Lettera al Presidente del Consiglio

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nel darLe il benvenuto a Trieste e nel ringraziarLa per aver scelto la nostra città per questo vertice ponendoci così ad un’attenzione nazionale e internazionale voglio cogliere l ‘opportunità per trasmetterLe alcune considerazioni. La città che La accoglie nel 2014 celebrerà contemporaneamente il centenario dall’inizio della Grande Guerra, i 60 anni dal ricongiungimento con l’Italia che ha segnato anche per la prima volta il suo entrare a far parte di uno Stato democratico e i 10 anni dal superamento delle barriere con la Slovenia.
In questo itinerario Trieste, che era stata una città europea quando l’Europa nel senso in cui la conosciamo oggi non esisteva ,dopo aver vissuto tutti i drammi del Novecento, ed aver visto a lungo negata la sua vocazione storica da muri politici ed ideologici, si ritrova oggi nella Nuova Europa come la più europea delle città italiane. L’attenzione per Trieste è alta e la verifico personalmente da manifestazioni d’interesse ad investirvi e dall’attenzione che trovo in grandi città europee,da Vienna a Zagabria, da Monaco a Lubiana.
La crisi, che pur ci colpisce duramente, non fa venir meno il potenziale delle vocazioni di quest’area, consegnateci dalla storia e da alcune lungimiranti scelte del passato: città porto, città delle assicurazioni, città della ricerca e infine, perché vocazione più recente ma con significativi tassi di crescita, città dalla crescente attrattività turistica soprattutto internazionale, grazie anche al suo straordinario patrimonio culturale.
Queste vocazioni, Presidente Letta,ci aprono una prospettiva che, come accadde quando nacque e crebbe la Trieste moderna, ci può vedere al centro di flussi significativi di persone, di merci e di idee. È questo il futuro di Trieste ed è anche il contributo che Trieste può mettere al servizio della Regione e del Paese. Lei del resto Trieste la conosce e ne riconosce la vocazione e proprio per questo l’ha voluta sede del vertice italo-russo.
Il destino di quest’area dipende innanzitutto dalla nostra comunità, da quanto istituzioni, economia, cittadini faranno ognuno per propria parte per trasformare le potenzialità in un futuro positivo. Certo serve però anche una scommessa del nostro Paese su questa funzione, sulle opportunità che un efficiente sistema portuale infrastrutturale in Alto Adriatico apre per le relazioni italiane con il Far East e con il Centro Nord Europa, il considerarci perciò un’area d’interesse della politica europea del Governo Italiano, una risorsa per il Sistema Italia, che si traduca in un investimento teso a favorire i flussi, in particolare di persone e di merci, oggi particolarmente problematici. Da un lato la possibilità di realizzazione effettiva della 3a Corsia dall’altro, soprattutto, il miglioramento dei collegamenti ferroviari sia per le persone sia per le merci: non parlo in questo caso dei Grandi Corridoi quanto di ciò che nel breve e medio termine può rendere Trieste “più vicina”all’Italia e all’Europa ovvero treni più veloci verso ovest per le persone e un investimento sull’infrastruttura ferroviaria per rendere più competitivo il nostro Porto. Sono temi sui quali insieme alla Presidente Serraccchiani abbiamo avviato un dialogo con FS ma che certo da un indirizzo forte e da un impegno del Governo possono ricevere la spinta decisiva. Ne trarrebbero beneficio il Porto, le grandi imprese assicurative qui radicate ma protagoniste globali, le industrie e i centri di ricerca, la comunità tutta.
Mi permetto ancora di segnalarLe come su un altro versante Trieste abbia oggi la possibilità di trasformare una grave criticità industriale, occupazionale ed ambientale in un’occasione per dimostrare che è possibile, con l ‘impegno di istituzioni e imprese, salvare e anzi sviluppare industria e ambiente, lavoro e salute: parlo del possibil piano per il futuro produttivo e il risanamento ambientale dell’area di Servola che richiede per superare gli ostacoli la conclusione positiva di un percorso per un Accordo di Programma che comprende diversi Ministeri del Suo Governo.
Il momento è difficile e proprio per questo Trieste vuole fare la sua parte, mettendo da parte vittimismi e nostalgismi, consapevole delle proprie risorse e delle proprie energie: le richieste che Le rivolgo vanno in questa direzione.

Roberto Cosolini
Sindaco di Trieste

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