Regolamento dehors, alcune precisazioni

Dopo anni di proroghe e trattative è stato approvato in Consiglio il regolamento sui dehors ed è necessario chiarire alcuni punti sulla questione.

Il regolamento disciplina gli arredi esterni degli esercizi commerciali. Per tali arredi, al di là dell’occupazione del suolo pubblico, che è competenza dell’ente comunale, vi è una competenza autorizzativa che fa totalmente capo alla Soprintendenza. Tale competenza è dovuta al fatto che praticamente tutte le strade e le piazze della nostra città, in centro e in periferia, sono soggette a un vincolo monumentale: questo significa che ogni intervento, anche un semplice arredo, deve sottostare alla valutazione – obbligatoria – della Soprintendenza.

Dheors

Il regolamento andava assolutamente approvato entro il 30 aprile, data in cui scadeva l’ultima proroga concessa dalla Soprintendenza delle autorizzazioni vigenti per tutti gli attuali dehors.

Così abbiamo fatto.

Qualcuno dirà: non si potevano respingere con sdegno le posizioni della Soprintendenza? L’avessimo fatto, a partire dall’1 maggio tutti gli operatori soggetti ad autorizzazione si sarebbero trovati a dover rinunciare ad ogni tipo di arredo esterno nelle zone soggette ad autorizzazione della sovrintendenza. Risultato: bella stagione buttata via, danno economico enorme.

Il regolamento è troppo rigido? Lo è in molti punti purtroppo, ma è importante che tutti sappiano che le rigidità (come il divieto di pedane e fioriere esterne) non sono emanazione della volontà del Comune, ma sono elementi richiesti dalla Soprintendenza.

E infatti nella bozza da noi predisposta non c’erano. Il regolamento approvato era il risultato migliore possibile da raggiungere, e la politica è l’arte del possibile.

E sia ben chiaro un altro punto: la piccola parte delle opposizioni che hanno votato contro quel regolamento, hanno agito così semplicemente perché sapevano benissimo che tutto il Consiglio avrebbe votato a favore; se infatti avessero prevalso i voti contrari, i danni per gli operatori sarebbero stati enormemente più gravi.

Questo regolamento è stato il migliore livello raggiungibile di intesa con la Soprintendenza. E lo dico chiaramente: è una situazione che non ci può soddisfare, ma che quantomeno permette agli operatori di continuare a lavorare all’esterno, e a noi permette di continuare a lavorare a modifiche del regolamento.

Per fortuna anche in Consiglio l’hanno capito in molti (è passato con ben 30 voti favorevoli e soli 8 contrari, e ciò dimostra meglio delle mie parole che non si poteva fare diversamente). Chi oggi addebita al Comune le rigidità della disciplina dei dehors lo fa o perché non conosce il percorso che ci ha condotti fin qui, e allora è bene chiarirlo, o – molto peggio – lo fa in cattiva fede per speculare qualche voto a suo vantaggio, sapendo che non avevamo alternative.

Pazienza, noi continuiamo a lavorare per la città.

 

One thought on “Regolamento dehors, alcune precisazioni

  1. Non ricordo quale passata amministrazione abbia fatto dichiarare Trieste citta’ d’Arte (o simile definizione), per poter godere dei vantaggi che accompagnano questa classificazione. Non mi sembra ci sia niente di vergognoso di farlo sapere a quelli che vorrebbero poter fare quello che vogliono, quando e come, nella faccenda dei “dehors”, una volta tanto per un ” no se pol” nazionale.

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