante lingue diverse, trovino qui il luogo dove realizzare i propri progetti di vita.

Alla fine, anche questa serata ci aiuta a riflettere e a decidere se la Trieste che vogliamo è quella di questi giovani e soprattutto se è per questi giovani.

PORTO VECCHIO: FIRMA STORICA

E’ stato sottoscritto il verbale che individua la nuova linea “dividente demaniale”, ovvero il nuovo confine tra gli immobili che potranno essere trasferiti al patrimonio disponibile del Comune e quelli che resteranno al Pubblico Demanio Marittimo, si avvicina sempre di più il materiale passaggio delle aree sdemanializzate del Porto Vecchio di Trieste al Comune secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2015 (L. 23/12/2014, n.190, art. 1, commi 618-620).

L’atto è stato firmato alla Centrale Idrodinamica dell’antico scalo triestino dal Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi, dalla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal Sindaco di Trieste Roberto Cosolini, dal Commissario Straordinario dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino, dal Comandante in II della Capitaneria di Porto Natale Serrano e dal Dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Giorgio Lillini, presenti anche numerosi componenti della Giunta Municipale e consiglieri comunali di Trieste.

“Questa firma – è stato comunemente dichiarato in un comunicato congiunto – è frutto della piena collaborazione tra l’Agenzia del Demanio e tutti gli Enti territoriali coinvolti e consentirà di liberare una parte del patrimonio immobiliare pubblico del Porto Vecchio per riutilizzarlo e impiegarlo a beneficio del territorio e delle comunità locali.”“A questo risultato – prosegue la nota – si è arrivati grazie a un impegno condiviso da parte di tutte le Amministrazioni interessate che ha permesso di accelerare i passaggi tecnici in modo da far partire subito il progetto di recupero del Porto Vecchio, un progetto strategico non solo per Trieste ma anche per tutto il Friuli Venezia Giulia. La città potrà così riappropriarsi di un’importante area storica che diventerà un volano per il futuro di Trieste.”Immediatamente dopo la firma, cui è seguita una stretta di mano collettiva dei sottoscrittori a indicare anche simbolicamente un’unità d’intenti destinata a proseguire, il Sindaco Roberto Cosolini – aprendo una serie di interventi di saluto e di compiacimento da parte di tutti i “protagonisti” dello storico avvenimento – ha espresso la propria personale “difficoltà di nascondere l’emozione, la gioia, il senso di grande responsabilità che ci coglie oggi in questa giornata di svolta epocale per la città”. E ringraziando tutti i rappresentanti degli Enti firmatari, ma anche il senatore Francesco Russo per la sua fondamentale e decisiva azione nella nota seduta parlamentare, il Governo Nazionale per l’attenzione e l’adesione alla proposta, il “pioniere” Federico Pacorini (anch’esso oggi presente) “che ancora nel 1997 dette inizio a quella ‘lunga marcia’ che solo oggi si sta concludendo anche grazie a un grande lavoro di squadra”, e poi il Prefetto Francesca Adelaide Garufi “per come ci ha accompagnato fin qui in questo percorso, ma anche, in anticipo, per il prossimo importante passaggio che le competerà per perfezionare questa sfida” (il trasferimento del Punto Franco in altra collocazione, n.d.r.), il Sindaco Cosolini ha poi osservato: “Il motto ‘Trieste torna grande‘ sembrava qualche anno fa solo uno slogan, quasi una ‘provocazione’. Oggi invece vediamo che era indispensabile sconfiggere quell’immobilismo cittadino di cui il Porto Vecchio decadente era il massimo simbolo! E creare invece le condizioni affinchè Trieste sia nuovamente capace di attirare investimenti e di riacquisire quel respiro europeo verso il quale si sta riavviando, superando ogni forma di stasi decadente”.“Oggi – ha concluso Cosolini – è una giornata fondamentale per conseguire questi obiettivi strategici, riappropriandoci di una vasta area di decisiva importanza per mettere in moto il complessivo futuro nostro, e preparandoci qui a sviluppare uno dei frontemare cittadini più attrattivi d’Europa.”“E ciò – ha tenuto a sottolineare il Sindaco – senza dimenticare che, come espressamente previsto dalla norma fatta approvare in Parlamento nel dicembre scorso, gli introiti derivanti al Comune di Trieste dalla vendita degli immobili sdemanializzati saranno devoluti all’Autorità Portuale per costruire ulteriori opere infrastrutturali nel Porto Nuovo, mentre le zone ancora operative del Porto Vecchio (Adria Terminal) rimarranno invece demanio dell’Autorità Portuale di Trieste”.

