Atto aziendale ASUGI, evitare ridimensionamento sanità triestina

“Ci si fermi per approfondire e ripensare i contenuti di un documento calato dall’alto, facendo tesoro delle osservazioni e delle proposte arrivate non solo dalla politica ma anche dai tecnici”. Lo affermano i consiglieri regionali Roberto Cosolini (PD) e Andrea Ussai (M5S), che hanno tenuto una conferenza stampa in merito alla proposta di atto aziendale di ASUGI. “Si eviti la tentazione di un ridimensionamento immotivato dalla sanità triestina, con il rischio di perdere le ingenti risorse del PNRR per scelte ideologiche o per una resa dei conti con un patrimonio culturale non condiviso, a spese dei cittadini”.

“Si tratta di una questione politica, contrariamente a quanto sostiene l’assessore Riccardi che la presenta come un fatto puramente tecnico – sottolinea Cosolini -. Vengono dimezzati i distretti nell’area triestina, portandoli allo stesso numero dell’Isontino, dove vengono seguiti circa 100 mila persone in meno. Non viene riconosciuta fino in fondo la funzione dei distretti stessi come erogatori di servizi, eludendo il tema delle Case della comunità, su cui l’assessore Riccardi ha esternato la propria contrarietà nonostante siano previste dal PNRR, e che si avvicinano proprio all’esperienza dei distretti triestini, che proprio per questo andrebbero rafforzati. Dalla pandemia abbiamo avuto una lezione: la sanità territoriale e domiciliare deve essere potenziata”.

“Il depauperamento della sanità triestina si concretizza anche con il preoccupante svuotamento di alcune funzioni strategiche – aggiunge il consigliere del PD -. Vengono infatti dimezzati anche i Centri di salute mentale e vengono indeboliti i dipartimenti delle dipendenze nella loro articolazione organizzativa, portandoli anche in questo caso al livello dell’area isontina, dove però le persone seguite sono 900 a fronte della 4.000 a Trieste. In questo senso, lascia perplessi il parere positivo del Comune di Trieste nell’assemblea dei sindaci che dice sì al taglio delle strutture a fronte di una semplice rassicurazione verbale sul mantenimento dei servizi”.

“Siamo di fronte a una grande opportunità di rilanciare la sanità territoriale e i servizi di prossimità ma non è possibile declinare il PNRR senza una visione di insieme e un’integrazione con le strutture che già abbiamo – rimarca Ussai -. In FVG c’è stata l’esperienza dei Centri di assistenza primaria, in altre regioni abbiamo avuto le Case della salute, ne conosciamo i punti di forza e di debolezza e possiamo farne tesoro per progettare la sanità del futuro, alla luce dei 151 milioni di euro che arriveranno in regione per potenziare e riqualificare l’assistenza territoriale”.

“Il distretto deve essere il protagonista del coordinamento e sovrintendere alle attività territoriali, invece a Trieste viene demolito e spacchettato. Il rischio è quello di vedere affidate al privato, staccato dalla rete, il potenziamento del territorio, puntando ad aumentare le prestazioni semplici, quando invece l’obiettivo dovrebbe essere implementare la presa in carico da parte della sanità pubblica anche dei soggetti con problemi complessi – conclude l’esponente M5S -. È necessario parlare di contenuti, più che di contenitori, e per quanto riguarda le Case della comunità questo significa partire dal ruolo dei distretti, che sono già oggi strutture di prossimità per i cittadini, accrescendo la presenza dei medici di medicina generale creando spazi per la partecipazione della comunità, valorizzando le professioni sanitarie con un approccio multidisciplinare. Non il ritorno a modelli obsoleti di poliambulatori isolati e autoreferenziali, ma la presa in carico proattiva, di prossimità e continuità che dia risposta alle malattie croniche, promuovendo corretti stili di vita. Ma per arrivare a questo – conclude l’esponente M5S – è necessario che l’assessore e i vertici dell’Azienda sanitaria si confrontino, soprattutto con i professionisti, visto che la proposta di atto aziendale ASUGI, da questo punto di vista, non è nata sotto la migliore stella”.

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