Trieste e l’industria del cinema

Fa piacere constatare che anche la destra si accorga dell’importanza della Film Commission, dopo che con l’accoppiata Tondo-Seganti era arrivata a minacciarne la stessa esistenza. Per la nostra coalizione parlano i fatti: il centrosinistra ha raddoppiato in questi anni di governo regionale le risorse per la cultura (che ora rappresentano l’1.25% del bilancio regionale), oltre a fare tre leggi quadro ed introdurre i finanziamenti triennali per dare stabilità al settore in termini di programmazione ed occupazione. Un percorso che è fondamentale continuare, e che è uno degli asset su cui il nostro territorio può costruire il suo sviluppo, la sua immagine, il suo indotto economico. Aggiungo che quando amministravamo la città avevamo dato ai festival del cinema una location adeguata e pienamente disponibile. Poi il centrodestra ha deciso che la Tripcovich va abbandonata al suo destino e mandando così i festival del cinema a tentare difficilissime, o impossibili, compatibilità di calendario con lo Stabile e con il Verdi…. eppure sono eventi culturali di grande successo di pubblico e di critica e riconosciuti sul piano internazionale.

Mobilità ciclabile

Ho sottoscritto le richieste ai candidati di impegnarsi sulla mobilità ciclabile proposteci da Ulisse FIAB.
Lo ho fatto dopo il buon rapporto di dialogo e di coprogettazione nei 5 anni di governo della città e lo ho fatto perché ritengo importante per la nostra qualità del vivere urbano e per il nostro sviluppo turistico andare avanti in questa direzione ( a proposito di turismo l’Istria ci insegna qualcosa a proposito…..)
Ho aggiunto un proposta: quella di una sede permanente di coprogettazione degli interventi con le associazioni del settore.

Rinascita Trieste

Alcuni giorni fa su Repubblica, oggi sul Corriere, si parla di Trieste e della sua rinascita: e fa molto piacere.
I segnali ci sono, le opportunità anche e c’è da lavorarci per non perdere il colpo.
Le ragioni e i meriti? Diversi e, siamo chiari, solo in parte dipende dalla politica.
Però con soddisfazione posso ricordare la città del 2011 e la scrollata che da lì ho dato all’albero dell’immobilismo: la svolta del Porto, l’azione per Porto Vecchio, le scelte per far crescere il turismo. Il momento di oggi nasce anche da lì e ben lo ricorda l’editoriale che, sostenendo con ragione che Trieste è oggi la locomotiva del FVG, ricorda che l’ex sindaco e Zeno D’Agostino qualche anno fa piombavano a Udine a dire al mondo dell’economia friulana quanto importante fosse per tutta la regione il porto, dando un bel calcio alle divisioni di campanile.
E sono gli anni in cui Trieste con crescente frequenza ricominciava ad apparire nei media nazionali ed internazionali. Adesso: lavoriamo perché il momento favorevole continui e diventi futuro vero, solido, per i nostri giovani.

Sul lavoro a Trieste

La ricerca sul mercato del lavoro a Trieste realizzata da IRES per l’Associazione Luoghi Comuni contiene molti dati interessanti che si prestano a riflessioni e proposte. Ricordo, tra l’altro, che il tema del lavoro continua ad essere fra i più sentiti dai cittadini, che nutrono una forte attesa in proposito.
Vi trasmetto alcune prime considerazioni:

La situazione a Trieste appare in miglioramento, in particolare negli anni dal 2013 al 2016 (il 2017 lo confermerà), ed è migliore rispetto al resto della Regione. Questa è una nota positiva, rafforzata dal fatto che fra i settori che registrano le migliori performance di crescita di posti di lavoro ci sono le attività legate al turismo, come la ristorazione, l’economia del mare e l’industria nel campo dell’elettronica e del digitale.

È evidente che qui ci sia il primo risultato di scelte volte a promuovere lo sviluppo di certi settori che, prima la nostra Amministrazione della città e poi il governo regionale, hanno perseguito: il rafforzamento del turismo e del porto. Per quanto riguarda l’elettronica e l’informatica c’è la conferma di una presenza maturata nel tempo e favorita dalla qualità delle risorse umane cresciute nelle industrie e nel sistema dell’alta formazione e della ricerca: progetti come quelli di Teorema possono ampliare ulteriormente questa presenza.

Era ben diversa, lasciatemelo dire, e i dati lo dimostrano, la situazione del lavoro nel 2011 quando abbiamo assunto la guida della città. Certo la ripresa è stata generale, ma a Trieste è più marcata e si vede nei settori cui abbiamo dato una svolta!

Tuttavia ci sono anche delle criticità e ne indico tre:

-il recente ritorno al tempo determinato: esaurito l’effetto della spinta al lavoro a tempo indeterminato prodotta dagli incentivi della riforma del lavoro, si è visto un ritorno ai contratti a tempo determinato;

-ma soprattutto la crescita in part time, in cui cresce il numero di coloro che non lo scelgono per ragioni di vita o di famiglia, ma che devono accettarlo: qui probabilmente c’è in una certa misura anche una nuova modalità di sfruttamento che consiste nel far figurare, e retribuire, a part time rapporti di lavoro in realtà a tempo pieno;

-la forza lavoro invecchia: si va in pensione sempre più tardi e c’è un invecchiamento generale della società. Questo è accompagnato da un accesso al mondo del lavoro che per i nostri giovani rimane difficile.

