LEGGE REGIONALE SUI CAREGIVER: UN BUON INIZIO!

È stata una soddisfazione concorrere in questi giorni all’approvazione -con voto unanime del Consiglio Regionale- della legge sui CAREGIVER:
è il risultato di un lavoro che come Gruppo del PD, in primis con Chiara Da Giau supportata dal sottoscritto, abbiamo promosso presentando già nel 2020 una proposta di legge che recepiva istanze rappresentate da associazioni di volontariato e da tanti fra quei cittadini impegnati nella cura di persone care non autosufficienti.
Alla fine il risultato che ci prefiggevamo è arrivato, e va dato atto della collaborazione dell’Assessore Riccardi e degli uffici della Direzione in questa fase conclusiva.
Cosa introduce la legge:
–  il riconoscimento del caregiver come figura che concorre in pieno ai progetti personalizzati di cura delle persone
– il fatto che oltre ai parenti vengono riconosciute (non era scontato) anche le persone che prestano assistenza in quanto legate da un vincolo affettivo o di amicizia informale. Sappiamo come in molti casi di solitudine familiare siano amici o vicini di casa a farsi carico del sostegno ad una persona
– vengono riconosciuti diritti del caregiver non solo verso la persona assistita ma anche in quanto soggetto che deve conciliare vita, lavoro o studio con la funzione di cura che svolge verso una persona cara e vengono perciò previste misure di sostegno che dovranno essere varate: possibili polizze di assicurazione agevolate, iniziative per la conciliazione con lo studio dei caregiver giovani e con il lavoro di quelli occupati, interventi per la formazione e altro ancora.
Nella mia dichiarazione di voto favorevole in aula espressa a nome del PD ho anche sottolineato che è solo un inizio, perché molto resta da fare verso figure sempre più presenti e indispensabili nella nostra società. Ma intanto è un buon inizio

Incontro di presentazione bilancio di mandato

Lunedì 6 febbraio, durante un incontro pubblico presso la sala “Piccola Fenice”, intervistato dalla giornalista Paola Bolis, ho raccontato i miei 5 anni di lavoro in Consiglio Regionale.

Abbiamo parlato di Sanità, di Ambiente e abbiamo ovviamente discusso di Trieste, con un occhio rivolto agli impegni politici che ci aspettano.

Ringrazio ancora una volta le tante persone che hanno partecipato.

Per chi non fosse riuscito ad intervenire e per chi fosse interessato, ricordo che il video dell’intervista è disponibile sul mio canale YouTube al link https://youtu.be/THdbLL01POs

Trieste e le prospettive dei Balcani Occidentali

Oggi Il Piccolo ha pubblicato il mio punto di vista a proposito del vertice sui Balcani Occidentali promosso per domani a Trieste dal Governo.
In sintesi esprimo l’auspicio che non sia solo un evento “ elettorale “ perché ricuperare un’iniziativa per l’integrazione europea dei Balcani è troppo importante per l’ Europa, per l’Italia e in particolare per la Regione e Trieste.
E aggiungo che può essere decisivo il coinvolgimento effettivo della nostra città e delle sue realtà impegnate nel campo della cooperazione, dall’INCE agli enti di ricerca ed alta formazione , d alle istituzioni culturali attive in FVG alle comunità provenienti dai Paesi dei Balcani che vivono a Trieste: sono tutti già attivi in rapporti importanti e vanno valorizzati e sostenuti.

