E-Mozione in comune: fare obbligo al Consiglio Comunale di dibattere un testo sottoscritto online da 2000 cittadini

Il Comune di Trieste con Sindaco Cosolini farà obbligo per il Consiglio Comunale di dibattere tutte le ‘E-Mozioni’ presentate online e sottoscritte via internet da almeno 2.000 cittadini. Questa l’idea che intende sfruttare le nuove tecnologie per rendere più immediati i rapporti tra cittadinanza e scelte politiche. Internet come base di condivisione e di maggior partecipazione dei cittadini alla pubblica amministrazione.
La proposta è stata illustrata nel pomeriggio di ieri, durante l’evento “Trieste Polis Digitale“, incontro tra Roberto Cosolini e la comunità digitale della città, per ascoltare e accogliere le proposte dei cittadini più esperti proprio su come internet e i nuovi media possano contribuire a cambiare i servizi e le politiche del Comune di Trieste. Trasparenza, partecipazione ed efficienza, queste le tre parole chiave sulle quali il candidato sindaco si è espresso in maniera convinta nel proprio intervento finale, e che ben riassumono quanto illustrato dai dodici relatori della serata.

Il progetto E-Mozione ben concretizza tutte le tre componenti. Trasparente come tutto ciò che si trova online, sempre a disposizione di tutti, immediatamente a disposizione di chiunque voglia partecipare ed efficiente, essendo un filo diretto tra cittadini e comune.
E’ diretto al numero sempre crescente di cittadini che usano su base quotidiana il computer e internet, che ormai è divenuto centro nevralgico di molti dibattiti e aggregatore di gruppi e comunità di cittadini che condividono obbiettivi civici, culturali e politici.
Come funzionerebbe?
Un’area apposita del sito del Comune di Trieste, con Cosolini Sindaco, verrà riservata alla partecipazione diretta da parte dei cittadini. In quest’area ci sarà lo strumento per la ‘E- Mozione’, che funzionerà così:
1) Previa il pagamento di una tassa simbolica, ogni cittadino di Trieste potrà depositare in Comune il testo di una ‘E-Mozione’.
2) Il testo verrà pubblicato online nel sito del Comune di Trieste e a quel punto potranno partire le sottoscrizioni da parte dei cittadini.
3) Ogni cittadino per rendere valida la sua sottoscrizione, dovrà dichiarare i propri nome, cognome, indirizzo di residenza nel Comune, età di nascita.
4) Per rendere valida la sottoscrizione, il cittadino dovrà lasciare o il proprio codice fiscale OPPURE inserire un codice univoco e personale inviato via sms dal Comune al cellulare del sottoscrittore durante la procedura di sottoscrizione.
5) Ogni cittadino potrà facoltativamente lasciare i propri indirizzi email e cellulare per essere aggiornato se la ‘E-Mozione’ avrà raggiunto i 2.000 sottoscrittori e per sapere il risultato del dibattimento in Consiglio Comunale.
Esistono già delle iniziative simili:
E-Petition promosse dal Governo laburista in Gran Bretagna
Nuovo progetto sulle e-petition promosse dal governo Cameron
E-Petitions, Scottish Parliament
Europetition, iniziativa privata per sostenere petizioni online al Parlamento Europeo

Qui potete scaricare il PDF di presentazione dell’iniziativa.

4 thoughts on “E-Mozione in comune: fare obbligo al Consiglio Comunale di dibattere un testo sottoscritto online da 2000 cittadini

  1. Mi sembra un’ottimo punto di partenza!
    Segnalo anche il modo in cui i referendum vengono gestiti in Svizzera, sia a livello federale, che cantonale e municipale
    https://en.wikipedia.org/wiki/Referendum#Switzerland

    È uno dei pochi paesi a facilitare l’esercizio democratico diretto e, essendo anche culturalmente piuttosto vicino a noi, va tenuto d’occhio.

    “The possibility of facultative referendums forces the parliament to search for a compromise between the major interest groups. In many cases, the mere threat of a facultative referendum or of an initiative is enough to make the parliament adjust a law.”

  2. Dopo il primo momento di entusiasmo mi è tornata la sfiducia. Anche queste belle proposte sono piene di regole complicate, residui del passato, che non devono coesistere in modo moderno. Basta con tassa simbolica, iscrizione, autentificazione, lasciare codice fiscale etc. Andate a vedere nel mondo che funziona come le tecnologie moderne funzionano veramente in modo efficace e libero e veloce.

    1. certo possiamo semplificare: dovremo solo prevedere l’accertamento nel modo più semplice dell’autenticità dell’atto e dei richiedenti visto che diventa oggetto di un percorso ufficiale. ma concordo sull’idea di semplificare al massimo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *