Per un’Europa libera, forte e giusta

” Per un’Europa libera, forte e giusta”: questo il tema al centro di un convegno nazionale che il 16 marzo scorso a Trieste ha inteso misurarsi in particolare con tre questioni:

– la prospettiva di un’Europa al bivio fra un rinnovato protagonismo e il rischio dell’irrilevanza e del ridimensionamento

– la necessità di rilanciare il processo per l’integrazione dei Balcani Occidentali

-la funzione europea della Regione e di Trieste, decisiva per l’allargamento e condizione stessa oggi della specialità e delle prospettive di sviluppo economico e sociale.

 

Per rendere evidente la qualità del programma e dei diversi relatori che hanno riempito di contenuti la giornata rinvio al  programma dettagliato.

Per chi fosse interessato la registrazione completa è sul mio profilo FB  (sessione del mattinosessione del pomeriggio) mentre la traccia della mia introduzione alla discussione sul ruolo della nostra Regione è riportata in allegato

PAY BACK sanitario

Sono il promotore di una mozione, che verrà discussa e spero approvata in seduta di Consiglio martedì 24  ottobre, che vuole proporre misure per affrontare il tema del cosiddetto PAY BACK sanitario, ovvero una misura per cui le Aziende sanitarie che sforano il tetto di spesa per l’acquisto di dispositivi medici devono richiedere alle imprese fornitrici una “restituzione” che va dal 40 al 50% del superamento.

Ci sono tantissime piccole imprese specializzate che rischiano di saltare perché obbligate, dopo aver fornito apparecchiature, a restituire notevoli somme.

Il rischio è duplice: imprese posti di lavoro che saltano e carenza nella fornitura dei dispositivi. Tanto per capirci valvole cardiache, stent, dispositivi per la chirurgia, etc.

 Il tema è nazionale, ma la mozione propone una serie di azioni che possono essere, sentite le rappresentanze delle imprese, importanti e che la Regione può attuare.

Qui la mozione completa

 

In difesa della sanità territoriale

10.000 cittadini firmano un appello al Presidente della Regione a difesa della sanità territoriale pubblica a Trieste ma non riescono ad illustrare al Presidente i motivi di preoccupazione e le richieste di rafforzare la sanità territoriale facendo leva sui distretti e sulle innovazioni introdotte dal PNRR, oltre che di garantire strumenti di informazione e di partecipazione dei cittadini: da questa constatazione prende il via la mozione, che mi vede promotore e che ha avuto l’adesione anche di Andrea Ussai e di Francesco Russo, e che riprende le principali richieste su cui il Coordinamento per la difesa della sanità pubblica di Trieste ha raccolto un’adesione di cittadini cosi ampia e significativa.
Dal momento che il Presidente Fedriga non ha ritenuto di ascoltare la delegazione dei firmatari ho ritenuto di portare in aula con una mozione quelle richieste in modo che la Giunta debba ascoltare e rispondere, per nostro tramite, ai 10.000 cittadini. Indisponibilità al dialogo, consegna del silenzio, scelte confuse e preoccupanti sono tratti costanti della conduzione politica della sanità regionale in questi anni. Ma stiamo parlando di un servizio fondamentale, che impegna più del 60% del bilancio, su cui i cittadini hanno il diritto di far sentire le loro preoccupazioni e di chiedere garanzie di tutela e rafforzamento della sanità pubblica, nella direzione indicata fra l’altro anche dal PNRR e che l’esperienza triestina dei distretti, oggi messa in discussione dall’atto aziendale, ha saputo anticipare.
Ne discuteremo in aula e vi riferirò le risposte.

Il mio impegno per la sanità, il lavoro e le prospettive di Trieste. Perché ti chiedo di votarmi

Care amiche, cari amici,
si conclude oggi una campagna intensa e bella. Bella perché ho promosso diversi incontri pubblici sui temi più significativi per il nostro territorio, la sanità, l’ambiente, il lavoro, le prospettive di Trieste, e ho potuto così dialogare con tante e tanti di voi.

E poi ci sono stati i numerosissimi colloqui nelle strade e nelle piazze, distribuendo materiale: un’altra occasione preziosa per ascoltare esigenze e punti di vista, parole di incoraggiamento, e anche critiche…

È sempre un’emozione anche il semplice scambio di un saluto o di un sorriso, perché ridà senso a un’idea di politica basata sull’agire “insieme”, sul cercare di cambiare le cose insieme, per poter costruire una società più giusta e con più diritti, per tutti.

Proprio perché questa è la mia idea di politica, quella che mi appassiona e mi accompagna da tutta la vita, anche questa volta niente fuochi d’artificio, niente slogan a effetto, niente promesse mirabolanti. Forse in questo sono “fuori moda”, ma mi piace promettere solo ciò che posso mantenere, cioè impegno, coerenza, passione, ricerca delle soluzioni.

Posso quindi assicurare impegno e lavoro:

per difendere e valorizzare la sanità pubblica e con essa il diritto di tutti alla miglior salute possibile

per investire sulla sostenibilità e affrontare con decisione la crisi ambientale

per la mia città, Trieste, che vorrei aperta, pronta a cogliere le sue opportunità di città di mare e di innovazione, proiettata a svolgere una funzione internazionale, capace di attrarre e trattenere i giovani.

Per questo mi candido e sostengo Massimo Moretuzzo presidente della Regione.

Vi ringrazio per l’attenzione e per il sostegno che spero vorrete darmi, barrando il simbolo del PD e scrivendo a fianco COSOLINI.

CITTÀ CON L’UNIVERSITÀ O CITTÀ UNIVERSITARIA…

…non sono la stessa cosa. E mi viene in mente un titolo del mio programma amministrativo del 2011 quando mi proponevo di far evolvere una città con il mare in una “Città di Mare” intendendo con questo una valorizzazione di tutte le potenzialità legate alla nostra fortunata collocazione. E a partire dalla svolta al Porto ritengo di aver avviato questa evoluzione, tuttora in corso.

Allo stesso modo sono convinto che Trieste sia una città con l’università ma che dovrebbe diventare una Città Universitaria e ne ho parlato in questi giorni con alcuni giovani del nostro Ateneo.

Una Città Universitaria scommette su questa vocazione per attrarre giovani a studiare per poi offrire loro l’opportunità di rimanerci o comunque per mantenere un legame.

Alcune azioni in questo senso:
-estendere l’offerta formativa in lingua inglese in modo da attrarre giovani provenienti da altri Paesi, oltre che docenti
-promuovere la possibilità di studiare a Trieste nei paesi del Centro e del Sud-est d’Europa in modo da diventare il luogo dell’alta formazione dei giovani di quei Paesi ( vocazione naturale di Trieste )
-estendere l’offerta di servizi a disposizione della popolazione studentesca
-destinare spazi urbani a luoghi di studio ma anche di organizzazione di attività culturali e del tempo libero rivolte ai giovani
-promuovere il “fare comunità “ nell’ambito dell’Ateneo e soprattutto nell’integrazione, con progetti mirati nel campo culturale , del volontariato e dell’ associazionismo, fra studenti e cittadini dei vari rioni di Trieste.

Queste sono solo alcune delle azioni e le approfondiremo in un apposito incontro. Molte esperienze ci dicono poi che le città universitarie attirano imprese, interessate alla qualità delle risorse umane, e si generano nuove buone possibilità di lavoro e quindi di vita.