A tutela del valore del Burlo Garofolo

Il tema del futuro trasferimento del Burlo a Cattinara era già stato al centro di un’audizione in Terza Commissione del Consiglio il 19 maggio scorso, dove era emersa la necessità di adeguare, previa confronto con i professionisti che lavorano nell’Istituto, il progetto, ormai vecchio e inadeguato, per la nuova sede in modo da garantire che il trasferimento non presentasse rischi di ridimensionamento di spazi e funzioni e fosse invece coerente con i programmi di sviluppo dell’attività di cura e di ricerca propri del Burlo. E su questo tema avevo successivamente presentato anche un’interrogazione tesa a sottolineare la necessità di questo adeguamento.
Nel frattempo sono emerse nei giorni scorsi le preoccupazioni sul ridimensionamento del Centro trapianti di midollo osseo cui sono seguite le rassicurazioni dell’Assessore.
Ho ritenuto quindi che in ogni caso fosse opportuna un’audizione urgente dei direttori di ASUGI e Burlo per un aggiornamento sulla situazione e in particolare per conoscere gli esiti del lavoro di approfondimento e adeguamento progettuale con il coinvolgimento dei professionisti che era stato richiesto da numerosi consiglieri e assunto come impegno dai direttori e pertanto ho chiesto una seduta della Commissione competente. Ringrazio i colleghi del mio gruppo membri della Commissione Santoro e Conficoni e il collega Andrea Ussai del gruppo dei Cinque Stella per aver condiviso e sottoscritto con me la richiesta: ci preme che venga fatto tutto il necessario affinché il trasferimento confermi e rafforzi il Burlo come realtà di riferimento di assoluto rilievo.

Bisogna investire nella sanità pubblica!

Oggi come consiglieri del PD insieme con tutti i gruppi di opposizione abbiamo illustrato gli emendamenti unitari al bilancio regionale 2023 relativi alla SANITÀ.
L’obiettivo è investire nella nostra sanità pubblica, lo strumento principale partire dalle risorse umane, i professionisti: per averne di più, con trattamenti migliori e condizioni di lavoro sostenibili, per invertire tra l’altro un trend e che vede medici e infermieri andare via dal pubblico verso il privato.
Abbiamo proposto uno stanziamento di 50 milioni per questo fine, e altri emendamenti su formazione, guardie mediche, USCA, abbattimento rette sulle case di riposo. Abbiamo ascoltato anche le proposte del Coordinamento regionale per la sanità pubblica, promosso da tante Associazioni.
Un giornalista mi ha chiesto: “ Vi aspettate un’apertura da giunta e maggioranza ?” La mia risposta “ i precedenti non sono incoraggianti ma più che verso di noi l’apertura di chi governa in Regione dovrebbe essere rivolta ai cittadini, quelli che vanno nei Pronto Soccorso intasati, quelli che cercano un medico di base, quelli che aspettano mesi e mesi una prestazione specialistica” Sbaglio?

Giorno e notte al freddo: più degrado e meno dignità

Importante l’appello di oggi: un doveroso richiamo alle Istituzioni competenti affinché facciano la loro parte applicando le norme e magari i valori di una comunità civile. Mi viene in mente una storia, inizia come una fiaba ma non lo è.
C’era una volta…….. una città in cui Prefettura, Comune e organismi deputati all’accoglienza cooperavano, in una situazione molto simile all’attuale, adoperandosi per fornire dignitosa accoglienza ai richiedenti asilo. Ci credeva il Sindaco, ci credeva la sua maggioranza, ci credeva e si impegnava l’Assessora competente, chiamiamola Laura Famulari, e il modello era quello dell’accoglienza diffusa, ovvero della gestione di tante micro situazioni abitative per dare dignità alle persone accolte, accompagnarle e seguirle, ridurre l’impatto sociale. C’erano quotidianamente tanti problemi, ma il concerto dei soggetti impegnati li risolveva.
Si impegnavano tutti: Prefetto, Sindaco, Assessora, uffici, ICS, Caritas. E c’era tanto meno degrado nelle condizioni delle persone, più civiltà ed inclusione, meno fenomeni di criminalità. Ovviamente l’opposizione di destra sbraitava, attribuiva al Sindaco, si chiamava Roberto ma non era quello di adesso, la responsabilità della presunta ”invasione”. Poi questa accoglienza diffusa hanno cominciato ad indebolirla, la collaborazione con i soggetti impegnati si è ridotta, il sistema si è burocratizzato. E’ finita “l’invasione”? No, ma in compenso c’è più degrado, c’è meno dignità, meno civiltà, ma ci sono più emarginazione e criminalità.
Non è un lieto fine, per il momento. Ma ci sono due insegnamenti: quello che non è vero che “sono tutti uguali ” e quello che è doveroso non rinunciare alla battaglia di civiltà.

