IL NOSTRO IMPEGNO PER LA FERRIERA

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In qualità di Sindaco, e quindi rappresentante della nostra comunità, della sua aspettativa di lavoro e del suo diritto alla salute, ritengo doveroso ribadire la posizione dell’amministrazione e condividere con voi il mio pensiero, su quello che da 15 anni è il più delicato problema della città, la ferriera.
Nel farlo, mi rivolgo a tutti i cittadini, coloro che oggi manifestano, coloro che scelgono di non farlo, coloro che lavorano in ferriera o sperano di trovarvi presto lavoro e a tutti coloro che sono desiderosi di una soluzione.
La manifestazione del 31 gennaio, mette al centro tre temi fondamentali: salute, ambiente e lavoro.

 La ferriera è stata ed è la sfida più difficile di questi miei cinque anni: un’eredità resa ancor più drammatica da chi nel passato, troppo impegnato a far promesse, non ha saputo prendere decisioni concrete per fare un passo avanti, né verso la chiusura né verso la riqualificazione.
Nell’Italia di oggi abbiamo tutti capito una cosa: la scelta peggiore è non fare alcuna scelta, rimandare l’assunzione di un impegno. Noi abbiamo fatto la nostra scelta, concreta e responsabile, confermando che, se la soluzione non sarà quella prospettata, chiuderemo l’area a caldo.
Sono stati cinque anni difficili, ma fatti di azioni concrete, come le 4 ordinanze, l’aumento delle centraline, il dialogo costante e trasparente con i cittadini e le associazioni, e la collaborazione con gli enti che ci ha permesso di inserire nell’AIA molti vincoli all’azienda.
Scelte da cui si può dissentire, ma prese nella convinzione di salvaguardare quegli stessi diritti che portano oggi alcuni di voi in piazza: salute, ambiente e lavoro.

 Oggi si chiede chiarezza dopo il 31 dicembre, data che segnava la fine di alcuni importanti interventi sugli impianti.
Su questo voglio essere chiaro. La compatibilità dell’area a caldo si misura lungo 3 parametri: emissioni, rumorosità e depositi di polveri.
1) Emissioni: per quel che riguarda il benzo(a)pirene, l’impianto di aspirazione è entrato progressivamente in funzione da agosto e sembra dare buoni risultati, destinati prevedibilmente a migliorare quando, dopo la sua insonorizzazione entro febbraio, potrà operare a pieno regime anche di notte.
Osservando i dati della centralina di San Lorenzo in Selva, dal valore di 6,5 del 2010 siamo scesi al valore di 1.5 registrato nei primi 7 mesi del 2015 e negli ultimi mesi siamo sotto il limite di legge di 1. Tendenza di cui aspetto conferma.
Per quanto riguarda le PM10, gli interventi sull’area dell’altoforno devono essere valutati in una finestra temporale più ampia, che non risenta di variabili come le condizioni climatiche, troppo favorevoli nei primi 20 giorni di gennaio e troppo avverse nell’ultima settimana.
Oggi a Servola i dati testimoniano una presenza di PM10 simile a quella di piazza Libertà o degli altri centri come Udine e Monfalcone. Nonostante questo, come è noto, ho emesso nei giorni scorsi un’ordinanza di limitazione alla produzione, perché, di fronte a condizioni avverse, anche l’azienda deve fare la sua parte.
2) Inquinamento acustico: i vincoli dell’AIA impongono il superamento del problema, ma già il 28 febbraio Siderurgica Triestina dovrà aver terminato i lavori di insonorizzazione delle sorgenti più rumorose.
3) Depositi di polveri: questo rappresenta uno dei maggiori disagi per alcuni abitanti della zona. Siderurgica Triestina sta lavorando sui nuovi impianti di filtraggio e captazione delle polveri, ma il monitoraggio del loro funzionamento dovrà coprire una finestra temporale più ampia, per verificarne l’effettiva efficacia.

 Questo non è per noi un punto di arrivo ma un punto di partenza. La situazione delle emissioni è in miglioramento, ma per dare a Servola la qualità della vita di cui ha diritto bisogna completare il lavoro sulle polveri depositate e sui rumori. Nei prossimi mesi avremo dati più completi per un pronunciamento definitivo sull’efficacia dei nuovi impianti o sulla necessità di chiudere l’area a caldo.
In questa fase voglio che ci sia sempre la massima chiarezza verso tutti i cittadini, per questo ho deciso di fare una conferenza stampa ogni mese.
Infine, chiedo ai manifestanti, coloro che si riconoscono nel manifesto originale, che chiedeva chiarezza e tutela di salute e lavoro, di non abbandonare l’indipendenza e l’autonomia del loro giudizio di fronte alle molte realtà che stanno salendo sul loro carro e cercano di manovrarlo a fini politici.
Oggi alcuni manifestano legittimamente la loro preoccupazione, se da domani i promotori vorranno avere un confronto diretto saranno i benvenuti.

27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA

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Questa giornata nasce prima di tutto affinché la memoria di quanto accaduto non scompaia insieme ai suoi testimoni. Affinché le nuove generazioni se ne facciano custodi, perché la memoria è un grande strumento di crescita civile per la nostra società.
Custodire non basta: la memoria va impiegata nella costruzione di un mondo migliore, prima di tutto imparando a non ripetere gli errori che l’uomo ha commesso in passato.