In queste settimane di campagna elettorale, perciò, discuteremo di proposte che siano finalizzate a rafforzare questi segni positivi e a contrastare la precarietà, ben sapendo che ad essere precarie sono anche le imprese (qui i dati ci dicono cose molto interessanti) e che imprese più solide producono posti più stabili, quindi dobbiamo promuovere politiche e strumenti più efficaci nei loro confronti e contemporaneamente misure efficaci in materia di lavoro.

Ci saranno proposte anche per le competenze legislative della Regione, certo non marginali, in materia di lavoro, formazione e innovazione. C’è stata una bella stagione, culminata nel 2005 con le leggi regionali sul Buon Lavoro e sull’Innovazione: oggi in una situazione certo cambiata possiamo e dobbiamo intervenire in tale senso.

SULL’UNIONE DEI COMUNI E SULLA CITTÀ METROPOLITANA

L’Unione dei Comuni dell’area Giuliana in corso di costituzione in
attuazione della riforma regionale porterà sicuramente benefici ai
comuni minori, che attraverso integrazioni ed economie di scala potranno
superare il limite che la piccola o piccolissima dimensione determina
nel poter erogare  buoni servizi ai cittadini, magari attivandone di
nuovi. Beneficeranno anche su molti temi del know how che il  Comune  di
Trieste potrà dare loro grazie a esperienza e competenze solide,
strutture adeguate, abituate a governare la complessità di una città di
più di 200.000 abitanti che quindi affronta con continuità temi che in
altre situazioni magari si presentano più raramente, ma chiedono
risposte.
Qualcuno si chiede: ma serve al Comune di Trieste, tenuto conto che,
come ho avuto modo di dire, noi continueremo a gestire separatamente
dall’UTI, e quindi in totale continuità ed autonomia, servizi sociali,
scuole ed educazione, lavori pubblici e tributi, PRGC e traffico,
edilizia privata, oltre a cultura e sport, tutte materie che rimangono
esclusive del Comune di Trieste ( insomma l’80% almeno  dei servizi ai
nostri cittadini)?
Io rispondo che serve perché molte scelte vanno prese in modo coordinato
e unitario fra i Comuni di un territorio che voglia fare sistema: il
Porto di Trieste interessa due Comuni, la Zona Industriale ne interessa
3, lo sviluppo di un’offerta turistica integrata unisce mare e Carso,
città e territorio, musei e piazze con le grotte, il castello di San
Giusto con quello di Duino. La stessa collaborazione transfrontaliera
con la fascia carsica e quella del litorale istriano vuol dire per la
città ricuperare un sistema di relazioni più forte con territori che ne
hanno bisogno e di cui ha bisogno per svolgere la sua funzione di
capitale di area.
Il percorso dell’UTI serve anche perciò a collaborare, a costruire
insieme, superando anche diffidenze che ci sono e quindi è un
laboratorio per un’integrazione ancora più forte, in cui Trieste sia
punto di riferimento per il valore che genera sul territorio: ci si
avvicina e ci si unisce non perché uno si impone ma perché fa vivere
meglio.
I diversi pesi, in base ad un principio democratico, sono garantiti e
non ci sarà nessuna maggioranza possibile senza o contro il Comune di
Trieste sui temi comuni: il Sindaco di Trieste ha 15 voti su 25nell’UTI,
mentre tanto per capirci nel Consiglio della Provincia che si va a
superare Trieste ne ha 12 su 24. Quindi Trieste nell’Unione sarà sempre
maggioranza dovendo semmai sui temi fondamentali ovviamente cercare di
costruire un consenso più ampio: semplicemente  ci sarà la ricerca di
scelte e soluzioni che migliorino la vita dei cittadini di tutti i
Comuni, perché a questo serve unirsi, certo non a contrapporre il
maggior benessere di alcuni al peggioramento di altri.
L’UTI serve anche a mantenere aperta anche la possibilità di una Città,
o di un’Area Metropolitana per la semplice ragione che per farla un
giorno servirà il consenso delle comunità, la loro adesione, e allora
dimostrare che si può lavorare insieme senza essere espropriati delle
proprie peculiarità ma riuscendo a fare meglio o di più , vuol dire il
passaporto per poter poi decidere insieme sulla Città o sull’Area
Metropolitana.
È un’idea della cui positività come è noto sono e resto convinto ma che
va sottratta al rischio dell’astrattezza delle formule o delle
denominazioni per darle lineamenti concreti.
Allora, ricordo che  nel 2009, quando non si parlava di superare le
province, avevo sostenuto la necessità di unire le Province di Trieste e
Gorizia per fare sistema di tutti i fattori ( portualita ,
navalmeccanica e nautica, logistica, rapporti di confine  ecc..)che i
due territori presentavano. Per questo oggi dico che la Città o l’Area
di cui parliamo poco aggiungerà se il suo perimetro dovesse essere
quello della ex Provincia e dell’attuale UTI Giuliana mentre potrebbe
essere una grande innovazione istituzionale con ricadute effettive in
termini di governo del territorio, di messa a sistema dei punti di
forza, di economie….se altri troveranno a partire dal Basso Isontino
positiva questa prospettiva e saranno magari disposti a lavorarci
insieme. Sappiamo di diffidenze, ostacoli, paura di essere fagocitati,
diretti da altri, espropriati: e allora capiamo quanto lavorare insieme,
riconoscendo diverso peso ma pari dignità può aiutarci.

