Anch’io ho voluto aderire all’iniziativa proposta dal quotidiano “La Repubblica” e ho firmato la petizione per chiedere l’approvazione di una legge anticorruzione.
Mi unisco così al “partito” dei Sindaci e ai grandi nomi della cultura e del giornalismo internazionale in campo per l’appello di Repubblica, che in pochi giorni ha raccolto più di 195.000 firme.
L’iniziativa, come si legge dal messaggio del promotore Ezio Mauro, vuole dare voce a quella parte del Paese che non tollera più abusi e furbizie. “La cintura di illegalità corruttiva che soffoca l’Italia e la sua libertà tiene lontani gli investimenti stranieri, penalizza le imprese, altera il mercato. Ma soprattutto pesa sul sistema per 60 miliardi all’anno, una cifra enorme che è il segno dell’arretratezza del Paese e del condizionamento di una diffusa criminalità quotidiana. A tutto ciò si aggiungono l’uso disinvolto del denaro pubblico e gli sprechi del sistema politico.”
Di questa legge il Paese ha bisogno. La corruzione in Italia è diffusa e sembra non conoscere crisi, per troppi anni si è depenalizzato un sistema di favoreggiamento e di influenze illecite che ha fatto balzare l’Italia nei posti più alti delle classifiche internazionali dei paesi corrotti. Il segnale di svolta deve partire da noi politici e amministratori pubblici, per questo mi auguro che i lavori in Parlamento non subiscano ulteriori stop e che le Camere possano approvare il ddl Anticorruzione prima possibile.