All’Ambiente non ci pensano

I temi della Politica, quelli veri, quelli che interessano i cittadini più del balletto delle candidature: tra questi l’Ambiente è tra i più sentiti, e in ogni caso è determinante per il futuro che ci attende. Ne abbiamo ormai una percezione immediata, tra innalzamento delle temperature, ghiacciai che si sciolgono, disastri ambientali sempre più frequenti, e per stare sulle nostre ultime settimane, siccità e incendi.
Tutti uguali di fronte all’ emergenza ambiente ? Anche no!
Il cdx che governa la Regione ha dimostrato pochi giorni fa come la pensa:
In una manovra di variazione del bilancio 2022 senza precedenti quanto a disponibilità di risorse ha destinato all’ambiente la miseria del 3% del totale, che superava gli 800 milioni. Una MISERIA!
Qualcuno giustamente chiederà: “ ma voi cosa avreste fatto di più e meglio ?”
La risposta più chiara e concreta sono gli emendamenti che abbiamo presentato e che la maggioranza ha, come al solito, bocciato :
-un sostegno di 10 milioni alle amministrazioni pubbliche per realizzare impianti fotovoltaici in aree industriali dismesse
-21 milioni per i gestori del servizio idrico che attuino interventi di manutenzione straordinaria della rete acquedottistica e progetti di ricupero delle acque meteoriche
-1 milione per sperimentare un contributo ai privati per sistemi di raccolta delle acque
-5 milioni per sostenere la rottamazione di veicoli inquinanti e l’acquisto di veicoli con alimentazione ibrida o elettrica
…… e molti altri per un totale di più di 50 milioni complessivi: chiedevamo insomma che dal 3% si arrivasse attorno al 10%!
Abbiamo inoltre sostenuto altre buone proposte delle altre forze di opposizione, anche queste bocciate. Questa è la sensibilità del centrodestra!
Insomma, con tutti i difetti e i limiti, ricordate che non siamo tutti uguali: come si vede ad esempio di fronte all’emergenza AMBIENTE siamo molto diversi.

Il caso Wartsila e la deindustrializzazione

Ritorno sul tema della deindustrializzazione, alla luce anche del caso Wartsila.
Nel farlo ribadisco come sia fondamentale in questo momento la più ampia unità possibile attorno ai lavoratori per difendere il loro futuro e se possibile quello del segmento produttivo di Wartsila.
Nello stesso tempo però ritengo che l’indebolimento industriale di Trieste e dell’area giuliana venga da lontano e sia stato anche facilitato da atteggiamenti,presenti nella politica e nelle categorie economiche, che ne hanno sottovalutato l’impatto, intenti com’erano nel raccontarci uno splendido futuro da ”città dei divertimenti”: come non ricordare un’assemblea generale di Confindustria alla SISSA dove il sindaco, davanti all’allora Presidente Nazionale Luca Cordero di Montezemolo, si spingeva a teorizzare la città senza industria, o un presidente della CCIAA , ahimè sempre spalleggiato da tutte le associazioni, che ha scommesso tutto nei suoi mandati su un acquario….O ancora le sparate circa un futuro nei servizi comunali (!) dei dipendenti della ferriera! Potrei continuare con esempi ma credo sia sufficiente.
Magari sarebbe già qualcosa se oggi riconoscessero di aver sbagliato…..Certo i finlandesi le loro decisioni le avrebbero prese comunque ma visione e azioni di sistema a livello locale sarebbero state più efficaci e consapevoli nel proporre un ambiente favorevole agli insediamenti produttivi.
Credo di averci provato nei cinque anni da sindaco, ad esempio pagando anche un pesante prezzo elettorale sulla vicenda Ferriera per aver favorito l’arrivo del gruppo Arvedi che in quel momento ha salvato l’azienda. Non era certo amore incondizionato per la siderurgia a caldo il mio, ma la consapevolezza che in quel momento garantire la continuità, mitigando l’impatto ambientale, era la condizione per mantenere aperta una prospettiva di utilizzo produttivo dell’area e una reale possibilità per l’occupazione.
Sappiamo come sono andate poi avanti le cose: alcuni anni di continuità appunto, riducendo l’impatto anche se azzerarlo non era possibile, e poi un’intesa che ha portato alla prosecuzione di un’attività industriale a freddo e al progetto della piattaforma logistica. Resto dell’idea che se avessi lasciato morire la ferriera avrei avuto magari più voti, ma al posto del laminatoio, della demolizione dell’area a caldo e della trasformazione logistica avremmo probabilmente un sito abbandonato ( come tanti in Italia), senza prospettive, con più disoccupati e magari con un grande problema ambientale determinato dall’abbandono al logorio del tempo degli impianti in disarmo.
Mi si dirà: l’Autorità Portuale sarebbe intervenuta comunque. Rispondo:
-sì ma con maggiori difficoltà e tempi molto più lunghi a definire accordi in una situazione di abbandono e liquidazione
e poi
-sì ma quale Autorità? Se fosse dipeso dai sopra citati teorici della deindustrializzazione al posto di D’Agostino ci saremmo trovati o la conferma della presidente del porto uscente oppure magari il subentro dell’allora, e sempre in servizio, presidente camerale.
Al di là di questo esempio, spero che l’illusione di poter garantire uno sviluppo armonico e coeso di un territorio quale il nostro prescindendo completamente dall’industria sia finalmente spazzata via.