TAMBURI DI PACE: UN MESSAGGIO DI PACE IN PAROLE E IN MUSICA SUI PERCORSI DELLA GRANDE GUERRA

Nel dare inizio a questa serata di musica, amicizia e interculturalità vi invito a unirci, tutti assieme, in un affettuoso augurio di buon compleanno per i 102 anni di Borsi Pahor.

In secondo luogo voglio ringraziare tutti i partner e gli sponsor, sono veramente tanti e perciò vi rimando all’elenco integralmente trascritto sul programma, citando per tutti la Medaglia D’Oro del Presidente della Repubblica che corona al meglio la corale adesione istituzionale a questa serata.
Ringrazio, inoltre, Igor Coretti Kuret e Paolo Rumiz. Abbiamo condiviso l’idea di questa serata, l’abbiamo voluta con determinazione e voi che avete riempito questo teatro fino all’ultimo posto ci state dando ragione.

Tamburi di Pace è una serata di musica e di narrazione che parte dal ricordo di una guerra tremenda e lacerante per queste terre e per queste comunità, che ha dissolto quella che era Europa prima che diventasse l’Europa moderna, quella che conosciamo oggi; un serata che vuole trasmettere un messaggio di pace, così importante e attuale, proprio quando i segni di una nuova guerra tremenda ci toccano e ci chiedono di affrontare una gigantesca e tragica migrazione da luoghi di terrore alla ricerca di luoghi di pace e
di tolleranza.

Ma c’è qualcosa di più questa sera su questo palco con lo European Spirit
of Youth Orchestra.

Prendiamolo come simbolo positivo per ispirare la nostra città a ritrovare quel “European Spirit”, pilastro ineludibile della sua grandezza storica ma soprattutto del suo futuro, sia di commerci e di traffici, sia di circolazione di idee e di persone, di giovani e di culture. Perché questa città è una porta ed è un luogo di scambio e di incontro: lo è stata, ha dovuto rinunciare ad esserlo e oggi deve ritornare a ricoprire quel ruolo!

Questi giovani musicisti parlano molte lingue. Noi dobbiamo scegliere se vogliamo la Trieste che si riempia di giovani che parlano tante lingue, oppure che prevalga, nuovamente, il provincialismo cui l’hanno condannata muri e confini. Dobbiamo scegliere se vogliamo la Trieste dove tante famiglie italiane desiderano iscrivere i loro figli alle scuole slovene per dare loro un valore e un’opportunità in più o, invece, se subiremo ancora il riproporsi di un’intolleranza, di un ostracismo verso una lingua che da tanto tempo decine di migliaia di persone parlano su queste terre.
Vogliamo la Trieste capace, che ha saputo organizzarsi al meglio – come
nessuno in Italia – per gestire con civiltà e ordine un flusso verso cui
muri e reticolati nulla possono e nulla potranno se non perpetuare
drammi, perché nulla può fermare chi cerca per sé e per i propri figli
riparo da luoghi di morte e terrore indicibile e cerca solidarietà, oppure
vogliamo cadere nella deriva di una demagogia che cerca di costruire una
rendita di consenso drammatizzando episodi e soprattutto imponendo l’equazione immigrato=insicurezza al punto da scatenarsi se un episodio ha uno straniero per protagonista tacendo, magari imbarazzati, se gli autori sono di casa nostra?
Si parla di ordine ma c’è l’ordine che nasce da coesione, rispetto, regole e solidarietà e c’è l’ordine dell’intolleranza e dei muscoli, che ha sempre generato disordine. Dobbiamo decidere se crediamo che questa città, che certo non può isolarsi sotto una campana di vetro da una crisi difficile e da tante complessità e contraddizioni dell’epoca in cui viviamo, sia oggi una Beirut o la Los Angeles di Blade Runner, come viene dipinta da qualche recente affresco che più che tra i commenti politici, a mio avviso, starebbe bene in una galleria del surrealismo dove però troverebbe ben altre vette di espressione, o se invece crediamo in una città che sta cercando in tante sue componenti di rianimarsi proprio grazie al suo innato spirito europeo aprendo il Porto a quella crescita che decenni di rendite e di compromessi hanno bloccato, facendo del Porto Vecchio la Porta sul mare proprio di quell’Europa il cui funerale arrivava qui il 2 luglio del 1914, ritessendo rapporti con Vienna e Lubiana, ma anche con l’Istria e il Carso e riempiendosi di turisti che si mescolano con noi in un’estate viva (come non si vedeva da tanto tempo) e lavorando affinché i giovani, magari di tante lingue diverse, trovino qui il luogo dove realizzare i propri progetti di vita.

Alla fine, anche questa serata ci aiuta a riflettere e a decidere se la Trieste che vogliamo è quella di questi giovani e soprattutto se è per questi giovani.

ACCESSIBILITÀ DEL TERRITORIO TRIESTINO DA PARTE DELLE PERSONE DISABILI

Partecipata conferenza stampa oggi in Municipio, tutta incentrata sullo specifico tema dell’“Accessibilità del territorio triestino da parte delle persone disabili”, con la numerosa presenza di Enti, istituzioni e organismi del territorio, tutti per mettere in luce e rimarcare i molti risultati già ottenuti in questi anni e le altrettanto nutrite iniziative tuttora in campo e in progetto in quest’ambito, e contestualmente respingere l’immagine negativa che di Trieste ha dato, su questi aspetti, un recente servizio del TG2 della RAI andato in onda lunedì sera (24 agosto).

