Roberto Cosolini alla Libreria Antiquaria Umberto Saba: «Trieste ignora il suo patrimonio»

Roberto Cosolini ha fatto visita a un luogo fondamentale della storia letteraria triestina, la Libreria Antiquaria Umberto Saba, retta con forza d’animo e caparbietà da Mario Cerne. Ambiente affascinante, visitato da studiosi e turisti, ma ignorato dalle amministrazioni comunale e regionale, che non l’hanno inserito tra i locali storici della città.
Che cosa succederà quando Mario Cerne, figlio di Carletto, memoria storica di quanto è passato nella sua libreria, deciderà di andare in pensione?
«Dobbiamo partire da un assunto molto semplice: è necessario dare continuità all’esercizio» ha affermato il candidato sindaco Roberto Cosolini, che dopo le promesse di Vittorio Sgarbi, passate ormai nel dimenticatoio, propone:«Credo che un luogo così speciale debba continuare la sua storia su un doppio binario: da un lato una giusta e non invasiva musealizzazione, che permetta ai turisti di fruire della “libreria di Saba” e agli studiosi di trovare il loro naturale luogo d’incontro. Dall’altro bisogna far vivere l’attività, magari passando il testimone a una cooperativa di giovani che riescano a far tesoro del passato, guardando con entusiasmo al futuro».
Ma il fitto dialogo tra Cerne e Cosolini si è spinto anche oltre, ipotizzando la nascita di una Fondazione nella quale dovranno avere un ruolo primario la Comunità ebraica, proprietaria del locale, e la famiglia Cerne. Perché abbassare la serranda della Libreria Saba non sarebbe la chiusura di un altro negozio a Trieste, ma significherebbe perdere inesorabilmente un pezzo del nostro passato.

Forum “Risorse ed Opportunità per la Città della Cultura” – Cosolini:«Trieste deve riconquistarsi un ruolo internazionale»

Ridare nuovamente un ruolo internazionale alla cultura e alla produzione culturale triestina: è questo l’obiettivo del candidato sindaco Roberto Cosolini, che ha incontrato il variegato mondo degli “addetti ai lavori” durante il Forum intitolato “Risorse ed Opportunità per la Città della Cultura”, tenutosi lunedì 4 presso il Teatro dei Fabbri con inizio alle ore 17. A introdurre il dibattito la Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, che ha delineato competenze e lavoro svolto dall’amministrazione provinciale: recupero del teatrino dell’ex Opp, nascita della Casa del Cinema, mostre come quella di Spacal o Unica solo per citare degli esempi.
«In questi ultimi dieci anni la vita culturale triestina è stata mortificata, negandole quella sua innata apertura verso il suo universo di riferimento, che è tracciato dalle rotte delle navi e dei mercanti, dalla sua vicenda di città di confine, dal suo essere anello e cerniera tra mondo occidentale e orientale» ha sintetizzato Cosolini «La cultura a Trieste ha una storia e una vivacità tali da non poter essere guardata da un’unica angolatura». Il riferimento è alla visione tutta nazionalista che ha improntato l’assessorato attuale.
Le proposte del candidato sindaco partono da un assunto chiaro:«Il Comune ha il compito di tracciare la linea di indirizzo e di coordinare le realtà che operano con competenza e professionalità sul territorio, favorendo le sinergie e promuovendo il patrimonio culturale della città come un variegato spettro di offerte, quando non un singolo “grande evento”. La politica culturale del Comune, in compatibilità e sintonia con quanto di buono fatto dalla Provincia in questi anni, deve essere innanzitutto il riflesso di un cambio di atteggiamento nei confronti delle iniziative più importanti, che l’amministrazione locale deve supportare e promuovere, favorendo un significativo e reale coinvolgimento della popolazione e del territorio. Fornendo un contesto propizio a tali eventi, infatti, la cultura può essere sempre più volano anche per il turismo, apportando nuova linfa a settori come il commercio e la ristorazione».
L’ampio dibattito ha toccato temi come la necessità di una calendarizzazione precisa degli appuntamenti per evitare dannose sovrapposizioni; è stato ribadito il problema della carenza di spazi ed è stata caldeggiata la nascita di uno sportello per l’aiuto alla compilazione dei contributi e la segnalazione di bandi, concorsi e fondi (anche a livello comunitario). Più volte è ritornata l’immagine di Trieste letteraria come possibile “brand” della città.
«La cultura nella sua globalità ha bisogno di stanziamenti» ha commentato Cosolini «ed è inammissibile che i fondi europei – spesso riservati a iniziative di tutela e promozione del patrimonio – cui Trieste ha avuto accesso nel 2010 abbiano raggiunto la risibile somma di 25.000 euro. La nostra città merita di più».
«Serve» conclude Cosolini «riproporre a Trieste un grande evento, dopo l’inopinata cancellazione di Fest, e va ridata dignità ad una rete museale di qualità, oggi penalizzata da scelte discutibili di oscuramento. Il patrimonio culturale del Comune è un valore – penso anche alla Biblioteca civica e al sistema bibliotecario in generale – che in questi anni non è stato sostenuto, nonostante la nostra Biblioteca civica sia una realtà primaria a livello nazionale».