Dove finiscono tutti questi soldi?

C’è stata una pioggia di milioni che non si era mai vista in una manovra estiva di variazione di bilancio regionale: più di 800….per capirci 10 volte quelli che aveva a disposizione il Veneto e 5 volte quelli dell’Emilia Romagna. Vorrei dirvi che sono stati impiegati nel miglior modo possibile, ma non è così: per Giunta e maggioranza di CDX del FVG bastava una gran bella distribuzione guardando al consenso elettorale. Ci abbiamo provato a proporre misure radicali sull’AMBIENTE ( cui hanno destinato la miseria del 3%di quegli 800 milioni….)quali il sostegno per l’installazione di pannelli fotovoltaici nelle aree dismesse, interventi per la prevenzione degli incendi, il sostegno alla realizzazione di sistemi di raccolta e conservazione delle acque e tante altre proposte… , o verso le IMPRESE, proponendo che oltre ai bonus per i maggiori costi sostenuti per l’energia( i ristori sono sempre graditi ma sono una tantum e poi il problema si ripete) si sostenessero gli investimenti delle imprese per dotarsi di sistemi per la diversificazione e la riduzione dei consumi energetici …. abbiamo proposto criteri, priorità e garanzia di pari possibilità per i trasferimenti per gli ENTI LOCALI ma il centrodestra ha ritenuto invece di distribuirli inaugurando una specie di nuova specialità olimpica: la gara dei 100 metri senza che tutti i concorrrenti sappiano dove è la pista e a che ora si parte! Avete capito immagino: niente bandi, criteri o scadenza per le domande……37 milioni li danno così, ai Comuni che vogliono loro, e gli altri che magari hanno esigenze più importanti che si freghino .
Delusi? Sì, perché con più di 800 milioni si poteva fare molto meglio ma i numeri in Consiglio sono questi, e possono bocciare tutto e magari poi qualcuno sottovoce ti dice” avete ragione ma…”Delusi soprattutto perché le occasioni mancate poi si ripercuotono sulla comunità. Penso alle tante emergenze di questa stagione, siccità e incendi, ai drammi e ai costi che comportano, e a quanto meno costerebbe la prevenzione …..Ma poi hai un assessore all’ambiente che mentre incombe il dramma dell’incendio e pompieri e volontari italiani e sloveni si impegnano insieme per contrastare l’incendio sembra compiacersi su FB perché le fiamme stanno lambendo la scritta “Tito” su un’altura del Carso sloveno……
Dopo la battaglia difficile, ma aperta , del 25 settembre , è in vista quella per la guida della Regione: difficile sì, ma aperta e lasciatemelo dire, da affrontare fino in fondo nell’interesse dei cittadini del FVG