A ribadire e spiegare, con la giusta dovizia di dati e dettagli, le ragioni della nostra città sono intervenuti per il Comune il Sindaco Roberto Cosolini con gli Assessori alle Politiche Sociali Laura Famulari, ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto e alla Pianificazione Urbana Elena Marchigiani, per la Provincia l’Assessore alle Politiche Sociali Roberta Tarlao, per la Trieste Trasporti il direttore d’esercizio Roberto Gerin, per la Camera di Commercio e Confcommercio il presidente Antonio Paoletti, per la Federalberghi la presidente provinciale Cristina Lipanje, per l’A.A.S. n° 1 “Triestina” il direttore del Coordinamento socio-sanitario Flavio Paoletti, per la Consulta Disabili il presidente provinciale Mauro Morassut, per il progetto “Trasporto Facile” e il portale TriesteAbile il responsabile Stefano Marchesoni, per l’Università, e in particolare per il Progetto LabAc (Laboratorio di Accessibilità), Elisabeth Antonaglia e Silvia Grion del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, presenti anche la presidente di Promotrieste Gabriella Kropf nonché funzionari e dirigenti dei competenti settori di ciascun Ente.

Ha introdotto il Sindaco Cosolini innanzitutto ringraziando i rappresentanti delle diverse istituzioni che, con una così ampia presenza, hanno voluto intervenire oggi in Municipio – sede massimamente simbolica dell’intera città – a testimoniare del comune e condiviso disagio provato nell’assistere al servizio del TG2, volendo invece ristabilire la verità e dar conto, ognuno per la sua parte, di quanto positivamente svolto per garantire a questa città un quadro di servizi e di attenzioni verso le persone più in difficoltà ben diverso da quello descritto.
“Infatti, se le cose raccontate dal servizio televisivo sono vere – ha osservato Cosolini -, va però detto che affinchè il quadro di qualsiasi situazione sia davvero realistico ed effettivamente veritiero, la realtà va raccontata tutta intera, il più possibile completa, e non a pezzettini e trascurando tanti, troppi aspetti importanti. Non è certo così che il telespettatore che non viva e non conosca di persona la nostra realtà se ne può fare una visione esatta!”
Puntando poi l’attenzione su alcuni dei punti toccati nel servizio, il Sindaco ha rilevato come “è ovvio che alcuni esercizi e negozi cittadini, così come edifici e sedi diverse, non siano ancora adeguati alle necessità dei disabili, sia a causa della loro più antica costruzione che, molte volte, per prescrizioni di tutela architettonica. Ma non si può disconoscere come invece molti, specialmente nelle costruzioni più recenti o ristrutturate, si siano invece pienamente adeguati a tali esigenze.”
“Discorso esattamente analogo va fatto per il nostro trasporto pubblico locale, dove mentre l’intero parco bus – “che non dimentichiamolo è tra i più nuovi d’Italia, con non poche spese per gli Enti”, ha rimarcato il Sindaco – è completamente “a misura di disabile”, non si può prendere a unico esempio per un servizio tv proprio , e soltanto, lo storico Tram di Opicina che per l’antica costruzione delle sue vetture, ma anche per le fermate in pendenza del suo percorso, non può venir modificato a tal fine, oltre a essere protetto – linea e vetture – dai vincoli di tutela storico-culturale; trascurando pure il fatto che comunque per recarsi al borgo dell’altipiano carsico qualunque persona, anche disabile, può utilizzare in alternativa i bus della linea 4 della Trieste Trasporti.”
“E anche per quanto riguarda gli accessi al mare, bisognerebbe ricordare che la Costiera triestina non è in nulla simile a qualunque altra riviera adriatica. E tuttavia gli accessi ci sono e, per quanto concerne quelli di competenza del Comune, non solo ai “Topolini” di Barcola ma anche al bagno alla Lanterna, in piena città, dove – tra l’altro – proprio questo venerdì sarà inaugurata una nuova speciale “poltrona” per la discesa in acqua dei disabili.”
“Più in generale – ha concluso Cosolini – nessuno potrà obiettare che rispetto a una ipotetica “accessibilità totale” di tutti gli spazi, sedi, luoghi di un territorio, una pubblica amministrazione, agendo necessariamente in modo progressivo e nei limiti delle proprie disponibilità, non possa che rispettare un proprio – e oggettivo, “anche perchè costantemente discusso e concordato con le associazioni dei diretti interessati, cioè appunto dei disabili” ha rimarcato il Sindaco – ‘codice’ di priorità, inserendo ovviamente ai primi posti la mobilità stradale più agevole possibile per queste persone – con adeguati attraversamenti, abbassamenti di marciapiedi, parcheggi riservati – e, naturalmente, l’accesso alle scuole e ai principali servizi pubblici. In questo senso abbiamo operato, riteniamo in modo e misura efficace, sempre con l’impegno ad ancora migliorare, con la costante collaborazione della Consulta dei Disabili e in coordinamento con gli altri Enti cittadini.”
“E solo per fare un esempio dell’attenzione della nostra città verso questa categoria di persone – ha voluto ancora rimarcare il Sindaco – desidero ricordare un dato molto significativo riguardante proprio il rilascio di autorizzazioni per persone con disabilità che nello scorso anno (secondo i dati sul 2014 forniti dalla Polizia municipale) ha toccato la cifra (crescente) di 3302 contrassegni assegnati rispetto a un Comune come Torino che nello stesso anno ne ha emessi 3538, però sulla base di una popolazione di oltre 800 mila abitanti rispetto ai nostri 200 mila !”