No all’ovovia e tante proposte

Bello e partecipato l’incontro a Opicina sulla mobilità. Riassumo i punti essenziali/

1) abbiamo ribadito il NO all’OVOVIA, progetto costoso, non sostenibile economicamente, impattante dal punto di vista ambientale e inefficace per affrontare il problema della penetrazione da nord in città. Grazie a William Starc per il contributo che ha dato alla discussione

2) abbiamo ricostruito la vicenda del tram di Opicina, fermo da quasi 7 anni, una vicenda caratterizzata da annunci a vuoto ed errori macroscopici, con lavori trascinati nel tempo e non accurati L’auspicio è che riparta prima possibile anche se non risulta ancora presentata all’ANSFISA la documentazione necessaria per ottenere la licenza d’esercizio

3) abbiamo ribadito come il patrimonio di rotaie esistenti potrebbe essere utilizzato per il trasporto persone: questo era il senso della sperimentazione a suo tempo promossa dalla mia Amministrazione con il trenino in Porto Vecchio. Certo andrebbe usato il collegamento da Campo Marzio via Rozzol a Opicina e poi fino a Sezana. Potrebbe essere un’alternativa, certo più fruibile lungo tutto l’anno rispetto all’ovovia, per arrivare in 20 minuti da Opicina in centro città. Ma in prospettiva( la rotaia consente di arrivare in prossimità di Muggia) potrebbe anche collegarci con Capodistria.

4)Anche per la galleria di circonvallazione( Campo Marzio, Largo Mioni, piazza Volontari Giuliani , Stazione Centrale , sarebbe utile uno studio di fattibilità per un utilizzo come trasporto urbano passeggeri.

Trieste: la città in bilico

Trieste è scesa sotto i 200.000 abitanti e appare sospesa tra declino e indiscutibili opportunità.

Certo non bastano annunci trionfalistici e qualche operazione immobiliare.

Una potenziale centralità è stata riacquistata (allargamento dell’Europa, rilancio del Porto…) ma su questo occorre investire e per questo servono visione, strategia, scelte conseguenti. Ma questa strategia non si vede.

Trieste deve essere una città che investe in imprese innovative e quindi con un piano per attrarre e trattenere talenti.

In questo voglio continuare a mettere il mio impegno e la mia passione per contribuire a estendere diritti ed opportunità

La Politica è prima di tutto questo lavorare per le disuguaglianze e costruire insieme una società più giusta

Queste e non solo in questo video disponibile sul mio canale YouTube

PORTO VECCHIO e il rischio di perdere una grande occasione

Oggi, come annunciato trionfalisticamente sulla stampa locale, tocca al patron dell’Atalanta; prima c’era stato l’oligarca russo, poi lo spezzatino… domani cosa annunceranno?
Forse sarebbe meglio:
-Darsi un piano strategico
-darsi una governance professionale capace di garantire una regia pubblica nel rapporto con il privato perché Porto Vecchio non deve essere solo business bensì interesse generale
-avere un advisor capace di proiettarti sul piano internazionale meglio di quanto lo facciano le gite a Cannes
-privilegiare una gara europea agli annunci
Non sarebbe nemmeno tanto difficile, per non perdere una grande occasione

Esistono possibili alternative al progetto dell’ovovia?

Una settimana fa, sulla mia pagina di Facebook ho pubblicato un post sulla mia pagina Facebook, in cui ho ricordato la sperimentazione, poi interrotta dalla giunta Dipiazza, di un collegamento su rotaia dal centro città verso Barcola attraverso Porto Vecchio: si chiamava Tramway.
Moltissimi hanno colto il senso del post che era quello di sottolineare, fra ovovie e fantasie varie, che esistono le alternative per la mobilità. C’è stato anche chi ha ricordato che i binari in Porto Vecchio sono stati smantellati ed è vero, lo so bene, lo considero un errore; ma il senso del post non era riproporre quel collegamento in sè, bensì ricordare che forse le potenzialità della rotaia, che in Porto Zeno D’Agostino ha saputo valorizzare per le merci, potrebbero essere ben considerate anche per la mobilità delle persone.
Ricordate l’idea della metropolitana leggera? Bene, esiste una infrastruttura ferroviaria sotterranea da Campo Marzio alla Stazione centrale, via San Giacomo, viale D’Annunzio, via Giulia, Roiano . Ricordiamo poi che da Campo Marzio, via Rozzol e San Giovanni, ci si connette con Opicina. Esiste infine il binario fino ad una stazione alle Noghere in prossimità di Muggia ( che si voleva collegare anche con Capodistria, anche se questa è rimasta un’idea non realizzata ).
Possono essere una soluzione? Non lo so, ma so che non sono state nemmeno considerate come possibili idee alternative da valutare prima di decidere che 60 e passa milioni andavano buttati in un’ovovia impattante dal punto di vista ambientale e certo poco sostenibile da quello economico

