AUTORECUPERO DEL PATRIMONIO RESIDENZIALE PUBBLICO: 2 I PROGETTI INNOVATIVI

In Comune fervono i lavori per la presentazione alla Regione della domanda di finanziamento relativa ai progetti di autorecupero del patrimonio residenziale pubblico.

L’emergenza casa è costantemente al centro dell’attenzione dell’Amministrazione Cosolini, da mesi impegnata, di concerto con Ater, nella predisposizione di due progetti pilota in materia di autorecupero e automanutenzione.
Presso l’assessorato alle Politiche della casa, si è tenuto un incontro con l’amministratore unico di Ater Raffaele Leo, con il direttore Antonio Ius, e con i tecnici, finalizzato a perfezionare gli aspetti procedurali relativi all’avvio dei due progetti pilota.

A febbraio verranno infatti siglati i due protocolli di intesa, volti a ratificare e specificare il rapporto di collaborazione tra Comune ed Ater nella gestione delle due iniziative.
Si tratta di progetti che delineano due vie possibili per rispondere ad alcune delle istanze oggi drammaticamente al centro della questione casa: da un lato, la necessità di re-immettere velocemente sul mercato un patrimonio di alloggi pubblici, che rischia di rimanere sfitto per le sempre più scarse risorse a disposizione di Ater e Comune; dall’altro, la volontà di mantenere alla proprietà pubblica tale patrimonio, coinvolgendo nelle operazioni di manutenzione i futuri inquilini. I progetti che sono stati elaborati delineano nuove forme di partnership pubblico- privato, leggere e minimali, che si sforzano di trovare risposte concrete e innovative a una domanda sempre crescente di alloggi a canone sociale.
I due progetti si differenziano per alcuni aspetti.
Quello di aurorecupero rientra nel filone sancito dall’ultima finanziaria regionale, attraverso lo stanziamento di 450.000 euro per l’anno 2015. Il Comune di Trieste presenterà entro i termini (fine febbraio) il progetto elaborato con Ater per l’autorecupero di un immobile di sua proprietà comprendente dieci alloggi. Il meccanismo di attuazione, co-gestito da Comune ed Ater, prevede la costituzione – tra i futuri inquilini – di una cooperativa edilizia di abitazione che riceverà dal Comune l’immobile in diritto di superficie trentennale e che verrà accompagnata, nel processo di autorecupero, da un gestore sociale preposto a prestare assistenza per quanto riguarda sia la formazione all’attività edilizia, sia gli aspetti tecnici relativi alle procedure progettuali. Chiaramente una parte delle attività dovrà essere esternalizzata a imprese professionali, lasciando però agli autorecuperanti le attività più leggere, che comunque consentiranno un sensibile abbattimento dei costi. Grazie al contributo regionale (pari al 35% del costo complessivo dell’operazione), le spese a carico della cooperativa edilizia vengono stimate in una quota mensile di circa 170 euro. La selezione dei membri della cooperativa verrà fatta sulla base di limiti di reddito che andranno dal limite massimo ISE/ISEE per rientrare nella fascia A di edilizia sovvenzionata a quello previsto per l’edilizia convenzionata/agevolata. Questo nell’intento di dare risposta alla domanda abitativa di molti soggetti che, pur avendo a disposizione una minima capacità di spesa e rientrando nella graduatoria Ater, corrispondendo tuttavia ai limiti superiori di reddito ammessi, al momento hanno ridotte probabilità di entrate in tempi brevi in un alloggio Ater.

Si farà invece riferimento alle graduatorie relative all’edilizia sovvenzionata e agli alloggi per sfrattati nel caso del secondo progetto di imminente avvio per l’automanutenzione di un primo gruppo di 31 alloggi (19 di proprietà dell’Ater e 12 di proprietà del Comune), cui seguirà entro l’anno in corso l’individuazione di ulteriori appartamenti fino a un minimo di 50. Obiettivo di questo secondo progetto – per il quale il Comune ha a bilancio 130.000 euro e Ater metterà a disposizione parte del proprio budget – è incrementare gli interventi sul patrimonio residenziale pubblico, riducendo le operazioni di manutenzione a carico di Ater e Comune alla messa in sicurezza di impianti e dotazioni interne, laddove ai futuri inquilini verranno demandate azioni di piccola manutenzione volte a migliorare la qualità degli alloggi.

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