Da rilevare, sullo stesso punto, che per il 2015 sono già stati distribuiti a Trieste 3463 contrassegni, mentre sono istituiti 157 posteggi personalizzati e 525 stalli generici.

Dopo il Sindaco, il “tema” è stato ripreso e ampliato nei dettagli dall’Assessore comunale alle Politiche Sociali Laura Famulari che ha rivendicato “il grande e fruttuoso lavoro di rete, sinergico e multidisciplinare, svolto dalle istituzioni e dalle associazioni del territorio, su un terreno che tutti consideriamo di massima importanza; lavorando insieme anche grazie alla metodologia e agli obiettivi chiaramente delineati nell’ambito del Piano di Zona.”
La stessa Famulari ha anche ricordato la mappatura di tutte le abitazioni della città dove abitano persone disabili, avviata a partire dallo scorso anno in stretta collaborazione con i Vigili del Fuoco, l’A.A.S. n° 1 “Triestina”, TriesteAbile e Televita, allo scopo di agevolare il soccorso a domicilio in caso di necessità.

Per gli altri importanti progetti e servizi messi in campo, l’Assessore provinciale alle Politiche Sociali Roberta Tarlao, e poi, per l’Università Elisabeth Antonaglia e Silvia Grion hanno spiegato la basilare importanza del Progetto LabAc (Laboratorio di Accessibilità), avviato sperimentalmente dal 2013 e orientato fondamentalmente al miglioramento dell’accessibilità degli spazi aperti cittadini, operante mediante un “tavolo tecnico” coordinato dalla Provincia con il supporto scientifico del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Ateneo. Il progetto ha permesso la costruzione di un database che, tramite una specifica “applicazione”, consentirà di conoscere in anticipo il “grado di accessibilità” di un qualsiasi percorso cittadino da parte di un potenziale fruitore permettendogli quindi di valutare, in base alle proprie capacità, la modalità migliore per affrontare il percorso stesso.

Il direttore d’esercizio della Trieste Trasporti Roberto Gerin ha illustrato dal canto suo il Progetto Trasporto Facile, attivato anch’esso in sinergia fra tutti i Comuni della provincia, la Provincia stessa e l’A.A.S. n° 1 “Triestina”, costituito da un sistema di raccordo dei trasporti per persone con disabilità del nostro territorio, “forte” di base di un parco di 271 autobus, tutti muniti di pedana per disabili e sistemi acustici per ipovedenti, più 13 taxi e 2 auto noleggio con conducente attrezzati per il trasporto di persone su carrozzina, nonché provvisto di un numero verde, 800 007 800, cui richiedere anche trasporti su prenotazione (circa 200 al mese gestiti in tal modo dal servizio Trasporto Facile, con un 60% di persone che in precedenza non organizzava autonomamente i propri trasporti!).

E mentre gli Assessori Dapretto e Marchigiani hanno parlato degli interventi attuati dai Lavori Pubblici e dal Servizio Strade del Comune di Trieste nonchè nell’ambito del Piano del Traffico, anch’essi ribadendo la stretta collaborazione con le diverse associazioni dei disabili, non solo motori ma anche della vista e dell’udito, in primo luogo per l’eliminazione delle barriere architettoniche ovunque possibile, e i presidenti di Confcommercio Antonio Paoletti e di Federalberghi Cristina Lipanje hanno sottolineato gli sforzi in atto nei rispettivi ambiti ed esercizi specialmente per adeguare il più possibile i locali e gli edifici di vecchia costruzione, e il direttore socio-sanitario dell’l’A.A.S. Flavio Paoletti ha rimarcato l’opera di mappatura della città e il “budget di salute” stanziato dall’Azienda a favore delle attività delle persone con disabilità, i due rappresentanti della “categoria” Mauro Morassut della Consulta Disabili e Stefano Marchesoni di TriesteAbile hanno all’unisono ringraziato il Comune e gli altri Enti riconoscendo “il grande lavoro collettivo che stiamo portando avanti” e bocciando invece una trasmissione che ha dato un’immagine davvero negativa e non reale della nostra città.

Da segnalare ancora, tra le altre notizie diffuse nell’occasione, quella dell’ascensore del nuovo Park San Giusto, che sarà aperto anche a terzi e che consentirà ai disabili di raggiungere direttamente il Colle di San Giusto grazie a una rampa montascale, nonché la previsione, in attuazione del Piano Generale del Traffico Urbano, dell’istituzione entro l’autunno di un’agevolazione per persone disabili pari alla prima ora gratuita di parcheggio in tutti gli stalli a pagamento di superficie del territorio indipendentemente dal gestore (Esatto, TTP, Saba, Park San Giusto).

