TRIESTE LA CONTESA

Sarà proiettato giovedì 31 gennaio alla Sala Tripcovich l’ultimo filmdi Elisabetta Sgarbi “Trieste la contesa”, interamente girato nel capoluogo giuliano e presentato in anteprima assoluta al pubblico triestino.

La proiezione avverrà  alla presenza dell’autrice e saràintrodotta dal Sindaco di Trieste Roberto Cosolini. Durante la seratainterverranno Giorgio Rossetti, Paolo Rossi, Raoul Pupo, Mauro Covacich,Marija Mitrovic, Andrea Segrè, Miran Kosuta, Lucio Ulian, Mauro Giacca,Mauro Tabor, Elena Marco, Barbara Fornasir ed Eugenio Loi;  alcuni degli interlocutori che hanno accompagnato Elisabetta Sgarbi in questo caratteristico viaggio cinematografico.

Il lungometraggio, prodotto da betty wrong in collaborazione con Rai
Cinema, porta la firma di Elisabetta Sgarbi sia  per la regia sia per la
sceneggiatura, curata assieme ad Eugenio Loi; direttori della fotografia
Andrei Arce Maldonado e Elsio Bisignani, scenografia Luca Volpatti e le
musiche sono state composte dal maestro Franco Battiato.
“Trieste la contesa” è il secondo film della Sgarbi girato e
dedicato a Trieste, il primo “Il viaggio della signorina Vila” ha
aperto, quest’anno, la 24esima  edizione del Trieste Film Festival,
durante un appuntamento particolarmente affollato. “Trieste è una
Porta. Luogo di confine, soggetto e teatro di snodi storici, religiosi e
culturali i cui segni permangono ancora e con evidenza nelle strade,
nella lingua, nella letteratura di questa città, costantemente posta al
confine. Stretta fra l’Adriatico e l’Europa Centro-Orientale, a
Trieste si è incarnata con vigore l’identità mitteleuropea e insieme
fortemente italiana, capace di accostare alla vocazione intellettuale
quella imprenditoriale, e di costruire con il suo contesto naturale un
legame sempre culturale: a Trieste, il mare, il vento e il Carso sono
elementi costruttivi del carattere, dell’arte e della storia che
l’hanno plasmata – così si legge nella scheda di presentazione
dell’opera-.  Il progetto di questo film mira a cogliere l’anima di
questo luogo metaforicamente capace di raccontare molti altri,
attraverso lo sguardo e le parole di chi a Trieste ha vissuto sin dalla
nascita o di chi l’ha incontrata solo più tardi, subendola come una
passione, seguendola come un richiamo.”

 

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