Sabato 29 settembre passeggiamo dentro a Porto Vecchio, una camminata per il futuro di Trieste.

Care concittadine, cari concittadini,

nel prossimo fine settimana la nostra città sarà “invasa” da Trieste Next, Salone Europeo della Ricerca e dell’Innovazione scientifica. Nel nome di questo evento di profilo internazionale vi vorrei invitare a cogliere l’impresa di maggior profilo innovativo esistente a Trieste. Parlo del recupero di Porto Vecchio, con il connesso investimento da un miliardo e la possibilità di rendere nuovamente centrale in Europa la nostra città. Per questo, ci diamo insieme appuntamento in Porto Vecchio sabato mattina.Torniamo adesso a Trieste Next, che è stato voluto dal Comune, dall’Università di Trieste, da Nordest Europa e dal Piccolo, sostenuto da tutte le Istituzioni e dal lavoro appassionato dei centri di ricerca e conoscenza del nostro territorio: saranno tre giornate che animeranno la città con appuntamenti di grande interesse, relatori di altissimo profilo e tanti fra cittadini, ricercatori, imprenditori ad appassionarsi ai risultati della ricerca, alle soluzioni che può offrire a tanti problemi, ad aprire insomma sguardi sul futuro. Di questo parlano i temi messi al centro di TriesteNext, il cibo quest’anno e l’acqua il prossimo. Ma questo evento ha a che fare con il futuro di Trieste per altri due motivi: da un lato la nostra città, una città della cultura europea, si riappropria di un grande evento di rilievo nazionale ed internazionale che sottolinea come il nostro patrimonio culturale sia una risorsa anche per l’economia. Dall’altro perché propone il valore della scommessa sulla centralità della ricerca che si fa in questo territorio, sulla sua capacità di creare lavoro intellettuale, di rafforzare la dimensione internazionale di Trieste, di favorire quegli indispensabili processi di innovazione nelle imprese, necessari per affrontare la crisi. Tutto ciò va oltre le tre giornate che pure coinvolgeranno migliaia di voi e i tantissimi turisti che per scoprire questa nostra bellissima città avranno una ragione in più.Un pezzo di futuro quindi…di un futuro che appare così difficile oggi, stretti come siamo da una crisi di cui non si vede ancora il superamento, dal venir meno di punti di riferimento e di certezze, dall’insicurezza sociale di tantissime persone, migliaia nella nostra città, dove alla realtà delle tante situazioni di crisi nell’industria e nel commercio non fa da contrappeso l’aprirsi di nuove significative opportunità, che Trieste non ha saputo o voluto costruire. Dobbiamo dirci che negli anni si sono perse tante occasioni, troppe: si potrebbe discutere sulle cause, che certo non vanno dimenticate, ma certo a nulla servono i rimpianti per ciò che non è stato fatto. Conta solo quello che da oggi, con maggior fatica e scontando il peso dei ritardi, saremo capaci di costruire giorno per giorno. Buttare a mare altre occasioni sarebbe però diabolico.  A nessuno è consentito di chiamarsi fuori: perché poi poco importerà “di chi era la competenza” per scaricare le responsabilità: i cittadini ci dicono ad esempio che vogliono un parco di Miramare all’altezza della sua storia e della bellezza che può e deve avere, e questo glielo dobbiamo dare, anche se la competenza è di altri, smuovendo ostacoli e trovando soluzioni.Sarà il nostro un futuro legato soprattutto alla conoscenza, alla cultura e al turismo, al mare: un pezzo di questo futuro sta proprio nel luogo simbolo delle occasioni perdute, delle opportunità non colte, un pezzo di futuro sta in Porto Vecchio. Su questo arriva il momento della verità, definitiva: altri 15/20 anni di abbandono e di deserto, incomprensibile a quanti venendo da fuori ci dicono “ avete in mano la più grande operazione di recupero e valorizzazione di un frontemare che oggi esista in Europa”oppure, come quasi tutti NOI vogliamo, l’avvio di una rigenerazione urbana, di una progressiva rivitalizzazione di un’area che può accogliere funzioni, servizi, attività, investimenti, riprendere a vivere e far vivere Trieste insomma…..Sullo spostamento da lì di un regime di punto franco, utile ad alcune attività portuali, verso gli spazi che queste attività sono destinate ad ospitare in modo da favorire la trasformazione di Porto Vecchio c’è stata una mia richiesta precisa, a nome della città: deve a questo punto esprimersi il Governo. Sappiamo bene che questo dello spostamento è uno dei tanti passi di cui questa prospettiva ha bisogno, ma sappiamo anche la sua forza simbolica, evitare che le porte si richiudano, e comunque il suo tracciare anche la direzione di passi successivi. Sabato a TriesteNext, ad aprire squarci di futuro, si concentrerà non solo la nostra attenzione, ma anche quella di ospiti, relatori di fama internazionale, stampa nazionale ed internazionale, esponenti del Governo, di altre amministrazioni, dell’impresa italiana: per questo dobbiamo in quella giornata simbolicamente, davanti a loro e insieme con loro, aprire un altro squarcio sul futuro, ribadendo, mentre attendiamo le decisioni, che Trieste vuole giocare, non rimpiangere più, le sue opportunità. Per questo con una passeggiata dentro a Porto Vecchio intendo unire due pezzi di futuro, ossia Next e Portovecchio. Spero che sabato mattina a farlo saremo in tanti anche perché non sarà una passeggiata contro qualcuno ma PER: per Trieste, per il nostro futuro, per i nostri giovani.