Fonte ReteCivica

CONTINUA IL TREND POSITIVO DELLE PRESENZE DI TURISTI IN CITTA’

Nel 2012 Trieste “vinceva” la classifica delle 10 città al mondo meno celebrate della Lonely Planet, una città dalle grandi possibilità ancora poco conosciuta al grande pubblico.  A distanza di poco meno di 3 anni, dopo un lavoro di squadra e diversi investimenti, la nostra città sta vivendo un ottimo periodo di affluenza turistica e anche la stampa, nazionale e internazionale, continua a dedicarle spazio e attenzione.

Il mensile inglese Monocle, una delle pubblicazioni più note a livello mondiale, ha indicato Trieste una delle dieci città di tutto il mondo da visitare assolutamente inserendola nella lista di “The Escapist”  lo speciale estivo per viaggiatori della nota rivista londinese. Anche il Financial Times parla di Trieste. Oltre a consigliare di comprare casa nella nostra città, considerato un buon investimento per il futuro, la ritiene una meta ideale per un soggiorno estivo per bellezza, storia e cultura. Invece, proprio in questi giorni, è Piazza dell’Unità d’Italia a spopolare sul web e a trionfare al contest online lanciato da “La Lettura”, inserto del Corriere della Sera, che l’ha proclamata la piazza più bella d’Italia, dimostrazione che anche la reputazione web della nostra città continua a crescere, a generare curiosità e ad attirare nuovi turisti.

Che Trieste piaccia è sotto gli occhi di tutti, soprattutto in questi primi mesi dell’anno ognuno ha potuto imbattersi in scolaresche e gruppi di viaggiatori alla scoperta delle meraviglie della nostra città. Tant’è vero che se si raffrontano i dati del primo semestre del 2015 con lo stesso periodo del 2014 delle due più importanti Associazioni di guide turistiche che operano sul territorio regionale, si evidenzia un 30% in più di servizi svolti nella sola provincia di Trieste, con una netta prevalenza, circa il 95%, delle richieste per le attrazioni e i siti culturali del nostro Comune. Si tratta, infatti, per lo più di un flusso di turismo scolastico italiano, attratto dal centenario della Grande Guerra ma, come dimostrano  i dati, non si è concentrato solo su Redipuglia e Gorizia, bensì ha creato interesse anche per la nostra città.

Ma nel dettaglio, che tipo di ricadute economiche genera la presenza di turisti sul territorio? In base agli studi condotti da Unioncamere e ISTAT “Viaggi e vacanze” nel 2014 l’impatto economico generato dalle spese sostenute complessivamente dai turisti italiani e stranieri (considerando sia coloro che pernottano nelle strutture ricettive che i turisti che alloggiano nelle abitazioni private) nel corso della vacanza è imputabile: quasi il 47% al core business del settore, ovvero alle spese sostenute per alloggio e ristorazione, il 18% al settore manifatturiero in spese di abbigliamento, calzature, ecc), il 18% alle attività ricreative, culturali e di intrattenimento, il 14% al settore agroalimentare e il 3% ad altre attività. Le aree economiche interessate dalle ricadute del turismo sono, quindi, la ricettività, la ristorazione nelle sue diverse forme, l’enogastronomia, la fruizione culturale, l’attività manifatturiera e lo shopping. In particolare, il turista che visita l’Italia spende circa 111 euro al giorno e nelle città la spesa viene valutata leggermente superiore alla media. Un effetto più che positivo che crea occupazione e dà ossigeno all’economia del nostro territorio.

La crescita del turismo a Trieste è corroborato anche dalle posizioni delle categorie economiche, sono buone le notizie che arrivano in questi mesi dagli albergatori e i primi dati della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, di Trieste confermano le previsioni fatte solo poche settimane addietro dall’ufficio studi di Roma: dopo cinque anni di segno negativo la domanda turistica interna inverte la tendenza e torna a crescere. Le presenze turistiche in città si stanno concentrando sempre più nei mesi di luglio e di agosto con una ripartizione delle spese al 65% per gli italiani mentre il restante 35% proviene dalle tasche dei turisti stranieri. La Fipe sostiene che quest’inversione di tendenza segnala finalmente una ripresa della fiducia da parte degli italiani, incoraggiati dal persistente bel tempo che – dopo il disastro meteorologico dell’anno scorso – ha dato ossigeno a tutti ma in particolare agli stabilimenti balneari. La spesa per il cibo sta crescendo di oltre il 2% rispetto al 2014 e conferma che la ristorazione è fondamentale per l’offerta turistica. Un risultato da ascrivere al merito delle tantissime imprese del settore, che esprimono i migliori valori dell’accoglienza, partendo dalla qualità dei prodotti e dal servizio. Nel nostro Comune, conclude la nota della FIPE, si è registrata una tendenza all’aumento medio settimanale delle presenze in periferia (+5% di turisti) probabilmente dovuto alle calde temperature del centro ed ad una sostanziale tenuta delle presenze di turisti lungo le Rive ed alcuni assi viari che ormai contraddistinguono la vita turistica della città.

Anche i dati relativi al comparto della crocieristica sono positivi, secondo Trieste Teriminal Passeggeri i passeggeri delle navi da crociera movimentati quest’anno nel periodo dal 1° gennaio al 10 agosto, sono stati 65.121 lo scorso anno, invece, nel medesimo periodo, erano passati 13.481 passeggeri. Tra l’altro, si confermano i buoni numeri relativi al collegamento con l’Istria tramite aliscafo e altrettanto buone sono le presenze sulle linee marittime che collegano Trieste a Grado e Trieste a Muggia.  A proposto di trasporto pubblico locale, proprio il Tram di Opicina ha registrato un grande successo turistico. Nel secondo trimestre dell’anno in corso i passeggeri sono aumentati dell’8% dimostrando un grande interesse per le vetture storiche e per la tratta, particolarmente suggestiva, che collega il cento di Trieste all’altopiano carsico. Il tram, infatti è considerato sempre più un simbolo della nostra città, vera attrazione per i turisti che in tal modo hanno anche l’occasione di vistare e scoprire il Carso e il borgo di Opicina.

