IL GRANDE PIANO DI EDILIZIA SCOLASTICA

Il grande piano dell’ Edilizia Scolastica che comprende oltre 30 edifici scolastici per 16,4 milioni di euro di investimento.

Un piano che si articola in due fasi: la prima concerne gli interventi realizzati tra il 2014 e il 2015 e si sta concludendo in questi giorni con la chiusura degli ultimi cantieri per un investimento di 4,7 milioni di euro. La seconda prende il via già in questi giorni di dicembre con l’assegnazione dei lavori che partiranno nei primi mesi del 2016 per un investimento di 11,7 milioni di euro.

Nello specifico la prima fase ha interessato 18 edifici scolastici – dagli asili nido alle scuole primarie – con interventi conclusi o in via conclusione per 4.720.000 euro investiti.
La seconda fase di interventi che partiranno nei primi mesi del 2016 per 1.480.000 euro di investimento da parte del Comune, interesserà con diverse tipologie di intervento (rifacimento cortili, eliminazione barriere architettoniche, messa in sicurezza delle coperture, ristrutturazioni, sostituzione serramenti e servizi igienici) le scuole G.Brunner, F.Rismondo, Suvich, Edifici ospitanti nidi d’infanzia, Nido Filastrocca, L.Stock, M.Codermatz, Morpurgo e Venezian-Levstik. Altri grandi interventi in corso di esecuzione e che si concluderanno nel 2016, riguardano il polo scolastico Servola-Valmaura: scuola Ukmar e scuola De Marchi-Stefanic-Grbec, la scuola Dante Alighieri, la scuola dell’infanzia Nuvola Olga e Oblak Niko, il Nido d’infanzia Acquarello per complessivi 7.230.000 euro di investimento.
Infine, ulteriori interventi di prossimo avvio che termineranno entro il 2016, si concentreranno sulle scuole Caprin e F.lli Fonda Savio-Manzoni.

PROSPETTO COMPLETO DEL PIANO DI EDILIZIA SCOLASTICA [pdf]

 

SUPPORTO ALLE FASCE DEBOLI

L’obiettivo degli investimenti nel sociale di questi 5 anni è stato migliorare la qualità della vita delle fasce deboli di popolazione, favorendo la permanenza delle persone in condizioni di difficoltà presso il proprio domicilio. Per questo motivo abbiamo potenziato la rete di assistenza domiciliare, creato nuovi servizi, coadiuvato le famiglie nel compito di assistenza dei propri famigliari in stato di bisogno.

ANZIANI

Consapevoli che il luogo migliore per affrontare la vecchiaia è la propria casa, accanto alla propria famiglia, abbiamo favorito la permanenza delle persone non autosufficienti presso il proprio domicilio.
Grazie alle attività sostenute il numero di accolti in casa di riposo è sceso da 858 a 801.

Servizi di aiuto e sostegno per poter rimanere a casa propria

  • Assistenza domiciliare in media a 375 persone l’anno (assistenza, pasti a domicilio, interventi di pulizia)
  • Pronto intervento domiciliare (ha interessato in media 152 persone l’anno)
  • Progetti del Fondo per l’autonomia possibile (FAP) –  coinvolgono in media 1084 persone all’anno. Spesa media annua di 6.540.301 €, il 22% in più del 2010.
  • Realizzati quasi 100 progetti  INPS/ex INPDAP per assistenti familiari.
  • Attività di promozione della figura della “badante di condominio”.

Promozione della qualità della vita

  • Attività motoria nei ricreatori per più di 200 anziani.
  • Sostegno telefonico per più di 1000 anziani.
  • Trasporti e accompagnamenti curati dalla SOGIT per servizi domiciliari e visite mediche, in collaborazione con l’A.A.S. 1.
  • Erogazione in media di 406 contributi all’anno per attività sociali, gite, frequenza dei Centri Diurni.
  • Pranzo dei centenari, cui hanno partecipato una trentina di grandi anziani.
  • Più di 3.000 le Carte d’argento agli over 65 (tessera personale con la quale è possibile accedere ad una serie di sconti e agevolazioni presso catene della grande distribuzione, esercizi commerciali, studi professionali, servizi di varia tipologia.

Residenze

  • La spesa totale per ricoveri (media annua di 801)del quinquennio è stata pari a 55.665.200 €.
  • Avviato il progetto di trasformazione della Casa Capon in centro diurno.
  • Prossima apertura del Palazzo Ralli, ristrutturato per essere destinato a centro diurno innovativo per soggetti affetti da demenza e Alzheimer, con sperimentazioni intergenerazionali.

PERSONE CON DISABILITÀ

Per favorire l’autonomia, la vita indipendente e l’inserimento nella società delle persone disabili abbiamo potenziato l’aiuto offerto alle famiglie nell’assistenza. Le varie iniziative hanno fatto diminuire il numero di accolti in struttura da 241 a 190.

Contributi e Servizi

  • Comunità alloggio e gruppi appartamento: la spesa media annua è di € 5.826.749,00 corrispondente al 9% in più dalle spesa annua del 2010.
  • Accoglienza nei Centri Diurni: accolte in media 200 persone all’anno. La spesa media annua è stata di 2.966.691, 12% in più rispetto al 2010.
  • Sostegno scolastico e extra scolastico in media a 471 bambini l’anno, è aumentato del 16% rispetto al 2010
  • Erogati in media 433 Contributi l’anno finalizzati all’acquisto da ausili e attrezzature e contributi per le spese di trasporto aumentati del 12% rispetto al 2010.

Progetti e innovazione

  • Il Comune di Trieste è stato premiato dall’IRS per il progetto “Le abitazioni assistite”: 25 alloggi di proprietà comunale o privata che ospitano 32 persone con disabilità.
  • Apertura del punto vendita di Via del Sale per l’esposizione e commercializzazione dei lavori prodotti presso i centri diurni per disabili.
  • Percorsi formativi e di integrazione lavorativa nel campo dell’agricoltura sociale.
  • Percorsi di inclusione sociale attraverso la riqualificazione delle aree gioco dei giardini e parchi comunali, in collaborazione con Assessorato ai Lavori Pubblici e Associazione Oltre quella Sedia.
  • Allestimento “Stanza Snoezelen”, spazio innovativo per la stimolazione multisensoriale, all’interno della Residenza Campanelle per disabili gravi e gravissimi.