Sanità: il rischio di non cogliere le cause dei problemi che stiamo vivendo, e quindi di allontanarne la soluzione

“ROBY MA CHI TE LO FA FARE! Vedi pure quanti,quando parli di SANITÀ, danno tutte le colpe a Serracchiani e al PD….. Lascia stare, non replicare, tieniti fuori! Anzi: se prendi le distanze magari qualcuno di quelli ti vota”

Già, ma la questione non è la difesa di Serracchiani , può difendersi da sola, semmai il fatto che si rischia di non cogliere le cause dei problemi che stiamo vivendo, e quindi di allontanarne la soluzione 

E poi, onestamente, di ciò che conviene me ne è sempre fregato poco o nulla, mentre mi interessa molto ciò che ritengo giusto. 

E allora non lascio perdere e dico: magari la precedente giunta di centro sinistra avrà commesso anche degli errori (chi non li fa )ma oggi i cittadini devono giudicare questi 5 anni e determinare i prossimi 5. 

E QUINDI DI CHI È LA RESPONSABILITÀ SE:

1. nel 2022, avendo 1080 milioni in più a disposizione, la Giunta di centrodestra del FVF ne ha destinato solo il 20% ad una sanità pur al collasso 

2. Nel 2021, seconda ondata Covid, il FVG ha il più alto tasso di mortalità fra le regioni italiane, il doppio della Liguria, che per capirci è più anziana di noi 

3. Nel mancato rispetto dei tempi previsti per legge per garantire le visite specialistiche ambulatoriali andiamo peggiorando: se paragoniamo l’ultimo anno pre covid, il 2019 con i successivi, vediamo che nel 2020 eravamo terzi fra le regioni italiane come percentuale di prestazioni in meno, nel 2021 siamo scesi all’ottavo posto, nel 2022 siamo invece al 18mo!

4. Nel 2021 siamo 14mi, non proprio bene, fra le regioni italiane quanto a tempestività nei tempi degli interventi chirurgici per tumori maligni 

5. Infine si parla di fuga dei professionisti dalla sanità pubblica: nel 2021/2022 siamo la peggior regione italiana quanto a fughe dalle scuole di specializzazione: 295 posti su 827 fra quelli banditi o non vengono assegnati o vengono abbandonati dagli specializzandi, quindi il 36%.  Come dire: perdiamo attrattività, adesso non nel 2017! 

Qualcuno, sono certo, ripeterà “colpa del PD, della Serracchiani e di Speranza” ma i dati che ho citato, negativi, e non sono gli unici, riguardano la gestione degli ULTIMI CINQUE ANNI, e in questa regione.

Basta che lo colga chi è in buona fede, degli altri non mi interessa.

SANITÀ: LE OCCASIONI MANCATE IN 5 ANNI E LE PROPOSTE PER RILANCIARE LA SANITÀ PUBBLICA

Certo la SANITÀ è stata sconvolta dappertutto dalla pandemia, e molti dei problemi sono comuni ad altre regioni, ma gli errori nella sua gestione in FVG negli ultimi 5 anni vanno al di là dell’emergenza.

La Giunta Fedriga disponeva di risorse mai viste in passato e avrebbero potuto investire per rilanciarla, ma così non è stato.

E ci si rifiuta soprattutto di riconoscere i pesanti problemi, preferendo autocelebrarsi magari prendendo i “dati comodi” qui e lì dagli studi sul settore che però dicono molto altro.

Nel frattempo: i Pronto Soccorso allo stremo, le liste di attesa che si allungano, il personale in fuga, i servizi ospedalieri e territoriali in grande difficoltà, nonostante l’impegno di chi ci lavora.