Il luogo in cui ci troviamo è l’emblema di una tragedia, ferocemente programmata che causò sofferenza, dolore e morte di milioni di innocenti, ma anche l’oscuramento di fondamentali valori di civiltà e lo sgretolamento della dignità umana, tanto delle vittime quanto dei carnefici.
Morirono, come ho detto, milioni di persone, ebrei innanzitutto, vittime di una aberrante idea di superiorità razziale e di un feroce attacco a quei valori di civiltà liberale e moderna che in tanta parte di Europa erano maturati.
Si voleva colpire l’Europa tollerante e illuminata per ridisegnarla secondo un nuovo ordine sociale basato su una aberrante gerarchia tra individui e popoli.
Trieste era stata esempio di tolleranza, di libera iniziativa, di cosmopolitismo, di convivenza di culture. A Trieste toccò, e questo luogo ne è simbolo, conoscere in prima persona la negazione di tutto ciò e la negazione dei diritti fondamentali al rispetto, alla libertà, alla vita.
Toccò anche ad altri: zingari, omosessuali, diversamente abili, dissidenti politici e prigionieri di guerra, persone colpevoli di parlare una lingua o di avere una fede religiosa diversa.
E’ giusto ritrovarci qui per dire a loro che onoriamo la loro memoria con la promessa “tutto questo non accadrà mai più!”
Non basta dirlo, occorre ricordare come iniziò e chi partecipò.
Non iniziò con i lager, bensì con primi segni di intolleranza sapientemente manovrati da chi sapeva tradurre il malessere sociale nella trasformazione del diverso, prima in un pericolo e poi in un vero e proprio nemico;
Non cominciò con le camere a gas ma con la lenta e progressiva affermazione di gerarchie tra gli individui basate su fede religiosa, colore della pelle, cultura.
Non iniziò con le deportazioni ma con la progressiva riduzione e poi eliminazione di fondamentali libertà civili: a incontrarsi a muoversi, a lavorare, a studiare.
Ci fu chi pianificò la strategia di persecuzione e sterminio, ci fu chi la eseguì, ma ci fu anche tanta connivenza. Vuoi per inconsapevole adesione, vuoi per convenienza e conformismo, vuoi perché mancarono nei momenti cruciali fondamentali anticorpi. Se ci troviamo qui oggi è proprio perché consapevoli che questi anticorpi hanno continuamente bisogno di essere alimentati e vivificati.
Perché i rischi ci sono:
innanzitutto assistiamo il riproporsi di un antisemitismo e di razzismo per opera di movimenti organizzati o anche attraverso la semplice diffusione di messaggi e slogan che i moderni strumenti di comunicazione diffondono e amplificano, garantendo l’anonimato.
Abbiamo poi il rischio attuale e drammatico, di in un attacco feroce del terrorismo rivolto non solo alla nostra sicurezza, ma ai valori e alla libertà fondamentali maturati dalle società civili democratiche.
Questo attacco produce un altro rischio: ovvero quello di una risposta basata non sulla serenità, la forza e la coesione delle democrazie, bensì sul prevalere di forme di intolleranza e di paura destinate a determinare un restringimento dei nostri stessi spazi di libertà: paradossalmente ciò che il terrorismo vuole.
E c’è infine il rischio dell’indebolirsi e magari decomporsi di quello che è stato dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale un fondamentale costruttore di pace e uno straordinario risultato per la nostra convivenza civile: mi riferisco al processo di realizzazione dell’Europa, certo non privo di errori e limiti che andrebbero superati, mantenendo però sempre ben forte la convinzione che questo processo ha fatto superare tensioni, avvicinato popoli che sembravano distanti, superato confini che erano simboli di tragedie, ci ha insomma dato pace e più libertà.

Vorrei ricordare le parole, particolarmente attuali, di Elisa Springer, scrittrice ebrea austriaca, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, le cui parole, oggi più che mai, appaiono particolarmente attuali:

“La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. È un dovere verso i milioni di ebrei ‘passati per il camino’, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia di oggi… e si sta paurosamente ripetendo”.

Così Elisa Springer. E quindi la storia si scrive giorno per giorno e siamo noi a doverla indirizzare verso un futuro migliore dove pace, libertà, rispetto delle persone siano valori assoluti e indiscutibili.

CICLO DI CONFERENZE DEDICATO ALLA MARINERIA

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“Trieste e il Mare” è il titolo di un ciclo di conferenze  dedicate ai temi del mare e affidate a nove esperti di chiara fama nel proprio settore. Gli incontri si terranno  dal 30 gennaio al 21 maggio, presso l’Auditorium del Magazzino 26.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto di recupero e restituzione alla città di Trieste del Porto Vecchio dal Comune di Trieste e l’Autorità Portuale.

Questo ciclo nasce da una forte motivazione, da un lato l’esperienza maturata e proprio ieri ripresa con il terzo ciclo di Lezioni di Storia (quest’anno dal titolo “La Storia nell’Arte), e in particolare il primo ciclo ha fornito moltissimi spunti di riflessione sul passato per reinterpretare il presente e il futuro. Un’idea di grande valore da cui è nato il progetto condiviso con i partner: Autorità Portuale, Italian Liners e Trieste Trasporti, perchè mette in relazione il legame storico, marittimo, industriale e artistico tra la città e il mare, oltre alla stessa storia della marineria. Idea che felicemente rinforzeremo con l’avvio della mostra sul Lloyd Triestino a fine marzo, alla Centrale Idrodinamica. Le conferenze offriranno tanti spunti: in primo piano il ruolo del mare a Trieste, dal ruolo che sta assumendo il porto grazie a forti risorse condivise con le istituzioni e alle elevate competenze manageriali, alla valorizzazione del Porto Vecchio e conseguentemente del turismo con tutta una serie di attività nel campo formativo (l’Accademia del Nautico) e di riflessione storica con possibilità vere e concrete per la ‘grandezza’ di Trieste nella prospettiva futura. In vista di questa ‘vivacizzazione’ del Porto Vecchio, vogliamo che i cittadini vivano con continuità le grandi trasformazioni.