MINORI E FAMIGLIA

Abbiamo lavorato per garantire la permanenza in famiglia a un maggior numero di bambini e ragazzi, attraverso l’uscita dalle Comunità educative e la realizzazione di progetti e servizi diurni di sostegno alle famiglie.
È di conseguenza diminuito il numero dei minori accolti in Comunità: dai 126 del 2011 si è passati ad una media annua di 114. Inoltre nel primo semestre 2015 i minori in Comunità erano soltanto 77.

  • Aumentato il numero di minori in affido a tempo pieno. Dai 29 del 2011 si è passati ad una media annua di 54.
  • Stabile il numero dei minori in affido diurno. Dai 128 del 2011 si è passati ad una media annua di 124.
  • Aumentate le domande di contributo per la frequenza degli asili nido: da 573 si è passati a una media annua di 694
  • Aumentati gli interventi per la domiciliarità dei minori, per una spesa media annua di € 1.035.053 corrispondente al 175% in più della spesa annua 2010.
  • Progetti di de-istituzionalizzazione per in media 73 bambini e ragazzi l’anno, spesa media annua 514.121€
  • Interventi di semi-residenzialità per in media 74 bambini e ragazzi l’anno, spesa media annua 444-899 €.
  • Rafforzamento degli interventi di supporto mirato ad in media 70 famiglie l’anno, spesa media annua di 76.033 €.

 

CONDOMINIO SOLIDALE

Cosolini-condominio-solidale

Il Comune mette i Condomini Solidali di donne, bambini, uomini, che hanno vissuto un disagio abitativo.
Il progetto dà vita a nuovi modelli di convivenza, basati sulla condivisione.
Gli Inquilini dei Condomini Solidali si impegnano, con il supporto dei servizi sociali, a costruire percorsi di reciproco aiuto, di socializzazione, di solidarietà, appunto, mirati alla loro stessa crescita personale.
Firmando il contratto di locazione (che presenta ovviamente caratteristiche agevolate) gli inquilini si impegnano con i Servizi a mettere a disposizione della collettività i propri talenti personali, al fine di realizzare le Linee Guida del Progetto che sottende la nascita dei Condomini Solidali.
Quest’anno nel Condominio Solidale di Via Soncini sono stati assegnati 23 nuovi alloggi. Oggi il condominio è quindi la risposta al disagio abitativo vissuto da 49 cittadini.

Di seguito la testimonianza di due degli inquilini del Condominio, tratta dal giornalino scritto a più mani, che racconta periodicamente le esperienze e le attività organizzate dai condomini.
“Da quando ci è stato assegnato un appartamento nel Condominio Solidale, la nostra quotidianità è migliorata.
Abbiamo più aspettative, tanti nuovi progetti per il futuro, cosa che nell’appartamento precedente non era possibile per mancanza di denaro……
Abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone molto alla mano, con le quali possiamo essere noi stessi senza alcun imbarazzo.
Grazie ad una di queste persone un membro della nostra famiglia ha trovato un lavoro, che nella nostra situazione era assolutamente necessario, e in questa persona abbiamo trovato un’amica”.

Marlene e Carlos

SOSTEGNO AL REDDITO

L’assegno di sostegno al reddito è un contributo economico fino a 550 € mensili (l’ammontare varia in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare).
I fondi sono erogati con una condizione: il cittadino aderisce a un percorso concordato con il Comune, finalizzato a superare la condizione di difficoltà economica e all’inserimento lavorativo, attraverso la ricerca di un’occupazione, progetti di formazione, frequenza scolastica e altro.
E’ un aiuto concreto rivolto alle cittadine e ai cittadini in grave difficoltà economica, un sostegno autentico per migliorare la loro qualità della vita.

Come funziona il sostegno al reddito?

L’erogazione del sostegno al reddito inizia dal primo bimestre 2016.
Qualora un componente del nucleo familiare abbia beneficiato o benefìci del Fondo di Solidarietà, la domanda non può essere presentata prima che siano trascorsi almeno 60 giorni dal mese di scadenza di tale intervento.
L’assegno ha la durata di un anno ed è rinnovabile per un ulteriore anno, ma con l’interruzione di almeno due mesi, anche non continuativi, a patto però che perdurino i requisiti previsti.

Quali sono i requisiti per accedere al beneficio?

In sintesi, il richiedente, o almeno un componente del nucleo familiare, deve avere la residenza in Regione da almeno 24 mesi, un ISEE ordinario, o ISEE corrente, inferiore o uguale a 6000,00 euro, non deve possedere autovetture superiori a 2000 di cilindrata se alimentate a benzina, o 2500 se diesel, non deve possedere imbarcazioni da diporto; non deve avere alcun componente del nucleo che sia beneficiario, nel periodo di concessione della misura, di altri trattamenti, a qualunque titolo percepiti, concessi dallo Stato o da altre PA, anche fiscalmente esenti, il cui valore sia superiore a 600,00 euro mensili, elevati a 900,00 in caso di presenza di persona non autosufficiente.

Come presentare domanda?

Il modulo per la presentazione della domanda può essere scaricato dal sito web del Comune www.retecivica.trieste.it, oppure ritirato presso gli Uffici Territoriali.
Alla domanda è necessario allegare copia di un documento di riconoscimento del richiedente.
La domanda dovrà essere consegnata presso le sedi territoriali del servizio sociale comunale secondo i consueti orari di apertura e più precisamente:
dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 11
lunedì e mercoledì anche dalle ore 14 alle ore 16.30.
Le domande compilate, potranno essere direttamente consegnate presso le segreterie.
Nel caso in cui, si chieda assistenza per la compilazione, è necessario telefonare ai numeri indicati nell’elenco riportato di seguito.