Roberto Cosolini


3 thoughts on “Sabato 29 settembre passeggiamo dentro a Porto Vecchio, una camminata per il futuro di Trieste.

  1. Lo spostamento può tornare utile allo sviluppo dei traffici del Porto di Trieste se investirà tutte le aree a servizio della linea ferroviaria Transalpina (Trieste Campo Marzio, Rozzol M., Guardiella, Opicina, Monrupino), facendo confinare l’area portuale con la Slovenia e sottraendo così la potestà tariffaria a Trenitalia. La gestione infrastrutturale, trascurata da RFI, potrebbe essere assunta dalla ferrovia regionale FUC (Udine – Cividale), che ha anche le capacità tecniche per una gestione unitaria della movimentazione, eliminando le attuali sovrapposizioni ed esclusive che allontanano i traffici, fornendo un servizio a tutte le imprese, pubbliche e private, nazionali ed estere, come dovrebbe fare RFI, che anzichè provvedere alla manutenzione, taglia raccordi ed impianti, limitando gli interventi a quelli funzionali ai traffici di Trenitalia, interessata ai soli treni completi, dopo aver abbandonato il carro singolo, i raccordi, i groupages, le piccole partite, i colli espressi internazionali in un preoccupante ritiro dal mercato.

  2. Era ora che ci fosse un proposta che coinvolga tutta la cittadinanza! Viviamo un periodo bruttissimo, nel quale emerge in modo straordinario una corruzione da bassi impero degli amministratori pubblici . Trieste non si merita questa palude di mancanza di progetti. Oltre al porto vecchio concordo con il signor Bianchi sulla inscipienza di Trenitalia( e qui si dimostra come le privatizzazioni dei servizi siano esiziali, non garantendo alcuna concorrenza, ma anzi creando un monopolio granitico.)

  3. Complimenti per l’iniziativa che certamente cercherò di non disertare, anche perché avendo trascorso una significativa parte della mia vita lavorativa tra queste mura, posso certamente confermare/assicurare che ormai per giustificate e difficilmente contestabili ragioni per questo sito non ci potrà più essere un futuro operativo “in termini di portualità propriamente detta”.
    Quindi non riesco ad immaginare altre soluzioni che non contemplino lo spostamento del Punto Franco in atre zone poste sul nostro litorale certamente molto più appetibili in termini operativi >>> https://triestesuperporto.jimdo.com <<< e poter quindi nel contempo finalmente consentire alla Città di poter fruire di questo magnifico sito, magnifico sia per il suo inestimabile valore architettonico che per i ritorni economico/occupazionali che sarebbe certamente in grado di generare.
    Brunello Zanitti Giuliano

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