Per dare maggiore possibilità di seguire le conferenze, grazie a Trieste Trasporti, sarà messo a disposizione un servizio ‘navetta’ che partirà ogni 45 minuti dal centro città fino al Magazzino 26 e ritorno.
Un piccolo segno di un investimento su questo percorso che farà di Porto Vecchio parte integrante della città.

Il programma delle conferenze, potrà essere consultato nel dettaglio, comprese le biografie dei relatori, sul sito www.triestemare.com

CALENDARIO DELLE CONFERENZE:

30 gennaio 2015. Philippe Daverio. Trieste, le navi e il mare: le opere d’arte a bordo dei transatlantici italiani e i loro autori.
13 febbraio 2016. Renzo Crivelli. Un mare di carta: navi e navigatori nella grande letteratura internazionale.
27 febbraio 2016. Maurizio Eliseo. L’arsenale del Lloyd: il più grande e moderno cantiere navale europeo dell’Ottocento.
12 marzo 2016. Javier Grossutti. Il “sistema migratorio triestino”: la città-porto come luogo di arrivo e di partenza.
9 aprile 2016. Anthony Cooke. Passaggio verso sud-est: la sfida di Trieste alla Gran Bretagna sulle linee dell’Oriente.
23 aprile 2016. Sergio Vatta. Artisti della Wiener Secession per il Lloyd Austriaco: la grafica pubblicitaria e le arti decorative tra Trieste e Vienna prima della grande guerra.
30 aprile 2016. Giulio Mellinato. Il Lloyd di Trieste tra navigazione di Stato e business.
7 maggio 2016. Peter Knego. Dalle spiagge di Alang alle showroom americane: l’ultimo viaggio dei lussuosi transatlantici italiani.
21 maggio 2016. Lord Ambrose Greenway. Cinquant’anni di fotografia navale: l’obiettivo di Ambrose Greenway.

Per favorire, stimolare la riflessione legata al recupero di Porto Vecchio e valorizzare le informazioni e le esperienze portate dai relatori, il 28 maggio, sempre presso l’auditorium del Magazzino 26, si terrà un dibattito aperto alla cittadinanza con la presenza di alcuni dei relatori e di altre autorità ed esperti che possano offrire un contributo di idee per un rilancio del rapporto tra Trieste e il Mare.

INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO

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Magnifico Rettore,
Signor Governatore della Banca d’ Italia,
Autorità,
Cari Componenti del Corpo Accademico
e soprattutto Care Studentesse e Cari Studenti,

porto il saluto della Città e quello mio personale a questa inaugurazione dell’Anno Accademico.
Nel farlo, voglio esprimere il forte riconoscimento per l’apporto che l’Università dà alla vita culturale, economico-sociale e civile della nostra Comunità grazie ad un’eccellente didattica e ad una intesa attività di ricerca che ne fanno un polo fortemente attrattivo con indiscutibili ricadute anche sull’economia di Trieste.

Voglio però soprattutto cogliere questa occasione per ringraziare l’Ateneo di Trieste per un contributo particolarmente significativo che forse non sempre è stato adeguatamente sottolineato: Trieste nasce indiscutibilmente come nodo strategico di flussi di persone, di idee e di merci. Tutto ciò ne fa per un lungo periodo, che si conclude con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, una città proiettata verso una forte vocazione internazionale e questo segna la sua identità, la sua cultura, la sua crescita.
Poi, un difficile Novecento e in particolare tanti muri fisici e ideologici del lungo Dopoguerra che segue la Seconda Guerra Mondiale, sembrano privarla irreparabilmente di questa sua straordinaria funzione.
Se in quel lungo periodo Trieste non si chiude definitivamente in un decadente provincialismo lo deve a tre fattori:

1. Il primo è dato dalla presenza di alcune imprese globali con le radici a Trieste ma proiettate nel mondo, dove ne hanno portato il nome e l’immagine;
2. il secondo è dato dalla presenza di alcuni grandi esponenti della cultura europea contemporanea;
3. il terzo è dato dalla fortissima esistenza di un sistema dell’Alta formazione della ricerca, famoso nel mondo anche per le migliaia e migliaia di giovani studenti e ricercatori che qui hanno vissuto e vivono esperienze fondamentali per la loro crescita e formazione.

In questi due ultimi fattori è evidente che il ruolo dell’Università è stato determinante e ha contributo a far sì che Trieste non sparisse definitivamente da una attenzione internazionale.

Oggi, quella che io amo presentare come la più europea della Città Italiane è entrata in una fase nuova:

  •  non più estremo nordest d’Italia ma baricentro nella nuova Europa, un porto a cui abbiamo dato la svolta e che è di nuovo il primo polmone di una economia del mare che per noi è una straordinaria potenzialità;
  • la grande opportunità che ci deriva dal poter trasformare il più interessante waterfront che ci sia ora in Italia.

Per queste ed altre ragioni oggi, pur fra tante difficoltà di una lunga crisi, il futuro è alla portata della nostra Comunità e il nostro patrimonio di intelligenza e di ricerca è una leva formidabile di cui dobbiamo e vogliamo avvalerci. A me piace dire che Trieste da città sul mare diventa sempre più città di mare, intendendo con questo che vogliamo valorizzare fino in fondo questa straordinaria risorsa che abbiamo, per il porto, per il turismo, per l’industria, per la qualità della vita.
Per questo, allo stesso modo, dico che non dobbiamo essere una città con l’Università bensì una Città universitaria che investe su questo, che organizza i servizi urbani in questa direzione che insomma, fa in modo che ogni giorno i giovani abbiano ragioni in più per studiare e poi per rimanerci e lavorare.