Per concludere, il quadro generale conferma che le scelte che si sono fatte stanno portando a buoni risultati, la strada intrapresa è quella giusta, il lavoro da fare è ancora tanto ma i primi benefici per la comunità stanno arrivando.

TORNA L’ENTUSIASMO PER LO SPORT CITTADINO

Dopo molti anni difficili, dovuti più a difficoltà finanziarie che sportive, le squadre di Trieste si stanno rilanciando alla grande.

L’anno scorso i Triestini hanno potuto ammirare lo splendido campionato dei ragazzi del basket, conclusosi addirittura al secondo turno dei playoff, spinti anche da uno straordinario pubblico che ha impreziosito la cornice del Palatrieste. Nella Pallanuoto abbiamo gioito per l’esaltante promozione in A1 della squadra di Pallamano, dopo una cavalcata in regular season di 20 vittorie consecutive e una cornice di pubblico straordinaria per questo sport, anche per molte grandi partite fra le più importanti squadre europee.

A dimostrare che questi risultati non sono un caso, ma frutto di un’inversione di tendenza, arrivano le notizie estive. La Pallacanestro Trieste sta costruendo una squadra per ripetere l’impresa dello scorso anno, magari togliendosi qualche soddisfazione in più, ma sempre coerente con la filosofia del presidente Ghiacci: squadra giovane e con forte aderenza al suo territorio. Sono arrivati l’americano Jordan Parks, l’ala bulgara Hristo Zahariev e il lungo Matteo Canavesi (al momento in prova) senza dimenticare il ritorno a casa di una bandiera come Pecile, l’inserimento dei giovani e dei talenti locali, che ci fa ben sperare per l’apertura di un vero e proprio ciclo.

All’indomani della promozione della Pallanuoto nella massima serie, il presidente Samer aveva promesso che la squadra si sarebbe attrezzata, senza stravolgimenti, per assumere un ruolo da protagonista e non da comprimaria, anche in serie A1. Ebbene sembra che le promesse saranno mantenute, con l’arrivo di atleti di primissimo livello: il nazionale brasiliano Gustavo Guimaraes, il croato Marko Elez, che l’anno scorso è stato finalista di Champions con il Primorje Rijeka, e Niccolò Rocchi, nazionale azzurro under 20.

Tante belle realtà si sono poi confermate con continuità e ottimi risultati e completano questo dato positivo…

Infine il calcio.  E’ il settore in cui abbiamo sofferto maggiormente, a causa di una lunga serie di infelici gestioni finanziarie. L’anno scorso la nuova proprietà, anche questa discussa, alla fine ha comunque portato alla salvezza nella categoria. Quest’anno sembra che gli investimenti nell’ambito sportivo siano decisamente maggiori e sta nascendo una squadra con talenti di categoria superiore: è presto per dire se siamo sulla buona strada, quella della solidità indispensabile per tornare protagonisti in serie D senza le sofferenze dello scorso campionato ma questo è certo l’augurio che facciamo al calcio cittadino.

Le sensazioni, per lo sport cittadino, sono estremamente positive, ma i risultati non possono prescindere dalla grande passione del pubblico che ha accompagnato tutto lo sport cittadino nella scorsa stagione.

TRIESTE CAPITALE DEL CAFFÈ, IL GUSTO DI UNA CITTÀ.

Il Salone degli Incanti, dal 22 luglio all’8 novembre, ospita la mostra a ingresso libero “Il gusto di una città – Trieste capitale del caffè”. Un’esposizione che racconta l’articolato processo sovranazionale e multiculturale di questa bevanda e il ruolo centrale assunto nei secoli dalla città di Trieste nella sua produzione e commercializzazione.

Promossa da Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Camera di Commercio di Trieste, Illycaffè e Trieste Coffee Cluster, la manifestazione è collegata ad Expo 2015, di cui Illycaffè è Official Coffee Partner nonché curatore del Coffee Cluster.

Trieste Capitale del Caffè non è semplicemente una bella mostra, è l’occasione per ribadire su un piano internazionale, grazie anche alla vetrina dell’Expo, che Trieste è la Capitale del Caffè perché in questa città caffè è portualità e industria, storia e cultura , tradizione e innovazione , professionalità e gusto. È uno dei ponti tra il nostro grande passato e un futuro da costruire giorno per giorno con le aziende che qui hanno radici solide ma che portano questa bevanda e i suoi straordinari aromi a milioni di persone in tutto il mondo.

Sono moltissimi gli elementi innovativi: percorsi interattivi, apparati multimediali, fotografie, “blob” filmici, ma anche musica e concerti per evocare le atmosfere storiche di questa bevanda, incontri elaboratori didattici curati dall’Università del Caffè, un bookshop a tema e, naturalmente, un bar dove degustare il meglio delle preparazioni a base di caffè.

