Cosolini al ministro Prestigiacomo: “Rigassificatore? Si pensi piuttosto al sito inquinato”

Il Ministro Prestigiacomo spinge sulla rapida realizzazione di un rigassificatore, anzi di due, e non pone alcun limite a un terzo in acque slovene, mentre la popolazione di Trieste non ha avuto mai modo di veder chiarite le lecite e forti preoccupazioni sull’impatto dell’impianto di Zaule. E’ bene ricordare al Ministro che al di là delle autorizzazioni amministrative talora sbrigative, impianti di questo genere non si possono realizzare senza il consenso della popolazione interessata. La prospettiva di uno snaturamento del nostro Golfo con la proliferazione di rigassificatori come fossero allevamenti ittici non può essere condivisa dai triestini, che sono i primi a dover essere informati delle effettive conseguenze dell’impatto di una tale opera. Sono peraltro molto preoccupato dall’idea di costruire più impianti di questo genere in un Golfo dalle dimensioni limitate come il nostro, soprattutto quando le soluzioni possono essere trovate con un tavolo congiunto italo-sloveno.
Forse il Ministro dell’Ambiente farebbe bene a dedicare maggiore attenzione al problema del sito inquinato, che blocca qualsiasi prospettiva per le attività produttive di Trieste e per il quale finora sono arrivare dal Ministero solo proposte inaccettabili. Non vorrei che i fondi ministeriali per le bonifiche andassero solo a territori più “vicini” al Ministro Prestigiacomo e il nostro territorio continuasse a languire.
Invito pertanto il Ministro a venire a Trieste per sentire le preoccupazioni dei cittadini e discutere di rigassificatore in maniera trasparente con tutte le componenti interessate, provando a dare risposte efficaci, se ne è capace. Sarebbe occasione importante per prendere magari anche qualche impegno sul sito inquinato. Se viene, però, eviti di fare come il collega Matteoli che ai primi di ottobre del 2009 annunciava solennemente a Trieste che a giorni sarebbero arrivati i finanziamenti del Cipe per la piattaforma logistica.

Roberto Cosolini

6 thoughts on “Cosolini al ministro Prestigiacomo: “Rigassificatore? Si pensi piuttosto al sito inquinato”

  1. Condivido solo in parte, Robi. Tre impianti sono insostenibili, è vero, ma escludere a priori la possibilità di realizzarne uno a Zaule è sbagliato. Non esistono, nella storia dei rigassificatori, incidenti di rilievo al di fuori di quello del 1944 negli USA (ma all’epoca i serbatoi erano mongolfiere cucite con ago e filo, o poco via). L’incidente in Algeria, spesso citato, non riguardò un rigassificatore. Il Giappone vive e convive da anni con i rigassificatori, che sono fonte di energia pulita. Statisticamente, gli impianti sono molto più sicuri di una camminata in città. Garcia Armesto, di Gas Natural, personalmente, mi ha convinto: i dati che ha prodotto sono scientificamente buoni. Per contestarli, servono dati altrettanto convincenti, che io a oggi non ho ancora visto. Da farci una riflessione seria. michele

  2. Purtroppo il problema del sito inquinato è un problema che riguarda buona parte d’Italia. Basta andare a Mira o a Marghera, Venezia, per rendersene conto. Ovunque a pagare sono le aziende. Vanno invece cambiati i criteri in base ai quali stabilire le soglie di rischio. Il sito inquinato potrebbe non essere così pericoloso come sembra (Ferriera a parte, che andrebbe chiusa da subito). E’ impensabile che qualcuno possa farsi carico della bonifica di mezzo Paese, Stato o privati che siano. That’s all.

  3. Finalmente una posizione chiara e netta contro un progetto che per arricchire le solite multinazionali impoverirebbe tutta la città, ci farebbe correre grandissimi rischi ambientali e di incolumità per le persone. Non cediamo sulle cose lontane e fumose e puntiamo su quello che a breve può portare dei vantaggi a tutti, non ai soliti noti.
    e non cambiamo idea credendo a false promesse, per favore.
    Giulio

  4. Spiacciono le Affermazioni di Michele Scozzai che probabilmente non ha seguito il grosso lavoro fatto da molti tecnici, rigorosamente, avendo letto riga per riga e parola per parola il corposissimo materiale prodotto da gasnatural. Il Piccola ha dato ampia comunicazione di rapporti tecnici con critiche precise e dettagliate. Un numero della rivista cittadina Konrad ha riportato molte informazioni anche di carattere scientifico. Inviterei Scozzai a confrontarsi non solo con GasNatural ma anche con entità non economicamente interessate che hanno studiato il problema. Gli suggerisco di contattare Il Tavolo Tecnico dei Vigili del Fuoco del sindacato UIL o se vuole confrontarsi con una voce interna al partito : il dott. Nesladek, Sindaco di Muggia. Limitarsi ad avere “informazioni” senza aver letto i documenti , da GasNatural…. mi pare un po’ pochino….. Maggiore è la qualità delle nostre osservazioni scientifiche e della nostra attenzione e maggiore è la probabilità di ottenere impianti tecnicamente sicuri , perchè rinunciare? E’ una responsabilità da assumersi Scrimin

  5. Cara Federica, non solo ho letto attentamente tutti gli incartamenti relativi all’impianto, ma anche i documenti del Tavolo Tecnico dei Vigili del Fuoco della UIL (come il coordinatore del tavolo sa, perché per lungo tempo mi ha inviato via mail tutti i documenti prodotti dal gruppo). Del rigassificatore triestino ho anche scritto sul Sole24Ore, per altro. Inoltre ho fatto una ricognizione a campione sui principali impianti di rigassificazione nel mondo, dal Canada al Giappone, cercandone di capire limiti e potenzialità. Per quanto riguarda gli articoli del Piccolo e di Konrad, giornali che massimamente rispetto, non vedo che cosa possano darmi di più. Detto questo, resto della mia idea, finché non troverò qualcuno capace di convincermi del contrario. Ti ringrazio e ti saluto cordialmente. Michele

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