Per questo io auguro al Corpo docente un buon lavoro in questo Anno Accademico, così come auguro buon lavoro al personale tecnico-amministrativo ringraziandolo per la dedizione pur in situazioni difficili che oggi abbiamo sentito riportare, ma soprattutto a voi, studentesse e studenti, auguro un sincero in bocca al lupo per il Vostro futuro, perché siete voi il futuro!

LEZIONI DI STORIA 2016: LA STORIA NELL’ARTE

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Prenderà il via domenica 17 gennaio, alle ore 11.00, e proseguirà fino al 10 aprile, il terzo ciclo di “Lezioni di Storia” – che in questa edizione sarà dedicato alla “STORIA NELL’ARTE”– nella suggestiva e tradizionale cornice del Teatro Verdi di Trieste.

Le lezioni, a ingresso libero, sono promosse dal Comune di Trieste, ideate dagli editori Laterza, sponsorizzate da AcegaApsAmga Società del Gruppo Hera, con il contributo della Fondazione CRTrieste e la collaborazione del quotidiano “Il Piccolo”.

La terza edizione delle Lezioni di Storia quest’anno punta sull’arte e sul suo linguaggio per raccontare i grandi scenari storici, i protagonisti dei movimenti culturali e politici, le trasformazioni sociali e religiose, i fatti del lontano passato e i cambiamenti della storia contemporanea.
L’arte è davvero una straordinaria fonte per comprendere il passato; dal mondo antico a oggi i pittori e gli scultori hanno raffigurato la realtà da loro vissuta, conosciuta e immaginata, dando corpo e memoria alle idee e agli avvenimenti del proprio tempo, fissando su tela e marmo la loro testimonianza immortale e unica. Attraverso le loro opere possiamo ritrovare –in maniera diretta e al tempo stesso suggestiva– il vissuto di uomini e di donne, il potere del dominio e della guerra, il divino e il quotidiano, i prìncipi e i mercanti, l’individuo e la comunità, la denuncia e l’evasione, le paure e le speranze.
Protagonisti delle Lezioni saranno 9 opere famose e 9 storici chiamati ad interpretarle.
Alberto Mario Banti inaugurerà il nuovo ciclo il 17 gennaio parlando della cura dei dettagli della borghesia nella corsa all’apparire partendo da Il balcone di Edouard Manet; Il 24 gennaio sarà la volta di Maria Giuseppina Muzzarelli che parlerà di una delle prime rappresentazioni demoniache della donna in un dettaglio della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti. Il 7 febbraio Giulio Mellinato parlerà della rappresentazione della crescita e dello sviluppo della città di Trieste nel dipinto La prosperità commerciale di Trieste di Cesare Dell’Acqua; Il 14 febbraio Massimo Firpo parlerà dei ritratti falsi diffusi per diffamare i nemici partendo dall’esempio di rappresentazioni famose di Machiavelli e Alessandro de’ Medici. Anna Foa il 21 febbraio spiegherà la nascita di un pregiudizio alimentato dalla rappresentazione di una credenza come ne Il miracolo dell’ostia profanata di Paolo Uccello; Paolo Possamai il 6 marzo ci accompagnerà tra i fregi e i decori dei palazzi di Trieste alla ricerca dei simboli usati per rappresentare l’identità della città. Maurizio Viroli il 20 marzo parlerà delle conseguenze del Buon governo e della tirannia partendo proprio dalle scene di vita quotidiana illustrate nelle allegorie di Ambrogio Lorenzetti a Siena. Andrea Giardina il 3 aprile parlerà del famoso quadro del giuramento degli Orazi e dei Curiazi di David, la celebre leggenda narrata da Tito Livio che diventò emblema degli ideali repubblicani durante la rivoluzione francese. Concluderà il ciclo Emilio Gentile parlando della rivalità di D’Annunzio e Mussolini durante la rivendicazione della ‘Vittoria mutilata’ partendo da una cartolina propagandistica di Ezio Anichini che ritrae D’Annunzio tra Dante e l’Italia turrita sullo sfondo dell’Istria. Introdurranno gli storici: Arianna Boria, Pietro Spirito, Alessandro Mezzena Lona, Fabio Amodeo, giornalisti de “Il Piccolo”.

I due cicli precedenti che vertevano sulla storia di Trieste e sulla Grande Guerra hanno registrato il sold out, a dimostrazione dell’alto gradimento da parte del pubblico per i temi di carattere culturale. Questo terzo ciclo è dedicato a un argomento di grande fascino attraverso un percorso di assoluto interesse che mette in relazione significativi motivi storici con il genio artistico. E’ la conferma che anche il 2016 per la cultura triestina sarà di altissimo livello. Trieste, fra tutte le città italiane in cui si svolgono le ‘lezioni di storia’ è la città che in rapporto al numero di abitanti ci ha dato maggiore soddisfazione, a significare il valore assoluto della partecipazione dei triestini, per i quali la relazione con la storia è molto forte.

L’ingresso è sempre libero fino ad esaurimento posti.
Il programma completo su:
lezionidistoria.triestecultura.it
www.laterza.it
www.ilpiccolo.it

IL SOSTEGNO ALL’EDUCAZIONE

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Il dovere della scuola, anche quella dedicata ai più piccoli, è quello di sostenere le famiglie in un’educazione intelligente dei figli. Per questo a Trieste stiamo investendo in progetti educativi innovativi per fornire un supporto professionale alla crescita dei bambini. Soprattutto in un’epoca come la nostra dove i ritmi quotidiani sono molto cambiati.

Alcuni dei progetti formativi pensati per i nostri bambini e ragazzi:

Servizi integrati: abbiamo rafforzato la collaborazione con gli altri servizi educativi per i bambini tra gli zero e i sei anni, sia statali che privati. Stiamo quindi portando avanti progetti educativi e progetti di formazione integrati, con l’obiettivo di arrivare ad un patto territoriale tra servizi, scuole e famiglie.
Albo delle Babysitter: nel 2016 partiranno i percorsi di formazione volontari e gratuiti per le babysitter iscritte all’albo regionale.
Educatrici domiciliari: da quest’anno il Comune fornisce il coordinamento pedagogico formativo alle educatrici domiciliari che operano a Trieste e percorsi di formazione volontari e gratuiti.
Festival “Fin da Piccoli”: Trieste ospita la manifestazione nazionale sulle buone pratiche dei servizi educativi per la prima infanzia, in collaborazione con il Centro per la Salute del Bambino, la SISSA, l’università degli Studi di Trieste.
“Orto in condotta”: Trieste ha attivato il progetto in collaborazione con Slow Food coinvolgendo bambini e insegnanti a coltivare ben 73 orti nei servizi educativi comunali e statali.
Stagione lirica del Verdi gratuita per i ragazzi delle scuole medie a indirizzo musicale e del liceo artistico.
Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle ragazze: il CCRR nasce per incentivare la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze delle scuole primarie e secondarie di primo grado. I ragazzi elaborano proposte per migliorare la propria città, esprimono le loro opinioni, confrontano le loro idee e discutono liberamente nel rispetto delle regole.

SCUOLE PIÙ BELLE E PIÙ SICURE

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Il Grande Piano di Edilizia Scolastica interessa oltre 40 edifici scolastici e un investimento di ben 16,4 Milioni di €

Il Piano si articola in due fasi:

fase_1) la prima fase si è sviluppata tra il 2014 e il 2015 e si sta concludendo in questi giorni con la chiusura degli ultimi cantieri: un investimento di 4,7 Milioni di €;

fase_2) la seconda fase ha preso il via in questi giorni con l’assegnazione dei lavori, che inizieranno nei primi mesi del 2016 e si concluderanno entro l’anno, con un investimento di 11,7 Milioni di €.

LA PRIMA FASE
– lavori conclusi o in fase di conclusione
– 18 edifici interessati
– 6,7 Milioni di € investiti

Asilo nido LO SCARABOCCHIO
Ristrutturazione globale per adeguamenti normativi.
Asili nidi BOSCO MAGICO, VERDE NIDO, LUNA
ALLEGRA, FRUTTI DI BOSCO, ZUCCHERO FILATO,
Asilo nido e Scuola dell’infanzia SILVESTRI
Adeguamento alle norme di prevenzione incendi.
Scuola dell’infanzia CHALVIEN
Ristrutturazione globale per adeguamenti normativi.
Scuola dell’infanzia LA CAPRIOLA
Manutenzione dei serramenti esterni e rifacimento dei servizi igienici.
Scuola dell’infanzia CASETTA INCANTATA
Consolidamenti strutturali della terrazza e risanamento locali seminterrati, pavimentazione terrazza.
Scuola primaria NAZARIO SAURO
Messa in sicurezza e ripristino delle facciate.
Scuola dell’infanzia DELFINO BLU
Lavori di modifica delle vie d’esodo ed adeguamento delle reti idranti, realizzazione rampa disabili, messa in sicurezza sfondellamento soffitti, in esito alla campagna di verifiche non distruttive effettuate.
Scuola primaria U. SABA
Rifacimento impermeabilizzazione copertura piana.
Scuola primaria FINZGAR –BATTISTIG
Sostituzione dei serramenti dell’edificio.
Scuola primaria PERTINI
Rifacimento impermeabilizzazione terrazzini piani di copertura delle aule.
Scuola primaria DUCA D’AOSTA
Demolizione intonaci pericolanti dei soffitti e successivo ripristino.
Scuola MUZIO DE TOMMASINI – SRECKO KOSOVEL
Completamento bonifica amianto e messa in sicurezza controsoffitti al piano terra. Rifacimento facciata postica, manutenzione straordinaria copertura piana uci. Adeguamenti strutturali.
Scuola dell’infanzia NUVOLA OLGA e OBLAK NIKO
Costruzione della nuova sede fra via delle Docce e via delle Cave, con area esterna di pertinenza per le attività ludiche dei bambini.
Scuola UKMAR e Scuola DE MARCHI-STEFANIC–GRBEC
Ristrutturazione e adeguamento degli impianti.
Scuola DANTE ALIGHIERI
Sostituzione dei serramenti, restauro delle facciate, superamento delle barriere architettoniche, rifacimento dei servizi igienici, rifacimento delle coperture e bonifica dell’amianto.
Lavori BONIFICA AMIANTO in diverse strutture

LA SECONDA FASE DEL GRANDE PIANO DI EDILIZIA SCOLASTICA

– avvio e chiusura dei cantieri nel 2016-17
– 14 edifici interessati
– 9,7 Milioni di € investiti

Scuola GUIDO BRUNNER
Rifacimento del cortile interno e dell’accesso a una parte di esso per attività ludiche.
Scuola FRANCESCO RISMONDO
Eliminazione delle barriere architettoniche con sistemazione accessi al giardino esterno. Insonorizzazione di un’aula utilizzata da una alunna affetta da ipoacusia.
Scuola SUVICH
Messa in sicurezza della copertura e opere accessorie. Edifici ospitanti nidi di infanzia. Adeguamenti LR20/05.
Nido FILASTROCCA
Lavori di ristrutturazione.
Scuola L. STOCK
Lavori di messa in sicurezza dei serramenti esterni.
Scuola M. CODERMATZ
Rifacimento della copertura, con una serie di interventi anti-infiltrazione.
Scuola MORPURGO
Rifacimento servizi igienici.
Scuola VENEZIAN – LEVSTIK
Sostituzione dei serramenti esterni.
Nido d’infanzia ACQUARELLO
Eliminazione delle barriere architettoniche, con la realizzazione di un impianto elevatore, adeguamento degli spazi interni, rifacimento dei pavimenti, adeguamento antincendio, sostituzione dei serramenti e messa a norma degli impianti.
Scuola CAPRIN
Bonifica pavimenti in amianto e adeguamenti interni.
Scuola F.LLI FONDA SAVIO – MANZONI
Adeguamenti di prevenzione incendi.

PIÙ POSTI NEGLI ASILI COMUNALI

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Durante il nostro mandato abbiamo aumentato ogni anno i posti comunali disponibili, arrivando a soddisfare il 77% delle richieste negli asili nido e al 94% nelle scuole per l’infanzia.

L’obiettivo è di andare avanti così e fare ancora meglio, per questo ad esempio nel 2017 apriremo un nuovo asilo a Roiano, che accoglierà altri 60 bambini.
Crediamo che l’accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, quelle dedicate ai bambini da 0 a 6 anni, debba essere un diritto dei cittadini e un dovere delle amministrazioni. Tanto più al giorno d’oggi, in cui diventa fondamentale conciliare i tempi di vita di molte famiglie, in cui entrambi i genitori lavorano, e assicurare a tutti i bambini di Trieste la migliore crescita possibile. Per questo da settembre sperimenteremo in un asilo comunale, un’apertura flessibile fino alle ore 20.
Per quanto riguarda i posti disponibili, per i bambini da 0 a 3 anni siamo arrivati a 993 posti comunali, quindi un’ulteriore aumento di 20 posti solo quest’ultimo anno e, come detto, siamo arrivati oggi a una soddisfazione delle domande del 77%. Prevediamo dunque di continuare ad aumentare i posti disponibili ulteriormente i prossimi anni, grazie agli investimenti e a nuove strutture: la prossima, quella di Roiano, garantirà 60 nuovi posti alla sua apertura, nel 2017.
Anche per i bambini da 3 a 6 anni abbiamo aumentato la disponibilità dei posti arrivando a esaudire il 98% delle richieste. Abbiamo inoltre ampliato l’offerta con una nuova sezione con lingua di insegnamento slovena.

TRIESTE HA UN NUOVO PIANO REGOLATORE

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Abbiamo raggiunto un traguardo importantissimo. L’approvazione del Piano regolatore completa un percorso politico amministrativo e dimostra che questa maggioranza ha saputo guidare la città. Trieste dopo 18 anni ha il suo nuovo Piano Regolatore!

Lunedì notte, in Consiglio comunale, si è concluso con successo questo lungo e fondamentale percorso .
In Nuovo Piano Regolatore è un passaggio politico amministrativo importante e molto complesso, frutto di un gioco di squadra che ha messo in luce la coesione della maggioranza, che ha votato compatta, mentre l’opposizione si è espressa in quattro modi diversi. L’approvazione richiedeva una  una maggioranza compatta, infatti con con la giunta precedente, la variante 118 non è mai stata votata.

Il nuovo Piano regolatore prende atto che la città è cambiata e si esprime a favore del suo sviluppo futuro, con obiettivi di qualità e sostenibilità urbana, propri delle realtà più avanzate ed europee. Stop al consumo di suolo e rivitalizzazione del patrimonio esistente: questi i punti cardine del nuovo Piano regolatore, che valorizza anche l’integrazione tra i territori, tra la città e il Carso, oltre che in ambito GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale).
Ringrazio l’assessore Marchigiani, i presidenti Furlanic e Ravalico, i dirigenti Genovese e Cassin con i loro uffici e gli uffici del Consiglio comunale per l’ottimo lavoro svolto,  per essere riusciti, in tempi quasi record (4 anni ndr), a realizzare un Piano con un milione e mezzo di suolo edificabile in meno.

Il nuovo Piano regolatore progetta il futuro ed è ricco di progetti per il futuro: dalle aree della grande trasformazione, a quelle portuali; dalla cosiddetta strada della scienza volta a integrare e rafforzare le relazioni tra i centri di ricerca sull’altipiano, la città e le aree costiere, al rilancio delle aree produttive nell’ambito Ezit; dalla riqualificazione energetica di parti di città e di interi quartieri, alle linee di indirizzo per un grande ridisegno dei centri di quartiere e degli spazi pubblici; fino al ripensamento di un sistema di mobilità sostenibile per la città e il territorio, riassunto nel progetto di metropolitana leggera traguardato in un’ottica transfrontaliera.
È un Piano che in questa visione di futuro prende una chiara posizione in nome dell’equità del trattamento dei cittadini e della sostenibilità dello sviluppo. E’ un Piano che pensa ad agevolare l’attuazione, inserendo strumenti nuovi e alleggerendo  il peso della burocrazia.
Alcune delle principali visioni al futuro contenute nel Piano rientrano nelle Intese. In primo luogo, l’Intesa con l’Autorità portuale sul Piano del Porto. L’accordo consentirà la chiusura dell’iter di questo importantissimo strumento per lo sviluppo delle attività economiche e per l’avvio di una attesa stagione di ripresa. Importante e fruttuosa è anche l’Intesa con il Ministero della difesa e l’Agenzia del Demanio, che già un anno fa ha consentito di giungere all’Accordo di Programma che di fatto ha anticipato le previsioni del nuovo PRG riferite alla ex Caserma Vittorio Emanuele II (nelle quali è compresa la realizzazione di 20.000 mq da destinare a spazi aperti e percorsi di uso pubblico, e la cessioni di uno degli edifici da destinare a polo scolastico) dando il via al processo di riqualificazione e riutilizzo di una delle aree militari dismesse più estese in città.