UOT 1 – UTS 1 Via Moreri 5/b  – 0404194517

             UTS 3 Via Pascoli 35/1 – 0406780712

UOT 2 – UTS 2  Via Locchi  27 – 0406758640

             UTS 4  Via Roncheto 77 – 0403897211

GESTIONE DELL’IMMIGRAZIONE

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Quello dell’immigrazione è un fenomeno di dimensioni mondiali che interessa particolarmente anche la nostra città, essendo noi vicini alla rotta che queste popolazioni percorrono per raggiungere la loro meta definitiva, che non è Trieste e nemmeno l’Italia, ma i paesi centro-­nord Europei.
Dire “NO” all’accoglienza peggiora la situazione perché, come hanno dimostrato gli inutili muri eretti in alcuni paesi dell’est europeo, dicendo “NO” gli immigrati non spariscono, ma semmai si riversano nelle strade causando maggiori disagi alla cittadinanza.
Chi nega l’accoglienza senza proporre alternative, ottiene come unico risultato un maggiore malessere generale.
Crediamo in un’attenta e intelligente gestione del fenomeno. Il nostro sistema di accoglienza diffusa, come ha dimostrato il modello­-Trieste, segnalato dalla stampa nazionale come esempio di eccellenza, fa sì che l’impatto per la cittadinanza sia minimo e garantisce il presidio sanitario degli stranieri, la sicurezza degli altri cittadini e il controllo (fin dove possibile) del fenomeno.

Affinché sia possibile gestire questa situazione in serenità e sicurezza, tutelando i triestini, ma anche i rifugiati, è di primaria importanza che tutti (in Regione, in Italia ed in Europa) facciano la loro parte e accolgano il giusto numero di stranieri.
Trieste ha sempre affrontato il fenomeno dell’immigrazione con grande capacità ed efficienza, ma il numero dei richiedenti asilo è in costante aumento. Siamo arrivati a toccare la quota di 871 che, come più volte detto, è un numero superiore a quello che ci consente una gestione del fenomeno tranquilla per i nostri cittadini e dignitosa per i richiedenti asilo.
Per questo ho inviato una lettera al prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, al Prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi e all’Assessore regionale Gianni Torrenti, in cui manifesto la necessità di una accelerazione dei trasferimenti dei profughi giunti a Trieste, spostando in altre destinazioni almeno 80 persone ogni settimana.
Siamo recentemente riusciti a liberare e chiudere il Silos e non vogliamo che situazioni di questo tipo si ripetano, soprattutto durante la stagione invernale, che rappresenta un pericolo per le stesse persone costrette a vivere all’aperto.

Inoltre, per rassicurare i cittadini voglio zittire definitivamente alcune voci: i soldi spesi per gestire l’accoglienza degli stranieri non sono sottratti ai Triestini; il Comune di Trieste investe tutto il budget per il sociale per i propri cittadini.
Le iniziative di accoglienza sono attivate con fondi statali ed europei, erogati unicamente a quello scopo. Il Comune per legge è tenuto a finanziare unicamente l’accoglienza dei cittadini stranieri minori non accompagnati.
A tal fine è stato speso solo un milione di euro negli ultimi 5 anni, pari allo 0,4% della spesa per il sociale dei cittadini di Trieste.

 

SULLA GIUSTA ROTTA

Venerdì al Molo IV ci siamo incontrati per parlare del presente e del futuro di Trieste, per ribadire alcune delle cose fatte, ma soprattutto per illustrare la nostra visione della città che stiamo, insieme, costruendo.

È bello trovarsi in così tanti

Nonostante sia un’abitudine per un Sindaco, è stata per me un’emozione parlare davanti a così tante persone. Ed è stato in particolare un piacere vedere fra amici, sostenitori, rappresentati di partiti, liste civiche e amministrazioni locali anche molte persone che per la prima volta partecipavano, per ascoltare cosa avevamo da dire.
Per dare continuità al nostro operato e completare un così importante cambiamento per la città c’è bisogno di tutti. Di tutti coloro che hanno a cuore il bene della città e dei cittadini.

Continuiamo sulla giusta rotta

Il titolo scelto per aprire la serata sta a significare che quanto fatto in questi primi 5 anni è stato una lavoro difficile e spesso oscuro, necessario però per sbloccare Trieste, come una nave dalle secche, e che ora è iniziata una seconda fase, quella in cui raccogliamo i frutti, quella in cui navighiamo a vele spiegate. Perché il futuro di Trieste è lì, a portata di mano, è un futuro prossimo e pieno di opportunità, ma per farlo nostro dobbiamo continuare a navigare, tutti insieme, sulla giusta rotta.

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Siamo al giro di boa, ma la svolta c’è già stata

Dopo anni in cui le opportunità venivano perse malamente e le grandi questioni non venivano affrontate oggi possiamo affermare che il vento è cambiato. Oggi sappiamo cogliere le opportunità, come il Porto, grazie al fatto che a capo dell’Autority c’è la persona giusta, e il Porto Vecchio, restituito alla città dopo decenni lasciato a marcire.
Ma sappiamo anche prenderci la responsabilità delle questioni importanti, che per tanti anni non sono state affrontate: come la Ferriera, la nostra sfida più difficile, che affrontiamo con serietà e convinzione, ma anche il Piano Regolatore, strumento fondamentale che a Trieste mancava da ben 18 anni.
La svolta c’è stata, ce ne accorgiamo ogni volta che vediamo i media nazionali e internazionali parlare di noi, sempre più spesso, con attenzione e ammirazione. Un grande orgoglio per tutti i Triestini.

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Trieste diventa città di mare

Era nel programma del 2011 e questa trasformazione è già avanzata, perché ha coinvolto il Porto, il Porto Vecchio (che prolunga il lungomare della città) e ora, nella prossima fase, vogliamo raggiungere tre nuovi importanti obiettivi: un grande museo del mare, il più grande d’Europa, che diventi un grande attrattore per la città, prolungare il Canal Grande, riportando il mare fin dentro la città, nel suo splendore originale, e liberare le rive dalle auto parcheggiate, fornendo ai cittadini spazi alternativi per permettere alle Rive di Trieste di tornare ad essere uno dei più bei lungomare d’Europa e di farlo vivere alla gente.

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Capitale europea della Scienza

Trieste deve molto alla ricerca e alla formazione: non è un caso che sia la città con la più alta concentrazione di scienziati in Europa. L’alta qualità delle nostre scuole e università, la particolarità del Nautico, la presenza delle innumerevoli realtà scientifiche di rilevanza mondiale sono un’opportunità da salvaguardare attraverso investimenti mirati e una crescita costante, con una visione ampia, internazionale. Per questo abbiamo scelto di non disperdere i fondi ma di concentrarli, ad esempio nel finanziamento di 4,4 Milioni per la piattaforma del Bio High Tech e del Digitale.

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Per i giovani, partire deve essere una scelta, non una necessità

Nella Trieste che abbiamo in mente i giovani devono non solo avere il loro spazio, ma essere il traino di tutta la società. Noi abbiamo il dovere di dar loro le opportunità necessarie.
In questi giorni li stiamo coinvolgendo nella progettazione di 3 proposte concrete per l’amministrazione, destineremo poi alla valorizzazione dell’attività giovanile 60 appartamenti in Zona Urban e un bando per finanziamenti a fondo perduto dedicato alle imprese promosse o partecipate dai giovani.

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Un’amministrazione in salute a beneficio dei cittadini

Una capace gestione delle finanze è un dovere, soprattutto in questo periodo di crisi internazionale.
Dal nostro insediamento abbiamo ad esempio tagliato le spese del Comune per gli stipendi dei CDA delle partecipate, che sono scesi dagli oltre 900.000 € ogni anno ai 380.000 € odierni. Un risparmio di 523.000 € ogni anno che, insieme alle tante altre scelte operate, ci permette in questi anni di crisi non solo di salvaguardare i servizi ai cittadini senza alcun taglio (il trasporto pubblico, le scuole, musei e teatri) ma anche di aumentare l’investimento per il sociale (sostegno per anziani, disabili, povertà, abitazione).
Trieste infatti oggi è la prima città in Italia per investimento per il sociale, con una spesa pro capite che è più del doppio della media nazionale.

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La città assolve con orgoglio il ruolo di capoluogo regionale

Non c’è contrasto tra città e regione. Perché oltre all’immobilismo dobbiamo superare il campanilismo e capire che Trieste può essere il motore dell’intera regione grazie al suo ritrovato dinamismo, alle opportunità che si stanno creando e alla sua posizione geografica, non più alla periferia d’Italia ma al centro della nuova Europa.

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Ora tutti insieme, avanti tutta!

Per completare il nostro lavoro e iniziare subito a raccoglierne i frutti, c’è bisogno di tutti. Di una squadra coesa con una visione unitaria, idee comuni e un programma che, come vedete, si sta già delineando. Questa squadra c’è ed era venerdì al Molo IV, nel pubblico che ascoltava e che ha, spesso, spontaneamente applaudito.
Vorrei ringraziare tutti loro, anche coloro che avrebbero voluto esserci ma non hanno potuto e infine ringraziare i quattro amici che sono saliti con me sul palco a dare la loro visione di Trieste per Trieste: la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, il Senatore Francesco Russo, il Presidente del Teatro Rossetti Milos Budin e l’amico ed ex Consigliere Comunale Pietro Faraguna.

VISITA ALL’OSPEDALE INFANTILE “BURLO GAROFOLO”

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Il Sindaco Cosolini al Burlo. Visita alle strutture e incontri con gli operatori e con il neo-direttore Scannapieco.

Prospettive di ulteriore consolidamento, dopo il superamento del recente momento di difficoltà, nella conferma del forte, profondo legame tra “Burlo” e città e in attesa del futuro trasferimento nella nuova sede di Cattinara.

Il grande e sempre confermato profondo legame di fiducia fra l’Istituto e la città (che si espande però ben al di là dei nostri limiti territoriali), le prospettive di ulteriore crescita, il ruolo del Comune a sostegno e supporto di ogni possibile miglioramento di quella che è una delle “gemme” più preziose e una risorsa fra le più importanti di Trieste, sono stati i “temi” principali della nuova visita che il Sindaco Roberto Cosolini ha compiuto oggi all’Ospedale Infantile “Burlo Garofolo”.

La visita ha interessato diversi ambienti e in particolare ai nuovi ambulatori di Audiologia e Otorinolaringoiatria, incontrando lo staff medico e dirigenziale e soffermandosi quindi con il neo-Direttore Generale Gianluigi Scannapieco assieme al quale ha tenuto poi una conferenza stampa, alla presenza anche del professor Alessandro Ventura, Direttore Scientifico pro tempore nonchè responsabile del Dipartimento Pediatrico.


Ed è stato proprio rievocando la visita precedente “effettuata allora soprattutto per manifestare la vicinanza della città al “suo” Burlo, in un momento di grande difficoltà e delicata transizione quando era indispensabile che venisse riconfermata la prospettiva di grande respiro regionale e nazionale dell’Istituto, che rischiava altrimenti di venir messa in discussione”, che il Sindaco Cosolini ha aperto la conferenza.

Il Sindaco ha sottolineato che “anche grazie a una forte azione dell’Amministrazione Comunale si sia potuta garantire un’adeguata alternanza alla Direzione, tale da far sì che questa stupenda squadra di operatori di alta professionalità ed esperienza potesse superare una fase di disagio e proseguire nel cammino verso il futuro”.


“Cammino che – ha proseguito il Sindaco – è potuto felicemente riprendere proprio con la nomina del Direttore Scannapieco al quale vogliamo oggi riconfermare il pieno appoggio del Comune e della Città, riprendendo un percorso virtuoso cui cercheremo di apportare contributi concreti di supporto. Oggi intanto – così ancora Cosolini – abbiamo potuto constatare con soddisfazione come al Burlo si continui – ovviamente – a lavorare, come del resto si è sempre fatto, anche nei momenti più difficili, avendo in mira, al di là di ogni critica o polemica, soprattutto l’interesse dei pazienti. Ma ora l’impegno continua in un clima che abbiamo potuto constatare essere di ritrovata serenità e fiducia. Possiamo perciò dire dunque di aver lavorato con efficacia per questo risultato, poiché oggi ne vediamo i positivi effetti !”


“E ora sosteniamo che per questa realtà sanitaria dinamicissima e che gode di un fortissimo grado di apprezzamento non solo a Trieste ma nell’intera Regione e anche oltre, a livello nazionale e persino estero; una realtà di eccellenza anche naturalmente per quanto concerne la ricerca scientifica nell’ambito del ‘Sistema Trieste”, stante la sua natura di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, uno dei tre di questo livello nell’ambito pediatrico italiano, n.d.r.). Meriterà – ha rimarcato il Sindaco – fare per il futuro qualche sforzo ulteriore e trovare qualche ulteriore modalità per supportarne le attività, anche prima del suo futuro spostamento nella nuova sede di Cattinara”.


In tal senso il Sindaco ha annunciato l’organizzazione di una prossima conferenza cittadina sul “Burlo Garofolo”, da tenersi orientativamente a fine gennaio 2016, nella quale non solo presentare e “raccontare” pubblicamente tutte le molteplici attività e servizi che il “Burlo” è in grado di offrire, ma anche “poter verificare cosa ancora potrà fare in più la Città per il ‘suo’ Burlo”. “A cominciare – ha concluso Cosolini – da alcuni anche relativamente semplici provvedimenti che si potrebbero adottare, ad esempio per facilitarne la raggiungibilità, o accrescendo alcuni servizi complementari, “premiando” così la grande fiducia e la ‘fidelizzazione’ che i triestini, ma non solo, riservano all’Istituto.”

Il Direttore Generale Scannapieco, dal canto suo, ha ricordato i “grandi numeri” generali del Burlo, con 12 mila ricoveri all’anno, dei quali l’81% dal FVG (e di questi il 54% dall’area triestina) ma anche il ben 16% da altre regioni d’Italia e il 2% dall’estero; la forza di circa 700 dipendenti, le numerose importanti sinergie in atto con strutture e laboratori dell’Azienda Sanitaria, e rimarcando poi come le “specializzazioni” di punta del Burlo quanto a procreazione medicalmente assistita e nel difficile campo delle gravidanze a rischio.

Scannapieco ha quindi sostenuto che il trasferimento al “nuovo Burlo” a Cattinara (percorso che inizierà nel 2016 con l’avvio dei cantieri per concludersi nell’arco prevedibile di cinque anni, nel 2021) potrà consentire, tra l’altro, anche una logistica migliore e una ancor migliore capacità di accoglienza.
D’altronde – ha ricordato in merito Scannapieco – quella di Cattinara non sarà, come qualcuno crede, la seconda, bensì la quarta sede nella storia dell’Ospedale Infantile di Trieste, essendo stata inaugurata la prima, nel 1856, in via dei Giustinelli, presso l’ex Collegio dei Padri Mechitaristi, la seconda in via del Bosco, e l’odierna in via dell’Istria è la nostra terza collocazione!”

Quanto a prospettive di innovazione e miglioramento, in varie ma strettamente connesse direzioni, il direttore Scannapieco ne ha indicate almeno due principali: un più marcato sforzo verso i settori di ricerca di avanguardia – sempre più qualificanti e significativi in questo campo – e l’individuazione di nuovi modelli organizzativo-gestionali, con positivi riflessi anche sull’utenza.

“D’altronde – ha ricordato Scannapieco – Trieste e il Burlo in particolare sono sempre stati all’avanguardia nella ricerca di nuove modalità di organizzazione dei servizi sanitari e di assistenza. Basti rammentare come già negli anni ’70 fu proprio il “Burlo”, allora con il professor Panizon, a introdurre per primo il sistema del “day hospital” che poi si diffuse ovunque, con una specifica attenzione rivolta sia alle o ai degenti che ai loro familiari”.

I CONTRIBUTI PISUS A FAVORE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CITTADINE: GLI ESITI DEL BANDO

L’assessore Kraus: “Un’ottima occasione per accrescere la qualità e la quantità delle strutture e dei servizi disponibili e rendere Trieste sempre più attrattiva”

Sono stati annunciati, in una conferenza stampa tenuta oggi in Municipio, gli esiti del recente bando PISUS (Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile) riguardanti la nostra città, ovvero la graduatoria dei soggetti imprenditoriali risultati “vincitori” per l’accesso ai contributi stanziati “per interventi volti a favorire ovvero a mantenere gli insediamenti delle Piccole e Medie Imprese e loro consorzi, appartenenti ai settori dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone e alle imprese”.
A illustrare tali risultanze, formalizzate in una delibera approvata lunedì dalla Giunta Municipale, sono intervenuti il competente Assessore allo Sviluppo Economico Edi Kraus e il direttore dell’Area Innovazione e Sviluppo Economico del Comune Lorenzo Bandelli.

E’ stata spiegata innanzitutto la “genesi” dell’erogazione, che ha visto attribuire al Comune di Trieste, il quale è riuscito a posizionarsi al secondo posto nella graduatoria regionale con il Piano PISUS denominato “Trieste Attiva: Cultura, Turismo, Sostenibilità”, un importo di 5.653.494,46 Euro, finanziato dallo Stato sulla base del Programma Europeo “POR FESR (Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale) 2007-2013 – Obiettivo Competitività regionale e occupazione Friuli Venezia Giulia”, e quindi assegnato tramite la stessa Regione FVG nella sua veste intermedia di “struttura regionale attuatrice”.
Di tale importo, mentre una parte è stata riservata a progetti e attività di diretta attuazione comunale, sempre per la realizzazione di interventi infrastrutturali per lo sviluppo e l’ulteriore promozione dell’offerta culturale-turistica della città, per un’altra parte, pari a 1.200.000 Euro, è stato emanato un bando per l’assegnazione di contributi a imprese che intendessero creare nuove attività o migliorare quelle già esistenti, sempre nell’ottica dell’incremento dell’immagine turistica complessiva; e quindi, nello specifico, per poter eseguire nuove costruzioni o riqualificazioni di edifici e loro strutture e ambienti interni, riqualificazioni energetiche e abbattimento di barriere architettoniche; con, inoltre, un particolare “punteggio” a favore delle imprese neo-costituite, di quelle giovanili e femminili, o di quelle che si aggregassero per conseguire uno standard più elevato.

A conseguire il diritto al contributo – con il Comune che ha assunto il ruolo di “Organismo Intermedio” tra gli erogatori del finanziamento e i beneficiari, anche per lo svolgimento dei compiti di valutazione delle domande, giudizio (tramite apposita Commissione) e approvazione delle graduatorie – sono risultate alla fine 20 imprese cittadine, delle quali 14 di un gruppo la cui “spesa ammissibile” (ovvero così valutata alla luce dei precisi criteri previsti relativamente alla tipologia di opere da eseguire, n.d.r.) era compresa tra i 25.000 e i 60.000 Euro (e di queste le prime 12 si sono utilmente collocate per ricevere l’importo totale “ammissibile”, pari all’80% del contributo richiesto, e la 13° e 14° per l’importo residuo disponibile); e altre 6 con una “spesa ammissibile” superiore ai 60.000 Euro (e di queste tutte si sono utilmente collocate per conseguire l’importo totale “ammissibile”, pari in questo caso a 100 mila Euro per ognuna).
Il tutto, come detto, per un’”assegnazione” complessiva di 1.200.000 Euro.
Quanto a tipologie, sono state “premiate” le più diverse categorie di attività: dal commercio all’artigianato artistico, dai servizi alla persona alle strutture alberghiere e ricettive.
Da rilevare che le graduatorie delle domande ammissibili approvate (alcune sono risultate invece non ammissibili) resteranno valide e “aperte”, ovvero se qualcuno dei “primi in classifica” non riuscirà ad avviare il proprio progetto o rinuncerà per qualunque motivo, potrà subentrare il prossimo in lista. (vedi elenco completo delle “domande ammissibili” sul sito del Comune, all’indirizzo https://bandieconcorsi.comune.trieste.it/).