Sulle pareti del Salone si dipana la storia del caffè, dal chicco alla tazzina, illustrata e spiegata attraverso un percorso espositivo che si snoda attraverso grandi stampe del lavoro svolto dal grandissimo fotografo Sebastiao Salgado e rievocando anche le atmosfere degli storici locali che hanno contribuito alla formazione, nell’immaginario collettivo, della Trieste Mitteleuropea, Vienna, Praga e Budapest. Lungo le pareti del Salone su schermi scorrono rarissime foto storiche delle città e dei loro caffè letterari, rintracciate negli archivi dell’Österreichischen National bibliothek di Vienna, del Museo della Città di Praga e della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste. Durante il giorno ci saranno laboratori, dibattiti e tavole rotonde sul caffè a tema artistico, tecnologico e scientifico ma anche “musicabaret” e appuntamenti dedicati ai bambini.

La mostra ha già ospitato diversi spettacoli musicali tra cui un evento con Moni Ovadia ha registrato un elevatissima presenza di pubblico. Ricchissimo il programma di spettacoli e concerti che vedono la partecipazione di protagonisti del mondo musicale e culturale: tra essi la stella del jazz, il trombettista Enrico Rava; il pianista premio Čaikovskij Pietro de Maria insieme all’attore Sandro Lombardi; il pianista serbo Vladimir Maric con Vanni De Lucia; la scrittrice Slobodanca Ciric; il contrabbassista Marc Abrams e il sassofonista jazz Pietro Tonolo, il fado e il tango di CIRKUSZ- KA da Budapest, le musiche barocche del CAFEBAUM ENSEMBLE – e altre formazioni emergenti; le letture di Omero Antonutti, Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini e ritornerà anche il grande mattatore Moni Ovadia con Cabaret Yiddish.

Per il programma completo triestecapitaledelcaffe.it.

22 luglio – 8 novembre 2015 dalle 10 alle 23

Lunedì chiuso

TRIESTE ESTATE 2015

Trieste Estate è spettacolo, cinema, musica, teatro, letture, intrattenimento per i più piccoli e molto altro. È l’estate della nostra città. Sono quasi 150 gli eventi del programma che in questi mesi hanno animato e animeranno la stagione dei triestini rimasti in città e dei turisti in visita a Trieste. Dal centro alla periferia le strade, le piazze, le biblioteche, i musei hanno ospitato eventi di ogni genere. Straordinaria e calorosa partecipazione di pubblico, un crescendo durante questi anni che in questa edizione ha superato ogni aspettativa.

Sempre esauriti gli spazi degli appuntamenti di Trieste Estate 2015 con punte eccezionali alle serate di Piazza Verdi, dove gli spettatori del cinema Nordest all’aperto, a cura de La Cappella Underground, erano talmente numerosi da arrivare fino a Piazza Unità, al Civico Museo Sartorio e al Museo Ferroviario. Tra gli appuntamenti di Trieste Estate anche i concerti di Trieste Loves Jazz, il Festival si è concluso la scorsa domenica con il suggestivo concerto all’alba del pianista Marco Ballaben che ha suonato sul Molo Audace per più di un migliaio di persone di tutte le età.

Anche lo spettacolo il Pupkin Kabaret alla Biblioteca Comunale S. Mattioni a Borgo S. Sergio ha visto tutti esauriti i posti a sedere (300), a cui si sono aggiunte altre decine e decine di persone. Tra il pubblico moltissimi giovani e turisti che con il loro entusiasmo e coinvolgimento alle proposte musicali hanno creato un clima veramente speciale.

Le serate proseguiranno fino a settembre. Il programma è promosso e organizzato dal Comune di Trieste con la partecipazione dei più significativi operatori culturali del territorio.

Tutti gli appuntamenti si trovano online sul sito triestestate.it.

Il libretto cartaceo con il calendario delle iniziative è in distribuzione.

DA DOVE PASSA IL RILANCIO DEL PORTO?

Gli indirizzi della nuova riforma del sistema portuale italiano riconoscono la peculiarità del nostro porto, unico porto a vocazione prettamente internazionale del nostro Paese: la stragrande maggioranza delle merci infatti proviene dall’estero, Far East o Mediterraneo Orientale, e ha come destinazione Baviera, Austria ed Europa centrale. Questo dato è confermato dall’interesse che riscontriamo, a Monaco come a Vienna, quando l’Autorità Portuale di Trieste e le Istituzioni si presentano e offrono una credibile alternativa ai porti del Nord Europa.

Questo è, del resto, un pezzo del lavoro di squadra che abbiamo avviato in questi mesi con il Commissario dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino. Un lavoro che ha portato, tra l’altro, a compimento l’iter del Piano Regolatore Portuale, a opporsi motivatamente al progetto del rigassificatore che comprometterebbe lo sviluppo del porto, inoltre, il nostro l’impegno è focalizzato a far ripartire gli investimenti infrastrutturali, quelli riguardanti i terminali e quelli, altrettanto se non addirittura più importanti, per aumentare la capacità del traffico ferroviario dal porto di Trieste, la quale già oggi ne rappresenta uno dei tratti distintivi.
La forte scommessa comune sulla crescita dei traffici conferma che non c’è alcuna contrapposizione tra il rafforzamento del porto e la trasformazione di Porto Vecchio: sono parte di un’unica strategia che mette al centro l’economia e il lavoro, quindi il futuro di Trieste.