Il Piano è stato delineato attraverso un processo trasparente e un ingente lavoro di ascolto che ha coinvolto proprio le categorie economiche e professionali, che saranno direttamente impegnate nel rilancio di Trieste. Nel periodo di consultazione, prima della redazione del Piano, sono stati distribuiti 2.500 questionari sia in lingua italiana che slovena e si sono registrati più di 8.000 accessi al sito web; prima e durante la redazione, si sono tenuti tavoli tecnici e tavoli tematici, ai quali hanno partecipato circa 190 rappresentanti di enti e associazioni di categoria. Sono arrivate in tutto 754 osservazioni e opposizioni. Il 50% sono state accolte o parzialmente accolte, a ribadire un generale consenso sul Piano e la volontà di ascoltare i cittadini.

I punti chiave del Nuovo Piano regolatore

NUOVO SLANCIO AL FUTURO DELLA CULTURA A TRIESTE

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UN GRANDE MUSEO DEL MARE IN PORTO VECCHIO

Trieste non è più solo una città sul mare, ma sta finalmente diventando una città di mare! Il mare è parte rilevante della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità. Trieste si affaccia sul mare, ma potremmo dire che il mare tocca ogni aspetto della vita e delle tradizioni della nostra città.
Quale città più di Trieste, dunque, dovrebbe ospitare un Grande Museo del Mare? Quale luogo più di Porto Vecchio è adatto ad ospitare il progetto?
Vogliamo confermare, consolidare e in un certo modo celebrare lo strettissimo rapporto che abbiamo con il mare, per questo immaginiamo un grande luogo dedicato a questo, un’attrazione per i turisti a livello nazionale e non solo, un biglietto da visita dell’identità dei triestini.
È innegabile l’evidenza di questo legame, basti pensare che ben l’85% del potenziale materiale espositivo di un Grande Museo del Mare è già disponibile in città. Inoltre istituzioni, aziende e associazioni hanno già manifestato un forte interesse per l’argomento, rendendosi disponibili a partecipare a un Comitato promotore del progetto, destinato poi a trasformarsi in Fondazione.
Ci tengo a sottolineare l’importanza di questo processo di aggregazione, una pratica virtuosa nata da un progetto fortemente sentito e voluto da molti, che hanno scelto di rimboccarsi le maniche e di collaborare per la sua realizzazione.

RESTITUIAMO IL SALONE DEGLI INCANTI AI TRIESTINI

Il progetto di trasformazione dell’ex Pescheria in una grande piazza coperta procede, ed è in atto lo studio di fattibilità per definire le condizioni per la sua realizzazione: affidato ai progettisti a metà ottobre, sarà consegnato a fine mese.
Il progetto nasce per rispondere alle necessità dei cittadini e degli studenti, che necessitano di spazi di studio, di consultazione di libri, di accesso alla rete: una moderna e funzionale mediateca.
Nasce dalla volontà di ridare ai triestini la grande Biblioteca che la città attende da troppi anni, dopo il disastroso progetto di ristrutturazione della biblioteca di piazza Hortis, risalente ormai al 2000 ma mai portato a compimento, e ormai superato dalle esigenze biblioteconomiche attuali.
Un grande spazio civico e culturale con vista sul mare, un luogo identitario per la città capace di fornire in maniera innovativa i servizi bibliotecari moderni, a cittadini e studenti, destinato a completare il sistema delle biblioteche a fianco di Palazzo Biserini, in cui troveranno spazio i depositi tradizionali e specializzati, e delle biblioteche decentrate Quarantotti Gambini e Stelio Mattioni, la cui importanza e successo sono cresciuti negli ultimi anni in maniera esponenziale.

2016: CI ASPETTA UN ALTRO ANNO DI GRANDI MOSTRE

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14-18 DUE FRONTI, UNA CITTÀ

Dopo il grande successo de La Grande Trieste dal 18 dicembre il Salone degli Incanti ospiterà una nuova mostra che ne rappresenta l’ideale completamento: 14-18 Due Fronti, una Città.
Se La Grande Trieste si è impegnata a raccontare la storia della costruzione della città moderna, la mostra che verrà prossimamente inaugurata racconta la storia di Trieste e la vita dei Triestini negli anni del conflitto, quando la città e i suoi cittadini si videro divisi al punto di ritrovarsi su due diversi fronti.
Due versanti che si ritrovano oggi nel percorso espositivo, attraverso immagini, oggetti e documenti provenienti dai Musei Civici dalla Biblioteca Attilio Hortis e da collezioni private, ma anche attraverso grandi installazioni evocative e proiezioni di rari filmati d’epoca, ambientati nel magico spazio del Salone degli Incanti.