In merito all’intera “operazione” l’Assessore allo Sviluppo Economico Edi Kraus ha espresso una viva soddisfazione, osservando come “mettendo a bando 1,2 milioni di Euro si sono manifestati, nelle ben 120 domande pervenute, intendimenti progettuali e imprenditoriali corrispondenti a un totale di 12 milioni di investimenti previsti. Il che costituisce certamente – ha detto Kraus – un segno di grande vitalità e di desiderio di ripresa nel comparto che fa ben sperare per il rilancio di tutta l’economia cittadina, e naturalmente di quella legata al turismo in particolare. Per cui l’auspicio è che anche chi non si è posizionato stavolta in modo sufficiente per l’ottenimento di questo contributo possa comunque riuscire nel portare avanti il suo progetto”.


“Il valore complessivo e generale dell’operazione si presenta comunque come molto elevato e importante, basti calcolare che, grazie ai contributi assegnati, ben 3,5 milioni di Euro di investimenti, rispetto ai 12 “manifestati”, potranno venir con prevedibile certezza messi in opera, così raddoppiando di fatto il valore “propulsivo” del bando. Da non trascurare che tra questi investimenti “annunciati” ve ne sarà anche uno molto rilevante per la realizzazione di un nuovo grande albergo in via Mazzini. L’intento nostro – ha concluso Kraus – resta sempre quello di aumentare la qualità e la quantità delle strutture e dei servizi disponibili, per rendere Trieste sempre più attrattiva.”

INTERVENTI DI RISANAMENTO DELLE SCALINATE CITTADINE

P.sansovino

La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo redatto dal Servizio Strade per l’esecuzione degli interventi di risanamento delle scalinate cittadine, previsti nel Programma delle Opere per l’anno 2015, per un importo complessivo di 150.000 euro.
Gli interventi, che si sono resi necessari anche e in primo luogo per tutelare l’incolumità dei cittadini – considerato che nel corso del tempo molte rampe erano diventate scivolose – riguarderanno con particolare attenzione le scalinate interessate da notevole transito pedonale.
Saranno quindi, nello specifico, oggetto di intervento i seguenti siti: via di Scorcola (tratto da via Virgilio a via Romagna), Scala Dublino, Piazza Sansovino (scala di collegamento con via Capitolina), via della Tesa (scala di collegamento con via Rigutti), via Colautti (scala di collegamento con Piazzale Rosmini).

RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DI VIALE XX SETTEMBRE

vialeXXsettembre

Con l’avvio della nuova stagione teatrale del Rossetti migliora la fruibilità pedonale di viale XX Settembre, in prossimità degli spazi esterni del Teatro.
La conferma è stata data oggi dagli assessori alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto nel corso di un sopralluogo sul posto, presenti all’incontro anche i vertici del Rossetti con il presidente Milos Budin e i direttori Franco Però e Stefano Curti, il presidente della IV Circoscrizione Luca Bressan e i consiglieri comunali Anna Mozzi, Giovanni Barbo e Mario Ravalico.
Nel rispetto dei tempi previsti, in prossimità del teatro, sono già state state riqualificate le “conche” in porfido che proteggono i fusti degli alberi ed è stata istituita una ZTL, zona a traffico limitato, sul tratto del viale che va da via Rossetti a via Zovenzoni, prevedendo anche alcuni parcheggi a favore di persone con disabilità e di una zona sosta di servizio per i Vigili del Fuoco in via Piccolomini.
Questo piccolo ma significativo intervento -ha detto l’assessore Elena Marchigiani- rientra nell’ambito del più generale Piano del traffico e punta a migliorare ulteriormente la vivibilità e la fruibilità pedonale del viale, in particolare in prossimità del teatro Rossetti, creando delle piccole piazze lineari. Si da così continuità ad un progetto che ci vedrà impegnati anche nei prossimi mesi. Le soluzioni adottate consentiranno anche di favorire spazi per i “dehors” degli esercizi della zona.
Questi lavori -ha aggiunto l’assessore Andrea Dapretto- vanno a migliore la qualità del Viale e a proteggere le alberature con il completamento di tutte le “conche” fino alla Scala dei Bonomo. Nella parte bassa saranno ripristinate tutte le griglie di protezione dei fusti. Inoltre i quattro alberi abbattuti, perché ammalati e non più sicuri, saranno opportunamente sostituiti da nuove piante. Nuovi alberi saranno piantati anche negli spazi ora vuoti di viale XX Settembre, tra via Rossetti e via Piccolomini, completando e rendendo uniformi le due file alberate.
Un commento positivo per questo ulteriore passo verso la valorizzazione del Viale è stato espresso anche dal presidente Luca Bressan. La maggiore pedonabililità di quest’area era stata già a suo tempo richiesta da molti e soddisfa le esigenze della cittadinanza.

I NOSTRI TEATRI NON CHIUDONO!

Teatro Verdi Trieste

 

Sabato mattina ho incontrato i lavoratori del Teatro Verdi, a pochi giorni dall’inizio della stagione lirica, per fare loro un grandissimo in bocca al lupo a tutti loro e per condividere assieme gli ottimi i risultati raggiunti.

Oggi ci sono le premesse per un’eccezionale stagione.
Ne cito solamente una: dopo ben nove anni di calo continuo degli abbonati, questo è l’anno dell’inversione di tendenza! È cresciuto il pubblico, ed è proprio questo forse il segnale più bello che ci potevamo attendere per questa stagione. Abbiamo già un segno positivo rispetto alla precedente stagione, e auspichiamo che questo sia solamente il primo di molti.

Altro nota positiva che ci colma di soddisfazione è il crescente avvicinamento del pubblico giovane al teatro, pubblico che rappresenta il principale investimento sul futuro.

