Sul lavoro a Trieste

La ricerca sul mercato del lavoro a Trieste realizzata da IRES per l’Associazione Luoghi Comuni contiene molti dati interessanti che si prestano a riflessioni e proposte. Ricordo, tra l’altro, che il tema del lavoro continua ad essere fra i più sentiti dai cittadini, che nutrono una forte attesa in proposito.
Vi trasmetto alcune prime considerazioni:

La situazione a Trieste appare in miglioramento, in particolare negli anni dal 2013 al 2016 (il 2017 lo confermerà), ed è migliore rispetto al resto della Regione. Questa è una nota positiva, rafforzata dal fatto che fra i settori che registrano le migliori performance di crescita di posti di lavoro ci sono le attività legate al turismo, come la ristorazione, l’economia del mare e l’industria nel campo dell’elettronica e del digitale.

È evidente che qui ci sia il primo risultato di scelte volte a promuovere lo sviluppo di certi settori che, prima la nostra Amministrazione della città e poi il governo regionale, hanno perseguito: il rafforzamento del turismo e del porto. Per quanto riguarda l’elettronica e l’informatica c’è la conferma di una presenza maturata nel tempo e favorita dalla qualità delle risorse umane cresciute nelle industrie e nel sistema dell’alta formazione e della ricerca: progetti come quelli di Teorema possono ampliare ulteriormente questa presenza.

Era ben diversa, lasciatemelo dire, e i dati lo dimostrano, la situazione del lavoro nel 2011 quando abbiamo assunto la guida della città. Certo la ripresa è stata generale, ma a Trieste è più marcata e si vede nei settori cui abbiamo dato una svolta!

Tuttavia ci sono anche delle criticità e ne indico tre:

-il recente ritorno al tempo determinato: esaurito l’effetto della spinta al lavoro a tempo indeterminato prodotta dagli incentivi della riforma del lavoro, si è visto un ritorno ai contratti a tempo determinato;

-ma soprattutto la crescita in part time, in cui cresce il numero di coloro che non lo scelgono per ragioni di vita o di famiglia, ma che devono accettarlo: qui probabilmente c’è in una certa misura anche una nuova modalità di sfruttamento che consiste nel far figurare, e retribuire, a part time rapporti di lavoro in realtà a tempo pieno;

-la forza lavoro invecchia: si va in pensione sempre più tardi e c’è un invecchiamento generale della società. Questo è accompagnato da un accesso al mondo del lavoro che per i nostri giovani rimane difficile.

In queste settimane di campagna elettorale, perciò, discuteremo di proposte che siano finalizzate a rafforzare questi segni positivi e a contrastare la precarietà, ben sapendo che ad essere precarie sono anche le imprese (qui i dati ci dicono cose molto interessanti) e che imprese più solide producono posti più stabili, quindi dobbiamo promuovere politiche e strumenti più efficaci nei loro confronti e contemporaneamente misure efficaci in materia di lavoro.

Ci saranno proposte anche per le competenze legislative della Regione, certo non marginali, in materia di lavoro, formazione e innovazione. C’è stata una bella stagione, culminata nel 2005 con le leggi regionali sul Buon Lavoro e sull’Innovazione: oggi in una situazione certo cambiata possiamo e dobbiamo intervenire in tale senso.

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