Noi insistiamo

Esattamente un mese fa vi ho dato notizia di aver presentato una mozione in Consiglio Regionale, sottoscritta anche dai colleghi Russo e Ussai, che riprendeva e faceva proprie le richieste sottoscritte da circa 10.000 cittadini a Trieste, richieste tese a valorizzare la sanità pubblica e in particolare:
-rafforzamento del ruolo centrale dei distretti
-impegno totale per far fronte alle carenze di personale
-cronoprogramma chiaro dei lavori del polo di Cattinara
-coinvolgimento degli operatori
-informazione ai cittadini, in particolare sulle misure per affrontare i tempi di attesa
-dialogo periodico fra i dirigenti ASUGI e le rappresentanze appunto dei cittadini.
Ieri la mozione è stata discussa in aula e, ma non sarete sorpresi, la reazione della maggioranza e della Giunta è stata piuttosto stizzita e nervosa, ad essere indulgenti: il punto di vista sottoscritto da 10.000 cittadini è stato definito “strumentale” perché a sentir loro “ tutto funziona perfettamente “.
La richiesta di valorizzare confronto con gli operatori e dialogo con i cittadini è per loro addirittura eversiva!
Risultato: mozione votata dalle opposizioni e bocciata dalla maggioranza.
Caso chiuso? Non direi, perché i problemi ci sono e sono sotto gli occhi di tutti, e negarli sottraendosi al confronto con i cittadini è solo prova di arroganza e irresponsabilità. E noi continueremo a stare dalla parte di chi domanda un servizio migliore per la propria salute .

Sulla nuova sede del Burlo

Ho avuto modo di raccogliere nei mesi scorsi diffuse preoccupazioni dai professionisti perché il progetto del Burlo a Cattinara, al di là dei tempi dilatati, è stato all’epoca redatto in termini tali che rischierebbe di rappresentare un ridimensionamento invece che un’opportunità di crescita ulteriore che l’Istituto merita per i risultati raggiunti e che può raggiungere Già qualche mese fa ne ho parlato al Presidente della Regione e poi all’Assessore.
Ho ribadito alcuni giorni fa in Commissione Sanità del Consiglio questa posizione che il Direttore del Burlo ha di fatto condiviso, ribadendo peraltro la necessità comunque del trasferimento dagli attuali spazi, giudicati inadeguati.
Per questo ieri con un’interrogazione urgente ho chiesto alla Giunta di confermare che si va ad una revisione del progetto con un ampliamento degli spazi garantiti al Burlo e che su questa revisione saranno consultati i professionisti dell’Istituto.
Ho preso atto della risposta positiva e continuerò a tenere alta l’attenzione sul tema. Come vedete le questioni che poniamo sulla sanità sono ispirate dalla volontà di lavorare per garantire il servizio migliore ai cittadini.

Lunghi tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie specialistiche

Il tema dei lunghi tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie specialistiche, siano esse visite o esami, è un tema annoso che la pandemia ha sicuramente accentuato, ma che esisteva esisteva già prima di questi due difficili anni di emergenza.

Lo conferma l’esame che, in Sede di Consiglio Regionale, il comitato Legislazione il Controllo e la Valutazione di cui sono Presidente, ha svolto sulla “Relazione sullo stato di attuazione della legge regionale 7/2009 e sui risultati ottenuti in termini di contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni sanitarie anno 2019/2020”.

Su questo tema a breve promuoverò un incontro, finalizzato anche a valutare le misure necessarie per recuperare quella che rischia di essere una nuova vera e propria emergenza sanitaria, dovuta alla non tempestiva esecuzione delle prestazioni.

Per chi fosse interessato qui la relazione completa.