Lettera aperta a Paolo Rumiz

Caro Rumiz,
ho letto il Suo articolo di mercoledì 9 marzo e ho deciso di scriverLe innanzitutto per confermare che farò proprio come Lei dice: non accetterò mercanteggiamenti di alcun tipo e lascerò la destra cuocersi nel suo brodo.
Vede, io voglio proprio essere quel panzer che Lei ha dipinto quando mi ha intervistato dopo i quattro servizi sulla “storia” del nostro Porto su cui ha aperto squarci di luce assolutamente necessari. Voglio essere il panzer che abbatte a Trieste i muri dell’immobilismo, del no se pol, della paralisi che toglie lavoro ai giovani ma assicura rendite e privilegi agli amici e agli amici degli amici…di chi? Di un sistema di potere a cui tutti i big del centrodestra hanno portato il loro bel mattoncino: Camber certo, ma anche Dipiazza, Menia, Antonione….Oggi sono divisi, si rinfacciano di tutto, qualcuno si è scoperto la vocazione alla rottamazione delle cupole dopo esserne stato estromesso o penalizzato: ero contrario alla nomina della Monassi, ma il candidato di Antonione e Menia era un manager internazionale esperto di porti e che parlasse cinque lingue o piuttosto il sindaco uscente in cerca di collocazione? Non è mai troppo tardi, ricordava il mitico maestro Manzi, ed è vero, ma i protagonisti di questa vicenda di potere, che hanno cominciato con la Lista per Trieste che “spedì” Generali a Mogliano, che hanno combattuto una guerra interna di potere fra clan a spese dell’Expo, che si sono accordati in questi anni su presidenze a FI e vicepresidenze ad AN “everywhere”, che ci hanno propinato il disastro del sito inquinato, che hanno promesso la chiusura della Ferriera tre volte in tre campagne elettorali, è bene che riposino un po’ tutti!
Nella loro guerra usano rinfacciarsi voglie di inciuci con il centrosinistra per attaccarsi: quindi un giorno mi attribuiscono Bandelli, poi Camber, mentre nel frattempo SEL teme che apriamo al “finiano” Menia; se il centrodestra candidasse Tononi mi attribuirebbero connections con Dipiazza o Antonione.
Sarò chiaro: voglio sconfiggerli per il bene di Trieste e voglio farlo insieme con la mia coalizione e con le persone per il bene di questa città, stanche di immobilismo, della loro voracità e delle loro faide, del blocco del porto, ma anche dei danni che tutti loro assieme con Tondo e la Lega Nord ci hanno causato in questi due anni, abolendo il reddito di cittadinanza, smantellando pezzi di welfare, cancellando Fest, trattandoci come una piccola città di provincia, infischiandosene dei treni che mancano o della piattaforma logistica. Chi di loro si è distinto di fronte a questo scempio a spese di Trieste? Chi ha protestato in Regione o al Parlamento? Nessuno! E per questo nessuno di loro voglio come alleato palese o occulto.
Giro i rioni, incontro anziani e giovani, commercianti arrabbiati, disoccupati e chi il lavoro ce l’ha ma non sa fino a quando, situazioni di abbandono e di degrado: proprio dopo aver letto il Suo articolo sono stato alla microarea di Ponziana e nel ghetto di via Battera, a toccare con mano povertà e disagio e a sentirmi dire: “Una volta c’era almeno il reddito di cittadinanza”. Chi di loro si è distinto su questo, invece che sulla lotta per le “careghe”? Voglio una Trieste ancor più bella, la voglio importante, che includa e dia opportunità: per questo, non tanto per appartenenze partitiche o di schieramento, andiamo serenamente ma con grande forza ed energia avanti per la nostra strada.

Grazie
Roberto Cosolini