Giorno del Ricordo

Ogni anno, Il Giorno del Ricordo è un momento irrinunciabile di
riflessione e memoria che ci riporta, con inalterata intensità e intatta
commozione, al dramma dell’esodo dall’Istria da Fiume e dalla
Dalmazia e alla tragedia delle foibe;  più in generale all’insieme
della contrastate vicende che hanno interessato il confine orientale
italiano nel mezzo di quel secolo di fuoco che è stato il Novecento.
E’ una ricorrenza, questa, giunta al nono anno dalla sua istituzione
per legge del Parlamento, che grazie alla sua elevata valenza morale,
politica e civile, rafforza nella nostra comunità la conoscenza storica,
senza separarla  da una salda adesione ai valori della cittadinanza
democratica e a un più ampio sentimento di fratellanza europea.
La giornata che oggi celebriamo è frutto di un riconoscimento
legislativo a lungo atteso, che in primo luogo ha avuto un significato
di risarcimento storico e morale nei confronti di chi aveva vissuto in
prima persona quelle pagine dolorosissime di storia nazionale. Pagine
che furono, per troppo tempo, da un lato silenziate a causa di
opportunismi politici agli occhi dell’oggi davvero sterili e angusti,
e dall’altro rimosse dalla coscienza collettiva della Nazione, uscita
traumatizzata dall’esperienza della guerra d’aggressione voluta dal
fascismo. Una guerra tragicamente sbagliata e infine perduta. La
dissoluzione della Venezia Giulia e lo smembramento  dei territori del
confine orientale dal resto della nazione costituivano  il memento
sempre vivo di quella sconfitta, una catastrofe troppo difficile da
assimilare per un Paese stravolto e ansioso di ricominciare a vivere.
La legge che ha istituito il Giorno del Ricordo rappresenta un balsamo
morale per le ferite impresse nella memoria delle vittime e di tutti
coloro – individui, gruppi e associazioni – che in tempi non facili
hanno custodito, rammemorato e tramandato non solo quelle terribili
vicende, ma anche il patrimonio complessivo delle tradizioni della
civiltà degli italiani dell’Adriatico orientale.
Nel celebrare questa ricorrenza, anno dopo anno, colmiamo dunque un
vuoto nella coscienza morale e storica della Patria, e insieme
contribuiamo al rafforzamento in noi tutti, cittadini italiani, del
senso di appartenenza alla Patria europea. Questo perché la storia delle
nostre regioni non è che un capitolo, e per nulla marginale, della
storia dell’Europa nel ventesimo secolo: una storia complessa e
articolata in cui la violenza perpetrata dal totalitarismo comunista e
dal nazionalismo jugoslavo non è stata, al pari delle altre espressioni
di violenza conosciute dal nostro territorio, il prodotto casuale di
forze incontrollabili e irrazionali. Ma quelle violenze sono state il
risultato cosciente e apertamente ricercato di ideologie e azioni
politiche fondate su un progetto di esclusione, discriminazione e
persecuzione.
Anche in questo sta il valore profondo e l’alto significato del
Giorno del Ricordo:  nel fatto che questa ricorrenza ci ha aiutato e ci
sta sempre più aiutando a comprendere e ad approfondire tutti i
fondamentali passaggi della storia contemporanea dell’Adriatico
orientale per inserirli compiutamente nella nostra coscienza storica
nazionale ed europea.

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