Nell’incontro pubblico che si è svolto venerdì 24 febbraio alla Sala Xenia siamo partiti proprio dalla denuncia di ciò che non va per arrivare alle proposte, dialogando con professionisti e cittadini.

Sono intervenuti:

Alberto Peratoner, Presidente regionale AAROI EMAC

Lorenzo Cociani, Segretario regionale del Sindacato Medici Italiani.

Mi candido alle elezioni regionali del 2 e 3 aprile: i perchè di questa scelta

CARE AMICHE, CARI AMICI,
mi candido nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 2 e 3 aprile. Lo faccio con entusiasmo e passione, motivato anche dall’apporto di idee e stimoli che ho ricevuto da tanti di voi in questi anni e dalla vostra partecipazione alle iniziative che ho promosso.
Ogni percorso di impegno politico ha senso se è condiviso e, vorrei dire, “collettivo”. Vi scrivo allora per raccontarvi cosa mi ha spinto a mettermi nuovamente in gioco e soprattutto per invitarvi a contribuire a questo percorso con le vostre idee, i vostri punti di vista, le vostre esperienze.
Perché, dunque, questa scelta?
– Una scelta di impegno, per i cittadini che ci chiedono di costruire un’alternativa a questo centrodestra. Un centrodestra inadeguato, che ha avuto a disposizione negli ultimi anni un’enorme disponibilità di risorse, mai vista prima nella storia della nostra Regione, e purtroppo è stato capace solo di distribuirle “a pioggia”, disperdendole in mille rivoli.
Si poteva e si doveva invece intervenire in maniera incisiva sui temi più importanti e sentiti, a partire dalla difesa della sanità pubblica e da una vera svolta nelle politiche per la sostenibilità ambientale. I dati sono eloquenti: la sanità va male, i Pronto soccorso sono in tilt e le liste d’attesa sono scandalose. Quanto all’ambiente, i 100 milioni di contributi per il fotovoltaico sono solo un’operazione di maquillage in extremis, che non fa recuperare anni di inerzia e scelte deboli.
Al servizio della mia città, con la passione e l’esperienza che ho maturato in responsabilità importanti, da Assessore regionale a Sindaco. Trieste merita di cogliere le grandi opportunità a sua disposizione, superando i segni di declino che la affliggono, a partire dal calo demografico. Il pur importante successo turistico e degli investimenti immobiliari non possono bastare. La discesa sotto la soglia dei 200 mila abitanti e i troppi scenari di crisi industriale aperti ci dicono che questo non è di sicuro un “momento magico”.
Dopo la svolta del Porto, che noi abbiamo determinato, Trieste deve tornare a pensare in grande. Internazionalità, innovazione, buon lavoro e qualità della vita sono le chiavi per attrarre nuovi cittadini e trattenere qui i nostri giovani. La vocazione naturale della città è di essere capitale d’area europea, ma per realizzarla ha bisogno di una guida politica che guardi lontano.
Il lavoro prima di tutto. È il principale tema di cui mi sono occupato negli anni, per ragioni professionali e istituzionali. E sul lavoro, a Trieste, c’è tanto da fare. La strada è la promozione di uno sviluppo fatto di imprese sane, competitive e consapevoli del valore delle risorse umane. Ma anche l’impegno per garantire a tutti il diritto a un buon lavoro, ovvero a un lavoro tutelato, pagato in modo equo, sicuro e con opportunità di crescita.
Le straordinarie risorse a disposizione in questi anni sono un’occasione unica per interventi strutturali in questo senso: non possiamo più permetterci di sprecarle come ha fatto la Giunta di centrodestra, per esempio pensando di combattere il drammatico caro bollette con mini-contributi di 1.000 euro a impresa.
Un progetto politico progressista e riformista. Mi candido anche per dare il mio contributo al rilancio del progetto politico del Partito Democratico, chiamato oggi più che mai a rappresentare e affermare i valori storici della sinistra in un mondo che sta cambiando ma che ha bisogno ancora di più di libertà, giustizia e superamento di disuguaglianze crescenti.