IL LLOYD TRIESTINO

La grande esposizione dedicata alla compagnia di navigazione che rese ricca Trieste e la proiettò in Medio ed Estremo Oriente aprirà da inizio marzo alla Centrale Idrodinamica in Porto Vecchio.
Una mostra realizzata in collaborazione con l’Autorità Portuale nel luogo più significativo del Porto Vecchio, l’edificio-macchina che forniva forza motrice a tutte le gru dei magazzini, dove la storia del Lloyd Triestino sarà visibile insieme al patrimonio di archeologia industriale accuratamente restaurato.
La storia della compagnia a partire dall’arrivo a Trieste, la pubblicità, i viaggi e le destinazioni, le navi, le merci e le persone che fecero grande il Lloyd: questi i temi che verranno presentati attraverso un percorso scandito dagli straordinari cimeli. Agli scafi dei vecchi piroscafi e delle motonavi saranno affiancati quadri, porcellane, statue, manifesti pubblicitari, fotografie d’epoca, argenterie, libri di bordo, piani di costruzione, nomi di comandanti, artisti e progettisti.

IL MUSEO DELLA RISIERA DI SAN SABBA

Alla fine di gennaio 2016 si inaugurerà il nuovo allestimento del Museo della Risiera di San Sabba, per raccontare la storia del luogo e inquadrare i fatti che vi si svolsero.
Uno spazio di accoglimento rinnovato nei contenuti storici e nella presentazione con testi in tre lingue, grafici e apparati multimediali, che ripercorre la storia dello stabilimento per la lavorazione del riso che dall’8 settembre 1943 viene utilizzato come campo di prigionia e smistamento per poi divenire luogo di detenzione e eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici e ebrei, e infine, dal 4 aprile 1944, vero e proprio campo d i sterminio.
Il rinnovato Museo della Risiera assume così importanza per valorizzare l’esperienza del visitatore di questo luogo, unico in Italia, ricollegandolo agli altri campi in Europa, ma soprattutto per valorizzare la storia delle donne e degli uomini che vi fecero passaggio.

2015: PER LA CULTURA UN ANNO ENTUSIASMANTE

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LA GRANDE TRIESTE

Grande successo per La Grande Trieste 1891-1914: la mostra al Salone degli Incanti ha chiuso con quasi 26.000 visitatori totali, con punte del 15% di visitatori provenienti dall’estero nel mese di maggio! Un successo dal punto di vista delle presenze, dei contenuti e della collaborazione tra le tante Istituzioni comunali coinvolte nel lavoro di ricerca.
La mostra si è sviluppata lungo un percorso a capitoli pensato per ricostruire l’atmosfera della città negli anni tra il 1891 e il 1914, un periodo di eccezionale sviluppo nella quale Trieste ha assunto la fisionomia di grande città che conosciamo tuttora.
Per chi se la fosse persa o volesse rivivere l’esperienza, consiglio questo video, che racconta l’esposizione fin dalla primissima fase dell’allestimento, che ha richiesto ben 1200 ore di lavoro.
Ideale prosieguo de La Grande Trieste, dal 19 dicembre la riflessione sulla storia di Trieste e dei triestini proseguirà al Salone degli Incanti con una mostra dedicata alle diverse anime della città negli anni della Prima Guerra Mondiale.

IL GUSTO DI UNA CITTÀ. TRIESTE CAPITALE DEL CAFFÈ

50.000 visitatori per Il gusto di una Città. Trieste Capitale del caffè, la mostra multimediale interamente dedicata al caffè, ospitata al Salone degli Incanti in collegamento con l’Expo di Milano fino a inizio novembre.
Perché Trieste capitale del caffè? Per la sua storia, la sua economia, le sue tradizioni: tutto questo si concentra da ora in un marchio registrato di cui la città si può fregiare. Rappresentazione della cultura del caffè, degli storici caffè letterari, dell’Università del Caffè, dell’industria e del commercio, la mostra ha costituito un importante momento di promozione, realizzato attraverso la collaborazione di Regione, Comune, Camera di Commercio, illycaffè e Trieste Coffee Cluster, con il collegamento a Expo 2015 a sottolineare a livello internazionale il ruolo di protagonista che la nostra città copre nel comparto!

L’ALFABETO ESSENZIALE DI UGO GUARINO

Dopo molti anni di attesa realizzata la mostra dedicata alla figura e al lavoro di Ugo Guarino, poliedrico artista e grafico, protagonista con Franco Basaglia della battaglia per la chiusura dei manicomi nella Trieste degli anni ’70 e amico di Indro Montanelli di cui per molti anni ha illustrato la rubrica su «Il Corriere della Sera».
Da giugno ad ottobre il Museo Revoltella ha accolto l’esposizione realizzata in collaborazione con la Fondazione RCS Corriere della Sera: presentazione dell’opera documentata attraverso quadri e bozzetti, disegni, frammenti e ritagli, sculture e stampati, e contemporaneamente affettuoso omaggio a Ugo, artista, militante, autore di un lavoro ininterrotto che lo ha visto muovere da Trieste a Milano, poi Parigi, New York, Trieste di nuovo con Franco Basaglia per cancellare i manicomi e dare vita alla rivoluzione della legge 180, e ancora Milano.
Grazie alla collaborazione tra l’amministrazione, le istituzioni e i protagonisti di quella stagione, e a un lungo lavoro di ricerca che ha condotto alla realizzazione di un catalogo con un importante editore  nazionale, la mostra dedicata al “piccolo grafomane triestino / emigrato a Milano”, come lui stesso si definisce, ha così rappresentato una nuova occasione per mettere in evidenza la collocazione della città nel panorama artistico e culturale internazionale a partire dagli anni ’60.