Roberto Cosolini:«Valorizzare i professionisti locali del mondo dello spettacolo»

Nei giorni scorsi Roberto Cosolini ha incontrato una nutrita delegazione di professionisti legati al mondo dello spettacolo. «Sono state messe in evidenza le difficoltà riscontrate da parte di attori, truccatori, parrucchieri, scenografi e molti altri di operare sul territorio regionale con produzioni provenienti da tutto il mondo» ha commentato Cosolini a margine della riunione «Il rischio di sottoutilizzo delle professionalità locali è palpabile ed è oltremodo necessario promuovere quanto prima un tavolo con tutti i soggetti interessati nell’ottica della massima sinergia».
La volontà del candidato sindaco è quindi quella di «promuovere coloro che si sono formati in loco e dar loro tutte le opportunità per lavorare sul territorio».

Cosolini sui tagli al Teatro Verdi

Il teatro lirico Giuseppe Verdi e l’omonima Fondazione, una delle più virtuose in Italia e la prima nel 2010 quanto a produttività, sono in pericolo.
Davanti al drastico taglio del FUS (portato da 14 a poco più di 7 milioni di euro) e al disinteresse della Regione nel continuare le politiche di aiuto inaugurate dalla precedente giunta Illy, Roberto Cosolini, candidato sindaco del centro sinistra, raccoglie il grido d’allarme lanciato dalle RSU del Teatro Verdi, che esprimono forte preoccupazione per il futuro.
«Qui si parla del rischio di azzerare la prospettiva occupazionale per quasi 300 addetti che gravitano attorno alle produzioni dell’Ente» ha affermato Cosolini «ma in senso più ampio ne va del futuro della nostra offerta culturale». Troppo spesso infatti – ha commentato il candidato sindaco – la cultura viene trattata come «un costo e non come una risorsa». Viceversa, sono molti ormai gli esempi di città che a livello europeo hanno avuto la lungimiranza di investire in cultura, uscendo così da un periodo di stagnazione.
Per comprendere ancor meglio cause e possibili soluzioni della vicenda Verdi, Roberto Cosolini ha annunciato di voler incontrare quanto prima il Sovrintendente Antonio Calenda.
Ma l’impegno che fin d’ora Roberto Cosolini desidera assumersi in caso d’elezione a sindaco è presto detto:«In questa difficile situazione la Regione guidata da Renzo Tondo ha abbassato anche per il Verdi il contributo annuale 2010-2011, limitandosi a disporre la sospensione per un anno del rimborso dovuto dal Verdi per il finanziamento di 20 milioni che la giunta Illy aveva concesso al Teatro. Combatteremo perché lo slittamento si trasformi in un abbuono, esattamente quello che aveva accordato la precedente amministrazione regionale finché è rimasta in carica».

Cosolini incontra le associazioni del cinema – «La Provincia ha fatto un passo fondamentale, ora tocca al Comune»

Nel pomeriggio di ieri il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Cosolini ha incontrato alcuni rappresentanti delle associazioni e dei festival di cinema di Trieste.
«La Provincia si è mossa nell’ottica della creazione del progetto Casa del Cinema reperendo una struttura e il budget per avviare un processo di sinergia tra le associazioni; ora la palla passa al Comune che finora ha snobbato gli eventi legati al cinema prodotti sul nostro territorio».
Ma l’attenzione al variegato mondo dei festival non dev’essere solo quella dell’amministrazione, ha precisato Cosolini:«Bisogna coinvolgere i cittadini e le categorie economiche – commercianti e albergatori in primis – per far vivere queste manifestazioni in città, amplificarle e farle diventare un volano del turismo triestino».
Quanto al problema degli spazi per svolgere i festival stessi, Cosolini è chiaro:«Sono gli spazi a doversi adattare alle esigenze dei festival e non il contrario. Il mio impegno è quello di trovare i luoghi adeguati».