E’ toccato poi al Commissario Straordinario del Porto Zeno D’Agostino esprimere, all’unisono con il Sindaco e – come ha voluto sottolineare – “totalmente a fianco del Comune”, la “grande soddisfazione e felicità per una giornata come questa”. Soddisfazione – ha detto – nutrita anche “da due ulteriori elementi caratterizzanti: gli importanti benefici economici che ne deriveranno e i motivi di vantaggio che anche il trasferimento del Punto Franco in altre aree determinerà grazie ad alcuni elementi normativi ancora poco conosciuti e che dovremo invece sviluppare e valorizzare.”La parola quindi alla Presidente della Regione Debora Serracchiani che ha definito l’odierno avvenimento “un fatto di straordinaria importanza conseguito purtroppo dopo troppo tempo; un’occasione eccezionale di cambiamento per Trieste, ma capace di coinvolgere e trascinare con la sua forza dinamica anche tutto il resto della nostra Regione”. “All’inizio pochi ci credevano – ha osservato ancora la Serracchiani – e invece ci siamo arrivati! Adesso, ottenuto il “contenitore” bisognerà però inserirvi i “contenuti” giusti. Ma noi – ha concluso – prendiamo l’impegno preciso che questa, stavolta, non diventerà un’occasione persa!” Significativo anche l’intervento del Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi che, sottolineando l’impegno dell’Agenzia, nelle sue articolazioni nazionali e locali, “sempre al servizio del territorio e dei suoi Enti”, ha spiegato la complessità dell’operazione svolta (e tuttora in via di perfezionamento), ad esempio per delineare con la necessaria massima precisione la nuova delimitazione demaniale marittima, un’operazione di ridisegno dell’area basata su ben 88 punti di vertice, rilievi topografici, prossimi nuovi frazionamenti catastali ecc. “Il tutto – ha rimarcato Reggi – nel precipuo intento di salvaguardare un patrimonio pubblico prezioso composto da beni che non devono venir perduti ma, al contrario, recuperati e valorizzati”. Analogamente, il Dirigente del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Giorgio Lillini (soddisfazione per lo sblocco della situazione “rispetto a precedenti periodi piuttosto languenti”) e il Comandante in II della Capitaneria di Porto Natale Serrano anche lui con l’auspicio “che questa parte di porto che progressivamente moriva possa rinascere al servizio di questo autentico ‘polo d’Europa’ che è Trieste”. Appassionato infine il saluto del Prefetto Garufi che ha dichiarato a tutti i presenti di aver voluto “essere qui oggi per vedere realizzarsi un importante lavoro iniziato fin dal mio primo arrivo a Trieste, quando tutto sembrava fermo”. Rimarcando poi come sia stata “determinante la spinta normativa giunta in dicembre, senza la quale il percorso sarebbe stato di certo più complesso”.

A proposito dei Punti Franchi il Prefetto ha quindi osservato come “la potenzialità di tale regime oggi langue, ma anche questo strumento può venir utilmente rivisto e aggiornato inserendovi dei ‘valori’ aggiuntivi rispetto alle mere prerogative doganali”, per concludere che “mi sento onorata degli impegni che prossimamente mi aspettano in tal senso!”. Ancora, al termine, il Sindaco Cosolini per ribadire, con una frase densa di significati e di richiami anche storici, che “Questo luogo deve diventare la ‘porta verso il mare’ di quella parte d’Europa che questo scalo volle costruire ed ebbe, allora, come proprio Porto”.

HO TRASCRITTO NEL REGISTRO DI STATO CIVILE DUE MATRIMONI CELEBRATI ALL’ESTERO TRA DUE COPPIE DELLO STESSO SESSO

Ho deciso di procedere alla trascrizione di due matrimoni dopo che due coppie, composte rispettivamente da due uomini che si sono sposati a New York e da due donne che si sono sposate a Londra,  l’hanno richiesta presentando, per primi, tutta la documentazione completa e necessaria.

L’ho fatto convintamente per le seguenti ragioni:
•   Ho conosciuto personalmente una delle due coppie.  Sono venuti da me raccontandomi la loro storia e chiedendomi se ero disposto a fare qualcosa per i loro diritti e per il loro futuro. Sono cittadini di questa comunità, lavorano, pagano le tasse e hanno costruito un progetto di vita insieme per il quale da cittadini chiedono maggiori tutele e maggiori certezze. Da Sindaco ritengo di avere prima di tutto il compito di contribuire, per parte mia, a dar loro questa risposta. Ritengo sia mio dovere civile ed etico farlo. Rappresento la Comunità, che è la casa comune dei progetti di vita e di futuro dei miei concittadini, nel riconoscimento delle tante diversità.

•   Le due coppie si sono sposate in base a legislazioni di paesi altamente civili e democratici, con cui l’Italia ha positivi rapporti di collaborazione in tutti i campi. Sono i paesi ai quali guardiamo come riferimento di civiltà e di democrazia, abbiano guide progressiste come nel caso di Obama o conservatrici come nel caso di Cameron. È del resto questa una realtà consolidata nella grande maggioranza dei paesi più civili e avanzati in termini di diritti e di cultura, mentre all’opposto sono i paesi più oscurantisti ed arretrati quelli che addirittura perseguono l’omosessualità. Trieste, la più europea delle città italiane per storia, cultura e vocazione, non può che ispirarsi a un’idea profondamente europea di etica dei diritti civili.

•   Consapevole che questo atto potrà generare un contenzioso sono per altro consapevole, insieme ai miei colleghi, che tutto ciò dev’essere anche da stimolo per il Governo e per il Parlamento affinché si faccia una legge che dia quelle certezze che oggi mancano e ci consenta, perciò, di dare risposte ai nostri concittadini. Ho firmato e firmerò appelli in questo senso: ma quando c’è stato quell’incontro ho deciso subito che la mia risposta non poteva limitarsi a elencare le firme in calce agli appelli.

IL SINDACO IN VISITA ALL’OSPEDALE INFANTILE BURLO GAROFOLO

Sono stato al I.r.c.c.s. “Burlo Garofolo” in diverse occasioni in questi anni da Sindaco, ma in questo momento ci ritorno con un senso ben preciso che è quello di ribadire, attraverso la mia persona, l’apprezzamento e la stima verso quanti quotidianamente vi operano; inoltre, con la mia visita, voglio far sentire a tutto il personale la vicinanza della città.
Ritengo infatti che i problemi e le notizie, anche se non riguardano i risultati delle attività, non possono far sottacere come, seppur fra mille difficoltà, la professionalità e la dedizione dei medici, del personale sanitario e di tutti i collaboratori consentano a questo Istituto di operare quotidianamente con risultati che gli fanno onore.
Aggiungo ancora che per uscire da questo momento difficile serve un forte impegno attorno al nostro Ospedale infantile e anche in tal senso va la mia visita di lunedì prossimo. Un impegno che dovrà essere corroborato da un investimento del Sistema Sanitario Regionale adeguato a riconoscere e a valorizzarne la specialità. Come ho già detto in qualche occasione, certo non bastano le risorse economiche da sole a garantire risultati eccellenti, ma tali risorse rimangono comunque una condizione necessaria.