Voglio spendere qualche parola su quanto abbiamo fatto insieme in questi anni, e lo faccio partendo da quelle che sono state le responsabilità di questi quattro anni come Sindaco di Trieste. Sono stati quattro anni difficili, come sappiamo tutti, per l’Europa, per l’Italia e per la nostra città. Ogni volta che una relatà va in criso e sta per chiudere è un dramma. C’è però una differenza fondamentale tra un’azienda e un teatro: quando un’azienda chiude, genera una perdita di patrimonio industriale e occupazionale, ma lascia la speranza e la possibilità che un’altra azienda apra e che possa in qualche modo sostituirla, che possa permettere di recuperare almeno una parte del patrimonio perduto.

Quando un teatro chiude, invece, ha chiuso per sempre. Le dinamiche che si innescano non hanno una possibilità di ripresa.

Lasciatemelo dire: i nostri teatri non chiudono, i nostri teatri vanno avanti!

Sono una risorsa per la città, per la sua intelligenza, per la sua cultura, per la sua immagine. È un insieme straordinario che noi abbiamo il compito di salvaguardare, di difendere, e di rendere la leva del nostro futuro.

Cosa abbiamo fatto assieme ai lavoratori del Teatro Verdi in questi anni?

teatroverdi1

Usando un’ espressione sportiva potremmo dire di aver fatto squadra, scegliendo un’espressione più adatta al contesto potremmo dire aver lavorato assieme come una grande orchestra.

Ho cominciato a occuparmi del teatro Verdi nell’estate del 2011, come presidente della Fondazione. Nel deserto generale dell’estate, ho girato personalmente le banche perché non c’erano gli stipendi dei mesi di luglio, agosto e settembre di tutti quanti i lavoratori.

In quei mesi io ho avuto paura per il teatro, ho avuto veramente paura. I dati emersi erano drammatici: dal 2001 al 2010, nove esercizi su dieci si erano conclusi con una perdita. La perdita del 2010 era stata di 4 milioni di euro, e la perdita che si profilava per il 2011 era di altri 4 milioni. Abbiamo evitato tale perdita, con un’operazione straordinaria di transazione ad una vertenza con il Ministero dell’Economia.

Il debito con le banche del teatro Verdi era di 23 milioni di euro. Oggi siamo in presenza di 4 esercizi che si sono chiusi in positivo. Il debito con le banche da 23 milioni di euro è sceso a zero, ed è stato sostituito da un debito trentennale di circa 13 milioni di euro, per la precisione 12 milioni e 982 con il Ministero dei Beni Culturali.

Cosa significa?

Qualcuno dirà: “Beh, prima c’era il debito con le banche, ora c’è il debito con il ministero dei beni culturali”.

Facciamo il confronto in modo molto semplice e aritmetico, immaginando che il debito appartenga alla nostra famiglia.

Immaginiamo di avere un debito con una banca di 55 mila euro con le seguenti caratteristiche: ci costa dai 2.500 ai 3.000 euro all’anno di spese di interessi; il che vuol dire che alla fine dell’anno dobbiamo pagare 2.500-3.000 euro di interessi senza che questo abbatta di un euro il debito, che rimane di 55 mila. Inoltre il nostro debito fa si che la banca, nel caso smetta di fidarsi di noi, possa decidere di chiederci di restituire interamente il debito, immediatamente, provocando la crisi della nostra vita familiare.

Immaginiamo ora che quel debito, per la nostra famiglia, oggi è di 30 mila euro, che restituiremo mille euro l’anno, con un interesse per il primo anno di 150 euro, interesse che cala ogni anno di 5 euro.  La differenza fondamentale è che dopo il primo anno non dobbiamo più 30 mila euro, ma ne dobbiamo 29, il secondo anno 28 e così via…

Quindi la nostra famiglia è passata da una situazione in cui pagavamo 2500 euro al mese per trovarci tra 30 anni con 55 mila euro di debito, a una situazione in cui ne paghiamo 1150, calando un pochino ogni anno, con il risultato di trovarci tra 30 anni senza debiti.

Immaginiamoci queste due situazioni per la nostra famiglia per comprendere la differenza di situazione che vive la nostra famiglia collettiva che si chiama teatro Verdi.

Perché sono successe queste cose?

teatro verdi2Perché abbiamo lavorato bene tutti quanti noi. In primo luogo i lavoratori del teatri Verdi hanno fatto dei sacrifici che ci hanno consentito di contribuire a un taglio dei costi del teatro, in modo da poter mantenere i posti di lavoro.

 

Nel 2011 spendevamo 4 milioni all’anno in più di quanto potevamo permetterci di spendere, ora la situazione è stata riallineata.

Ciò è stato possibile perché il Comune e la Regione hanno creduto nel progetto per il Teatro Verdi e continuano a farlo.

Il Comune oggi dà 45% in più all’anno a questo teatro, rispetto a quello che dava nel 2011. La Regione ci ha creduto, com’è noto, abbuonando una parte del debito.

La Regione e il Ministero hanno avuto fiducia nell’operazione, perché abbiamo dimostrato tutti assieme, come una grande orchestra, di essere capaci di affrontare questa situazione e di rimetterla nell’equilibrio economico, per fare poi dell’equilibrio economico la premessa per il rilancio della sua missione culturale, che è ciò che ci sta a cuore.

Tutto ciò deve essere raccontato perché la città deve volere sempre più bene a questa istituzione, la deve sentire come un patrimonio che va difeso, custodito e accompagnato. Gli abbonamenti sono un modo importante per custodirlo e accompagnarlo.

Dobbiamo essere, tutti quanti assieme, orgogliosi.
Il problema è stato affrontato con lo stesso senso di responsabilità con cui ho affrontato ogni crisi, ma con quella consapevolezza di cui vi parlavo prima: le alternative alla chiusura di questo teatro non c’erano. O si salvava questo teatro e lo si rilanciava, o la città sarebbe stata definitivamente più povera.

Potrei fare lo stesso discorso per il teatro Stabile, che ha corso rischi analoghi, forse ancora meno raccontati di quelli del teatro Verdi. Nel 2010 e nel 2011 ha chiuso due bilanci in passivo, nel settembre del 2012 anche il terzo bilancio si presentava in passivo. Per essere chiari: tre bilanci in passivo nel sistema teatrale della prosa portavano alla liquidazione coatta amministrativa.
Abbiamo corretto la perdita portando il bilancio a un leggero utile che interrompesse questa catena negativa che stava portando alla liquidazione, permettendoci così di dare una nuova prospettiva al teatro Stabile.

