Per essere consapevoli protagonisti degli accordi sottoscritti con la Cina

La firma del memorandum d’intesa tra l’Italia e la Cina ha sollevato alcune preoccupazioni.
Alcune dipendono da una gestione confusa del tema da perte de Governo, altre da strumentalizzazioni politiche, altre semplicemente da una poco chiara conoscenza dei contenuti.

Per quanto riguarda il Porto di Trieste, l’accordo sottoscritto è strategico, coerente con la naturale vocazione dello scalo triestino ad essere l’hub di traffici che attraversano il canale di Suez. Ritengo quindi che nel nostro caso le preoccupazioni dipendano proprio da una scarsa comprensione dell’accordo.

Per questo sono il primo firmatario di una mozione, sottoscritta anche da altri colleghi, che ricostruisce i contenuti e propone alla Regione l’organizzazione di una conferenza pubblica dedicata alla presentazione e alla discussione degli accordi e delle loro ricadute su territorio. È importate che i cittadini, le aziende, gli imprenditori locali siano ben informati sul tema, in modo da favorire la più ampia partecipazione alle opportunità che dovessero derivarne.

 


MOZIONE

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,

  • PREMESSO che sulla prospettiva di intese strategiche tra l’Italia e la Cina e in particolare sulla sottoscrizione del Memorandum of Understanding e di numerosi accordi bilaterali collegati si è sviluppata in queste ultime settimane un’ampia discussione relativa ad opportunità e rischi di tali accordi, discussione alimentata anche da una gestione confusa delle relazioni a livello governativo che ha contribuito a prese di posizioni critiche a livello internazionale;
  • VISTO che in relazione a tutto ciò particolare attenzione è stata posta anche su possibili investimenti cinesi nei porti italiani – segnatamente in quelli di Genova e Trieste – nell’ambito del progetto definito “Nuova Via della Seta”;
  • CONSIDERATO che molte prese di posizione critiche sulla possibile presenza cinese vertono sui rischi di un’operazione simile a quella condotta al Pireo, quindi su un forte indebolimento del controllo su asset strategici dal punto di vista infrastrutturale e su una mancata condivisione in un quadro di relazioni internazionali;
  • PRESO ATTO che in realtà tali rilievi appaiono caratterizzati da una incompleta informazione oppure viziati da una logica di strumentalizzazione politica;
  • TENUTO CONTO infatti che il Porto di Trieste vede da un lato l’interesse di un gruppo cinese – China Merchant – a partecipare insieme ad imprenditori triestini e regionali alla società di scopo costituita per la realizzazione e gestione della cosiddetta piattaforma logistica in un’operazione soggetta alle regole di concessione dei beni demaniali simile a molte altre operazioni già in essere su terminali portuali in Italia e in Europa, e dall’altro lato ha visto definire un accordo, sottoscritto proprio sabato 23 marzo a Roma, denominato TRIHUB, tra l’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico orientale e la China Communications Construction Company (CCCC) per il potenziamento del sistema infrastrutturale per la logistica e l’intermodalità della nostra Regione e per la partecipazione dei due contraenti a progetti logistici in Slovacchia e in Cina;
  • VISTO che il suddetto accordo deriva da un progetto validato dal Governo portato a suo tempo all’attenzione della EU-CHINA CONNECTIVITY PLATORM, sede bilaterale di condivisione di progetti strategici tra Europa e Cina e selezionato tra i progetti d’interesse con l’approvazione dell’Unione Europea;
  • VISTO inoltre che di questo progetto il Governo regionale ha sempre ricevuto tutte le informazioni e gli aggiornamenti necessari;
  • CONSIDERATO che per le infrastrutture oggetto di TRIHUB in regione vi è già un consistente investimento con risorse di Ferrovie dello Stato e del Porto e che pertanto la presenza di risorse cinesi contribuirà ad integrarlo e ad incrementarlo ma non configurerà mai una posizione di monopolio esclusivo;
  • VISTA l’importanza, oggetto anche di una conferenza internazionale tenutasi a Trieste con la partecipazione attiva del Governo e della Regione nella primavera del 2016 proprio sulla Via della Seta, di un ruolo attivo di Trieste e della Regione in un’opportunità di intensificazione degli scambi nei due sensi con l’Oriente che altrimenti troverebbero inevitabilmente altri nodi strategici;
  • TENUTO CONTO che da molto tempo si sottolinea la collocazione geopolitica della Regione e quella strategica del Porto di Tieste per la sua potenziale capacità sempre più realizzata, di essere hub portuale per i traffici fra il Far East e l’Europa attraverso il canale di Suez e ciò grazie a fattori naturali quali i fondali, la buona infrastrutturazione ferroviaria e la sua conseguente capacità di essere poter maggiormente conveniente per questi flussi rispetto ai più lontani porti del Nord Europa;
  • CONSIDERATA ancora l’evidente importanza strategica per l’intero Friuli Venezia Giulia del proporsi quale piattaforma logistica integrata nei flussi che connettono Far East e Mediterraneo orientale con gran parte d’Europa con le conseguenti opportunità per una maggior competitività dell’intero sistema produttivo regionale;
  • CONSIDERATO infine che appare necessario far conoscere alle diverse componenti della comunità regionale, alle forze politiche, alle rappresentanze imprenditoriali e sociali, ai cittadini, i contenuti effettivi degli accordi che riguardano il porto di Trieste e il sistema infrastrutturale e logistico del FVG e ciò per valutarne oggettivamente le ricadute, le opportunità e gli eventuali rischi effettivi;

Tutto ciò premesso,

impegna il Presidente della Regione

ad organizzare insieme con l’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale (Porti di Trieste e Monfalcone) e possibilmente con la partecipazione del Governo, una conferenza pubblica dedicata alla presentazione e alla discussione dei contenuti degli accordi e delle loro ricadute per l’economia regionale e nazionale complessive in modo da favorire la più ampia partecipazione alle opportunità che dovessero derivarne.

2 thoughts on “Per essere consapevoli protagonisti degli accordi sottoscritti con la Cina

  1. Perfetto! Si potrebbe aggiungere che la Via della Seta non è soltanto un progetto di sviluppo della rete infrastrutturale che pure nell’Europa centro-orientale resta drammaticamente arretrata e carente, ma è anche una strategia di promozione dell’imprenditorialità diffusa rivolta a mettere in movimento la creazione d’impresa nelle plaghe sottosviluppate fra la Cina e l’Ucraina come emerso anche nella conferenza internazionale sul ruolo delle PMI nel quadro della Belt and Road Initiative organizzata dall’Iniziativa Centro Europea con BERS e governo cinese già nella primavera del 2016!

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