Oggi il Teatro Verdi vive una stagione diversa. Per 30 anni dovremo lavorare per l’equilibro dei conti di questo teatro, l’impegno deve essere dedicato all’evitare assolutamente che si ripeta la drammatica situazione del 2011, una situazione che in pochi mesi poteva portare alla chiusura del Teatro. Ma il Verdi ha davanti una grande prospettiva, perché su questi 4 anni ha costruito una responsabilità comune, una consapevolezza che oggi ci porta alla vigilia di una stagione che ricomincerà a farci sognare e un po’ alla volta a crescere, solidamente.

Il teatro deve essere un punto di riferimento insostituibile per la cultura di questa città, di questa regione, per la musica e per il benessere delle persone. 

Dobbiamo continuare su questa strada: la sfida del benessere deve essere combattuta nel teatro ma anche fuori da esso. La responsabilità dell’amministrazione comunale è usare i propri soldi per il benessere dei cittadini, facciamo in modo che il benessere che deriva dall’investimento sulla musica che fa il Comune di Trieste, sia un benessere che vada a coinvolgere sempre più cittadini, di ogni condizione sociale, di ogni insediamento abitativo, di ogni età, guardano contemporaneamente ai più anziani e ai più giovani.

Quindi dico grazie a tutti, grazie a tutti i lavoratori del teatro che con me hanno lavorato a questo risultato.

 

COM’È LA SALUTE A TRIESTE?

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IN CONSIGLIO COMUNALE PUBBLICO INCONTRO SULLA SANITA’ TRIESTINA PROMOSSO DAL SINDACO COSOLINI

Fare il punto sulla Sanità triestina dopo una riforma che è in corso di attuazione con tutto ciò che comporta: scelte, risultati attesi, cambiamenti, preoccupazioni, criticità.

E’ stato questo il filo conduttore del pubblico incontro “Come è la salute di Trieste?”, svoltosi oggi pomeriggio (lunedì 26 ottobre) nella sala del Consiglio comunale, al quale sono intervenuti Nicola Delli Quadri, commissario straordinario dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.1 Triestina, Gianluigi Scannapieco, direttore generale dell’Ospedale infantile Burlo Garofolo e Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste.
Promosso dal sindaco Roberto Cosolini, l’incontro ha cercato di affrontare i diversi aspetti della Sanità triestina, con l’obiettivo di ricercare costruttivamente -ascoltando la voce e i punti di vista di chi quotidianamente opera in questo campo e delle persone interessate- servizi sempre migliori per la salute dei cittadini.

E’ un primo incontro, libero e aperto -ha detto in apertura il sindaco Cosolini- che vuole fare il “punto nave” sul percorso di una riforma sanitaria attesa, necessaria e non rinviabile, una riforma che punta all’equilibrio tra una buona qualità per la salute dei cittadini, a cui siamo abituati, e la necessaria razionalizzazione della spesa. “Oggi è importante ascoltare le persone che si misurano e operano nel servizio sanità e salute della nostra regione”.

Il commissario straordinario dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.1 Triestina Nicola Delli Quadri ha iniziato la serie degli interventi (della durata di dieci minuti a testa) evidenziando alcuni interessanti dati: l’attività fisica più bassa a Trieste rispetto al Friuli Venezia Giulia, l’abitudine al fumo superiore in raffronto alla regione e al Paese, così come il problema legato al consumo di alcool, e ancora la crescita delle malattie professionali. Tra gli altri dati quello del diabete, leggermente al di sopra del tasso standardizzato della media regionale, nella norma e in linea invece quello degli scompensi cardio-circolatori.

Ribadento l’importante e stretta collaborazione in essere con il Comune di Trieste, Delli Quadri ha sottolineato anche l’impegno dell’Azienda sul fronte ambientale, dell’aria e dell’acqua, per far fronte alle situazioni critiche, nella prevenzione e nel tenere monitorate e controllate tutte le fasce della popolazione colpite da patologie croniche.

Gianluigi Scannapieco, direttore generale dell’Ospedale infantile Burlo Garofolo, ha a sua volta ricordato l’attività del suo Istituto, uno dei 3 IRCCS pediatrici italiani e uno dei 12 ospedali pediatrici nazionali. Ha messo in luce tra l’altro il calo delle nascite (lo spunto propulsivo dato dall’immigrazione si sta esaurendo), la riduzione, rispetto al passato, dell’ospedalizzazione, l’aumento delle malattie croniche e le necessità di interventi assistenziali più complessi ad alta intensità di cura.

Tra i temi affrontati anche quelli dell’obesità e del sovrappeso (anche se per gli adolescenti la situazione è migliore rispetto alla media nazionale), di una attività fisica non particolarmente elevata, delle coperture vaccinali, che restano sempre importanti e necessarie. Particolare attenzione inoltre per la salute della donna (sono 1.600 i parti annui, di cui il 22,3% cesarei, contro il 38% nazionale), alla procreazione medicalmente assistita, all’attività di ricerca clinica e all’avvito progetto del nuovo Burlo a Cattinara.
Il ruolo dell’Università, con l’assistenza delle strutture universitarie all’Azienda, al Burlo e sul territorio, è stato evidenziato da Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste. Di Lenarda ha rimarcato i compiti legati alla didattica, all’assistenza e alla ricerca, il forte impegno a “costruire” medici e odontoiatri, nonché il valore delle scuole di specialità e l’impegno a favore dei futuri medici e professionisti della sanità.

A queste tre brevi relazioni è seguito un articolato e qualificato dibattito, con numerosi interventi di medici e operatori del settore, che hanno portato il loro costruttivo contributo, di considerazioni e proposte, al partecipato confronto.

Concludendo questo primo incontro e dando appuntamento ad un ulteriore specifico approfondimento sempre su questi temi, che si terrà a inizio gennaio, il sindaco Roberto Cosolini ha messo in evidenza come “il sistema della Sanità triestina funziona”, non è al collasso e non è reale l’immagine catastrofica che qualcuno dipingeva solo poco tempo fa.

Giovedì il sindaco sarà nuovamente in visita al Burlo Garofolo.